La Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo di Gubbio ha ospitato la solenne celebrazione per la memoria liturgica di sant’Ubaldo, vescovo, patrono e protettore della città e della diocesi eugubina. Il pontificale è stato celebrato dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrato dal vescovo Giorgio Barbetta, sacerdote della diocesi di Gubbio e vescovo della diocesi peruviana di Huari, insieme anche al clero diocesano eugubino e al vicario generale, don Mirko Orsini. Presenti anche le autorità civili – con i sindaci dei comuni compresi nel territorio diocesano – e militari e le delegazioni delle città gemellate con Gubbio. (CLICCA QUI PER IL VIDEO DELLA CELEBRAZIONE)
L’omelia del vescovo Luciano
Carissimi amici, fratelli e sorelle, si compiono oggi, in questa solenne liturgia, la memoria gioiosa e l’omaggio devoto del popolo eugubino offerti al santo patrono Ubaldo. Ed insieme, come comunità civile e religiosa, siamo di nuovo a ringraziare Dio per il dono sublime di questo grande amico e concittadino, custode solerte della nostra Città e padre premuroso della nostra Chiesa.
Con affetto sincero e letizia di cuore saluto tutti voi convenuti in questo tempio meraviglioso. Il Sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, insieme agli altri amministratori del nostro territorio. Le autorità civili e militari che hanno voluto condividere con noi questi giorni allegri. Tutte le realtà associative, custodi dei valori e dello stile della Festa. Gli amici fraterni delle città gemellate, che con fedele presenza ogni anno non mancano di celebrare la nostra stessa gioia. Un ringraziamento sentito alle forze dell’ordine che hanno vigilato sullo svolgimento sicuro e rispettoso della nostra festa.
Un abbraccio speciale voglio riservare ai principali protagonisti della colorata giornata di ieri e della appassionata corsa che l’ha caratterizzata: ai Capitani e ai Capodieci i complimenti e il grazie per averci guidati fin sulla soglia della dimora santa del nostro Vescovo Ubaldo perché, con la stessa devozione, tutti potessimo portare ai piedi di quell’altare la comune supplica filiale.
In questo anno giubilare, che stiamo vivendo con tutta la Chiesa universale, desidero contemplare con voi la figura del nostro santo patrono come “pellegrino di speranza”. Il Beato Ubaldo, testimone credibile della fede in Cristo e autentico animatore del suo amore di carità verso i più poveri e bisognosi, è per noi anche un consolante esempio di discepolo e maestro della speranza.
Le pagine della parola di Dio che arricchiscono questo rito iniziano con un’immagine luminosa tratta dal libro del Siracide: “Ecco il sommo sacerdote, che nella sua vita riparò il tempio, e nei suoi giorni consolidò il santuario. Avendo premura d’impedire la caduta del suo popolo, fortificò la città nell’assedio”. È la fotografia di quanto il nostro Vescovo santo ha vissuto per la sua Diocesi e la sua Città. Di fronte ai tanti e diversi pericoli, che hanno minacciato questo popolo in quel tempo, egli si è sempre prestato a sostenere la fiducia, a custodire l’unità e a confidare nella protezione divina. Anche laddove tutto appariva perduto, e nulla sembrava volgere al bene, Sant’Ubaldo ha saputo attingere all’unica sorgente della vera speranza, la forza e il coraggio per affrontare il male continuando a credere nel bene. La chiarezza della sua fede gli ha ricordato più volte che solo in Gesù, morto e risorto, è la radice salda e incrollabile di ogni speranza. Colui che ha attraversato le porte del male e della morte con la sola forza dell’amore di Dio non manca di custodire i suoi figli da ogni timore.
Anche la parola dell’apostolo Paolo ai cristiani di Efeso ci svela il cuore della speranza cristiana: “Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo”. Davanti al dono della vita nuova, scaturita dalla risurrezione di Cristo, finalmente liberata dalla schiavitù del male e del peccato, possiamo lasciare andare ogni atteggiamento negativo e ogni scelta scomposta per vivere nella benevolenza reciproca. Se siamo fondati e immersi nella misericordia di Dio, che in Cristo ci ha strappati dal potere del male, non abbiamo a temere più nulla e in ogni avversità sappiamo in chi possiamo contare. Come non vedere in questo sguardo di fede la vita e il ministero pastorale del Vescovo Ubaldo? Lui stesso ci invita ad imitare il suo esempio e ad accogliere il suo insegnamento.
Nel Vangelo, rivolgendosi ai suoi discepoli, felici perché nella fede hanno affrontato e vinto il male che hanno incontrato, Gesù mostra loro il motivo vero di quella gioia: “Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. La forza potente che ci protegge è quella di Gesù e del suo amore. Noi possiamo goderne in virtù dell’unione profonda con il suo Santo Spirito. Dunque la speranza e la fiducia con cui possiamo e riusciamo ad affrontare e attraversare le fatiche e le tribolazioni della vita non dicono la nostra forza, ma raccontano la grazia in cui viviamo, per dono di Cristo risorto. Questo fonda la nostra speranza e fa emergere la vera gioia.
Il nostro santo Patrono, come credente prima e come pastore poi, ha vissuto ogni accadimento con la certezza che in Dio poteva trovare quel baluardo sicuro dove ripararsi, insieme ai suoi fratelli, dalle avversità della vita. Con questa forza non è mai venuto meno i suoi doveri e alle sue responsabilità. Si è sempre coinvolto, in prima persona, nelle vicende sociali e spirituali del popolo che il Signore gli aveva affidato. Così ci ha insegnato che la speranza va attinta alla sorgente della misericordia di Dio, ma poi va anche organizzata e servita con l’impegno e il sacrificio personale. Va resa concreta e tangibile con i gesti e i segni della vicinanza e della compassione. Va custodita e moltiplicata nella condivisione fraterna e nella carità operosa. Va appresa e allenata sotto lo sguardo di autentici testimoni.
Vescovo Ubaldo,
patrono santo della nostra terra,
tu che sei stato discepolo e maestro
della speranza di Gesù risorto,
sostieni la nostra fede con la tua intercessione.
Come coraggioso “Pellegrino di Speranza”
accompagna il nostro cammino,
tienici per mano e conduci i nostri passi
nei sentieri più faticosi.
Con la tua quotidiana presenza
sii per noi compagno nel viaggio di questa vita,
e accoglici alla metà del nostro pellegrinaggio terreno,
dove la nostra faticosa speranza
si scioglierà nell’abbraccio di pace del Signore risorto.
Amen.