Gubbio – Pontificale di Sant’Ubaldo, instancabile “pellegrino di speranza”

La Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo di Gubbio ha ospitato la solenne celebrazione per la memoria liturgica di sant’Ubaldo, vescovo, patrono e protettore della città e della diocesi eugubina. Il pontificale è stato celebrato dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrato dal vescovo Giorgio Barbetta, sacerdote della diocesi di Gubbio e vescovo della diocesi peruviana di Huari, insieme anche al clero diocesano eugubino e al vicario generale, don Mirko Orsini. Presenti anche le autorità civili – con i sindaci dei comuni compresi nel territorio diocesano – e militari e le delegazioni delle città gemellate con Gubbio. (CLICCA QUI PER IL VIDEO DELLA CELEBRAZIONE)

L’omelia del vescovo Luciano
Carissimi amici, fratelli e sorelle, si compiono oggi, in questa solenne liturgia, la memoria gioiosa e l’omaggio devoto del popolo eugubino offerti al santo patrono Ubaldo. Ed insieme, come comunità civile e religiosa, siamo di nuovo a ringraziare Dio per il dono sublime di questo grande amico e concittadino, custode solerte della nostra Città e padre premuroso della nostra Chiesa.
Con affetto sincero e letizia di cuore saluto tutti voi convenuti in questo tempio meraviglioso. Il Sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, insieme agli altri amministratori del nostro territorio. Le autorità civili e militari che hanno voluto condividere con noi questi giorni allegri. Tutte le realtà associative, custodi dei valori e dello stile della Festa. Gli amici fraterni delle città gemellate, che con fedele presenza ogni anno non mancano di celebrare la nostra stessa gioia. Un ringraziamento sentito alle forze dell’ordine che hanno vigilato sullo svolgimento sicuro e rispettoso della nostra festa.
Un abbraccio speciale voglio riservare ai principali protagonisti della colorata giornata di ieri e della appassionata corsa che l’ha caratterizzata: ai Capitani e ai Capodieci i complimenti e il grazie per averci guidati fin sulla soglia della dimora santa del nostro Vescovo Ubaldo perché, con la stessa devozione, tutti potessimo portare ai piedi di quell’altare la comune supplica filiale.
In questo anno giubilare, che stiamo vivendo con tutta la Chiesa universale, desidero contemplare con voi la figura del nostro santo patrono come “pellegrino di speranza”. Il Beato Ubaldo, testimone credibile della fede in Cristo e autentico animatore del suo amore di carità verso i più poveri e bisognosi, è per noi anche un consolante esempio di discepolo e maestro della speranza.
Le pagine della parola di Dio che arricchiscono questo rito iniziano con un’immagine luminosa tratta dal libro del Siracide: “Ecco il sommo sacerdote, che nella sua vita riparò il tempio, e nei suoi giorni consolidò il santuario. Avendo premura d’impedire la caduta del suo popolo, fortificò la città nell’assedio”. È la fotografia di quanto il nostro Vescovo santo ha vissuto per la sua Diocesi e la sua Città. Di fronte ai tanti e diversi pericoli, che hanno minacciato questo popolo in quel tempo, egli si è sempre prestato a sostenere la fiducia, a custodire l’unità e a confidare nella protezione divina. Anche laddove tutto appariva perduto, e nulla sembrava volgere al bene, Sant’Ubaldo ha saputo attingere all’unica sorgente della vera speranza, la forza e il coraggio per affrontare il male continuando a credere nel bene. La chiarezza della sua fede gli ha ricordato più volte che solo in Gesù, morto e risorto, è la radice salda e incrollabile di ogni speranza. Colui che ha attraversato le porte del male e della morte con la sola forza dell’amore di Dio non manca di custodire i suoi figli da ogni timore.
Anche la parola dell’apostolo Paolo ai cristiani di Efeso ci svela il cuore della speranza cristiana: “Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo”. Davanti al dono della vita nuova, scaturita dalla risurrezione di Cristo, finalmente liberata dalla schiavitù del male e del peccato, possiamo lasciare andare ogni atteggiamento negativo e ogni scelta scomposta per vivere nella benevolenza reciproca. Se siamo fondati e immersi nella misericordia di Dio, che in Cristo ci ha strappati dal potere del male, non abbiamo a temere più nulla e in ogni avversità sappiamo in chi possiamo contare. Come non vedere in questo sguardo di fede la vita e il ministero pastorale del Vescovo Ubaldo? Lui stesso ci invita ad imitare il suo esempio e ad accogliere il suo insegnamento.
Nel Vangelo, rivolgendosi ai suoi discepoli, felici perché nella fede hanno affrontato e vinto il male che hanno incontrato, Gesù mostra loro il motivo vero di quella gioia: “Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. La forza potente che ci protegge è quella di Gesù e del suo amore. Noi possiamo goderne in virtù dell’unione profonda con il suo Santo Spirito. Dunque la speranza e la fiducia con cui possiamo e riusciamo ad affrontare e attraversare le fatiche e le tribolazioni della vita non dicono la nostra forza, ma raccontano la grazia in cui viviamo, per dono di Cristo risorto. Questo fonda la nostra speranza e fa emergere la vera gioia.
Il nostro santo Patrono, come credente prima e come pastore poi, ha vissuto ogni accadimento con la certezza che in Dio poteva trovare quel baluardo sicuro dove ripararsi, insieme ai suoi fratelli, dalle avversità della vita. Con questa forza non è mai venuto meno i suoi doveri e alle sue responsabilità. Si è sempre coinvolto, in prima persona, nelle vicende sociali e spirituali del popolo che il Signore gli aveva affidato. Così ci ha insegnato che la speranza va attinta alla sorgente della misericordia di Dio, ma poi va anche organizzata e servita con l’impegno e il sacrificio personale. Va resa concreta e tangibile con i gesti e i segni della vicinanza e della compassione. Va custodita e moltiplicata nella condivisione fraterna e nella carità operosa. Va appresa e allenata sotto lo sguardo di autentici testimoni.

Vescovo Ubaldo,
patrono santo della nostra terra,
tu che sei stato discepolo e maestro
della speranza di Gesù risorto,
sostieni la nostra fede con la tua intercessione.
Come coraggioso “Pellegrino di Speranza”
accompagna il nostro cammino,
tienici per mano e conduci i nostri passi
nei sentieri più faticosi.
Con la tua quotidiana presenza
sii per noi compagno nel viaggio di questa vita,
e accoglici alla metà del nostro pellegrinaggio terreno,
dove la nostra faticosa speranza
si scioglierà nell’abbraccio di pace del Signore risorto.
Amen.

Assisi – Anniversario Santuario della Spogliazione

“#Nulladiproprio. Per un mondo pieno di speranza e misericordia” è il titolo dell’ottavo anniversario del Santuario della Spogliazione, istituito con decreto vescovile il 20 maggio del 2017. La cerimonia celebrativa si svolgerà domenica 25 maggio con la santa messa delle ore 9,30 presieduta da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. A seguire alle ore 11 la solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta dal ministro generale dei frati minori Cappuccini, fra Roberto Genuin. Subito dopo, a partire dalle ore 12, avrà inizio la cerimonia di annuncio e consegna del Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità, a cui prenderanno parte oltre al vescovo e a fra Genuin, anche la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti e l’imprenditore Brunello Cucinelli, fondatore dell’omonima maison di moda di Solomeo che ha realizzato il foulard della spogliazione. Quest’anno la segreteria del Premio ha ricevuto un numero record di 60 progetti, in cinque lingue (inglese, italiano, francese, portoghese e spagnolo) da 30 nazioni e 4 continenti. Da notare l’incremento del numero di progetti provenienti da Paesi che non avevano mai partecipato, spesso poveri e devastati dalla guerra. Nelle edizioni passate il premio, che consiste in un assegno di 50mila euro frutto delle donazioni di benefattori italiani e stranieri, nel foulard di Cucinelli con l’immagine della spogliazione di San Francesco e un’icona con il logo e simbolo del Premio, è stato assegnato all’Istituto Serafico, a un progetto delle Filippine, a uno realizzato in Ciad e l’anno scorso a un’iniziativa imprenditoriale nata in Amazzonia. Privilegiati i progetti che nascono dal basso, in un clima di fraternità tra soggetti giovani e vulnerabili che, pur avendo capacità, carismi e capacità imprenditoriali, necessitano del sostegno economico di avviamento.

La festa del Santuario è organizzata dalla Fondazione diocesana Assisi Santuario della Spogliazione, con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo.

Giornata di Santificazione Sacerdotale Collevalenza il 5 giugno

La Conferenza Episcopale Umbra e la Famiglia dell’Amore Misericordioso invitano a partecipare alla ormai tradizionale “Giornata di Santificazione Sacerdotale” per tutto il clero dell’Umbria, giovedì 5 giugno 2025 presso il santuario di Collevalenza.
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
Ore 9.30 – Accoglienza presso la Casa del Pellegrino;
Ore 10.00 – Auditorium “San Giovanni Paolo II”, recita dell’Ora Media e meditazione di S. Em. il cardinale Angelo De Donatis, penitenziere maggiore, sul tema: “Il sacramento della riconciliazione”;
Ore 11.45 – Santa Messa nella Basilica Santuario dell’Amore Misericordioso, presieduta dal cardinale Angelo De Donatis;
Ore 13.00 – Pranzo nel ristorante della Casa del Pellegrino (chi desidera fermarsi per il pranzo è pregato di prenotarlo telefonando allo 075.8958218);

I sacerdoti che concelebreranno sono invitati a portare camice e stola bianca.

Elezione papa Leone XIV – Le espressioni augurali dei vescovi umbri

Poco dopo le 18 dell’8 maggio 2025 il suono a festa delle campane di tutte le chiese del mondo ha rilanciato l’avvenuta elezione del nuovo Papa, il Cardinale Robert Francis Prevost, il 267º papa della Chiesa cattolica che ha scelto il nome di Leone XIV, collegandosi idealmente a Leone XIII che fu Vescovo di Perugia dal 1846 al 1878.

Mons. Prevost, agostiniano, statunitense, per lungo tempo missionario in Perù, dal 30 gennaio 2023 al 21 aprile 2025 è stato prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina, ed è stato membro di sette dicasteri vaticani, oltre che della Commissione per il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. È nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Illinois, Stati Uniti. Nel 1977 è entrato nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino (O.S.A.), nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis. Il 29 agosto 1981 ha emesso i voti solenni. Ha studiato presso la Catholic Theological Union di Chicago, diplomandosi in Teologia. All’età di 27 anni è stato inviato dall’Ordine a Roma per studiare Diritto Canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (l’Angelicum). Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 19 giugno 1982. Dal 2001 è stato priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino. Ha ricoperto questo incarico per due sessenni, fino al 2013. E’ stato creato cardinale nel concistoro del 30 settembre 2023. (la biografia da Wikipedia).
Le sue parole affacciandosi dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro: “Dio ci vuole bene, ci ama tutti. Il male non prevarrà, siamo tutti nelle mani di Dio. Quindi senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti, siamo discepoli di Cristo, Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce”.

(foto di Maurizio Riccardi)

 

Dichiarazione dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo
«Abbiamo aspettato con trepidazione questo momento e mi piace coglierlo come un segno di grande unità e comunione tra i Cardinali che, in tempo relativamente breve, hanno eletto il Vescovo di Roma al quale il Signore affida le chiavi date a Pietro in un giorno lontano. È bello vedere come attraverso i secoli questo grande pellegrinaggio del popolo di Dio continua nella storia tra le incomprensioni e le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, come diceva S. Agostino fondatore dell’ordine a cui appartiene il Pontefice. L’augurio e la preghiera che mi sento di formulare è che papa Leone XIV faccia gustare a tutti noi le consolazioni di Dio mentre continuiamo il cammino sulle strade del Vangelo. Personalmente conosco il Papa da quando era Priore generale degli agostiniani e proprio lo scorso anno lo abbiamo avuto a Cascia a celebrare la Messa per la festa di Santa Rita. Più volte, poi, negli anni è stato a Cascia e nel monastero di Santa Chiara della Croce a Montefalco. Questa nostra Chiesa è un po’ la sua casa e ne siamo orgogliosi».

IL LINK ALLA VISITA DEL CARD. PREVOST A CASCIA E LE SUE PAROLE (22 MAGGIO 2024)

Le parole di padre Giustino Casciano, rettore della Basilica di Santa Rita a Cascia. «È un’immensa gioia l’elezione di Leone XIV. È il primo Papa agostiniano nella storia, è stato nostro Priore generale. Conosce bene tutte le realtà agostiniane d’Italia e del mondo. Lo conosco molto bene, abbiamo collaborato per la visita di Papa Benedetto XVI a Pavia e lo ho accolto da Cardinale a Tolentino e lo scorso anno qui a Cascia».

 

La dichiarazione di mons. Ivan Maffeis arcivescovo di Perugia – Città della Pieve
“La trepidazione degli ultimi giorni si è sciolta nella commozione e nella gioia della festa, davanti alla fumata bianca che in questa sera di maggio ha annunciato la nomina del Successore di Pietro, il Card. Robert Francis Prevost.
Come Diocesi siamo orgogliosi che abbia scelto il nome che fu di Gioacchino Pecci, il Papa delle “cose nuove”, per 32 anni Vescovo di Perugia.
Accompagniamo l’elezione di Leone XIV con la preghiera, affinché possa sentirsi abbracciato dalla luce dello Spirito Santo e dall’affetto di tutta la Chiesa.
Non tema l’immane responsabilità che gli è posta sulle spalle, sapendo di aver messo la sua fiducia in Colui che del pescatore Simone ha fatto l’apostolo Pietro.
Davanti a un mondo lacerato e disorientato, scuota la Chiesa da ogni timidezza e paura, la confermi nella fede che anche questo tempo complesso è ogni giorno visitato dalla presenza di Dio.
La rilanci, affinché il suo andare fra gli uomini con la forza del Vangelo la riveli a tutti segno e strumento della tenerezza e dell’amore del suo Signore”.

 

La dichiarazione di mons. Domenico Sorrentino vescovo di Assisi-Nocera-Gualdo e di Foligno
“La gioia di un Papa nuovo non ci fa dimenticare la bellezza del Pontificato di papa Francesco ma insieme ci apre al futuro. Papa Leone XIV ci ha subito incantato, in linea con papa Francesco, dicendoci una parola di pace, ricordando tuttavia che la pace fu il saluto di Cristo Risorto ai suoi apostoli la sera di Pasqua. Aver preso il nome di Leone XIV non è stato certo prendere le distanze né da Francesco di Assisi né da papa Francesco. Nella Chiesa, con diversi accenti e sensibilità, tutto si tiene. Pietro è la roccia: ‘Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa’”. “L’accento che papa Leone XIV fa immaginare si lega naturalmente, ad alcune grandi figure di Papi. San Leone Magno fu il Papa che fermò Attila ed insieme arginò l’eresia riguardante l’identità di Cristo, cuore della Chiesa. Nel secondo Millennio a papa Leone XIII che, tra Ottocento e Novecento, diede un grande impulso all’incontro della Chiesa con i problemi sociali, Papa della Rerum Novarum, seguito da un economista beato, Giuseppe Toniolo, al quale sono dedicate le nostre due scuole, quella socio-politica ad Assisi e quella dell’economia della fraternità a Foligno. Ha voluto egli stesso ricordare poi, quasi programmaticamente, che la sua elezione è avvenuta provvidenzialmente nel giorno della Supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei. Papa Leone XIII fu per eccellenza il papa del Rosario trovando nel Beato Bartolo Longo un collaboratore straordinario. Quanti fedeli in questi giorni hanno scandito proprio con questa preghiera le ore di malattia e di congedo di Papa Francesco e i giorni di discernimento per il nuovo Papa”.

 

La dichiarazione di Mons. Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia
“Abbiamo tutti atteso con trepidazione l’elezione del nuovo Papa ed anche questa volta abbiamo toccato con mano ciò che con la preghiera l’intera Chiesa ha chiesto a Dio in queste ore di attesa.
I Cardinali hanno veramente saputo interpretare il soffio dello Spirito Santo e coglierlo immediatamente, dando al mondo una stupenda immagine di unità.
Robert Francis Prevost successore di san Pietro, col nome di Leone XIV, manifesta pienamente il dono e la sorpresa che lo Spirito Santo fa in questo tempo alla Chiesa e al mondo.
La scelta del nome la vedo in continuità con l’intero magistero pontificio che ha caratterizzato e continua a caratterizzare i tempi moderni: il compito della Chiesa che, in mezzo al mondo, ha il dovere di illuminarlo con la presenza viva del Vangelo.
Il saluto di pace col quale ha iniziato il pontificato ricalca il grido e le attese dell’intera umanità. Una pace da ricercare e costruire senza le armi e che disarma. La pace dono del Signore Crocifisso e Risorto.
Un Papa che con la sua esperienza di sacerdote, di missionario, di teologo condensa in sé le caratteristiche essenziali del Pastore, semplice, umile, mite e forte insieme.
Grazie papa Leone per aver accettato. La Chiesa prega per il tuo immenso ministero. Il mondo guarda a te come punto di riferimento. La nostra Diocesi ti sostiene con la preghiera unanime. Tu benedicici nel nome della Santissima Trinità”.

 

 

Mons. Gualtiero Sigismondi vescovo di Orvieto-Todi
“Risuona in tutta la Chiesa una limpida gioia per l’elezione del nuovo Vescovo di Roma, Leone XIV, un “figlio di Sant’Agostino”, pastore “assetato della vera sapienza”.
– Limpida gioia per l’agilità con cui la mano dei cardinali ha scritto senza indugio il nome di colui che il Signore ha scelto come successore del Beato Pietro.
– Limpida gioia per la coralità della preghiera d’intercessione, salita a Dio da tutta la Chiesa, che ha ottenuto il dono della concordia, presupposto della Pentecoste.
– Limpida gioia per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice nelle cui mani il Signore, che conosce il cuore di tutti, ha posto le “somme chiavi” del Regno dei cieli.
– Limpida gioia per il nuovo Pastore universale che, ammaestrato dal “magistero infallibile” dei gesti di Papa Francesco, è diventato “pioniere” dei “pellegrini di speranza”.
– Limpida gioia perché l’elezione del Romano Pontefice ha ravvivato la consapevolezza che “il cuore della Chiesa batte col cuore di Pietro, ama col cuore di Cristo”.
– Limpida gioia per il nuovo Papa, “amministratore” del “tesoro della Chiesa”, ingente “capitale di grazia” che i fedeli possono ricevere in questo Anno santo.
– Limpida gioia per il Vescovo di Roma chiamato, nella docilità all’azione dello Spirito, ad essere “servo dei servi di Dio”, “servo premuroso del popolo di Dio”.
– Limpida gioia perché nel giorno della Supplica alla Madonna di Pompei la Madre di Dio ha ottenuto dal Figlio suo il Segno atteso da tutta la Chiesa.
+ Gualtiero Sigismondi

 

La dichiarazione di mons. Luciano Paolucci Bedini vescovo di Gubbio e Città di Castello
Abbiamo appena conosciuto il nuovo Papa, Leone XIV, e si è affacciato alla loggia della Basilica Vaticana per benedire il popolo. Un nome che forse non molti s’aspettavano, un religioso che prende in mano la barca di Pietro in questo tempo così importante e che già nel suo saluto ci ha dato tante parole anche di continuità con Papa Francesco indicando quelli che sono i temi della comunione, del camminare insieme, della pace, soprattutto dell’attenzione a tutti i popoli. Ringraziamo il Signore per questo dono e continuiamo a camminare là dove il Vangelo continua a dirci che siamo chiamati ad annunciare la sua novità. Questo Papa è stato missionario e ha ben chiaro il compito che la Chiesa ha di arrivare davvero fino ai confini del mondo”.

Elezione Papa Leone XIV – L’Arcivescovo Boccardo: «Lo inviterò a farsi pellegrino a Cascia e Montefalco per affidare il suo ministero petrino a Santa Rita e Santa Chiara della Croce, delle quali è molto devoto»

Grande gioia ha suscitato nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia l’elezione a Papa del cardinale Francis Robert Prevost, primo americano e primo agostiniano a succedere all’apostolo Pietro. Leone XIV quando era Priore generale degli agostiniani e poi Cardinale ha visitato tante volte Cascia e Montefalco, comunità legate alle Sante agostiniane Rita e Chiara della Croce. E l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, invita il Pontefice a tornare: «Ancora una volta rendiamo grazie Dio per il dono di Papa Leone XIV. Lo inviterò a farsi pellegrino a Cascia e a Montefalco per affidare il suo ministero petrino all’intercessione di Santa Rita e di Santa Chiara, delle quali è molto devoto».

Elezione Papa Leone XIV – Gli auguri delle agostiniane di Montefalco

Le parole di suor Maria Cristina Daguati, priora delle agostiniane di Montefalco: «Questa sera le campane del Monastero hanno suonato a lungo, campane in festa che annunciano una grande gioia: habemus papam. La pace del Risorto annunciata dal nuovo papa Leone XIV, il nostro amato ex padre Generale, ha accarezzato tutto il mondo e il suo sorriso da bambino misto alle lacrime di commozione, ha percorso le strade per dirci di non temere: le tenebre non prevarranno. Tante volte il nostro amato padre Prevost ha presieduto la Solennità di Santa Chiara qui a Montefalco ed è nato proprio il giorno 14 settembre Solennità dell’Esaltazione della S. Croce, a cui è dedicato il nostro monastero. Abbiamo un’infinità di motivi per gioire, ma la grande gioia rimane sempre una, il Papa ce l’ha detto da subito: “Ci è stato dato un Figlio e il suo nome è Principe della Pace!”. Ringraziamo il Signore per questo uomo di comunione, figlio di S. Agostino, ringraziamo la Chiesa per aver generato un sacerdote buono e felice. La luce che illuminava questa sera S. Pietro è davvero un buon auspicio! La Presenza del Risorto in mezzo a noi guiderà e accompagnerà il nostro amato papa per le vie del mondo! S. Agostino non smetterà di ricordargli che con noi è cristiano e per noi papa! Preghiamo per Lui e vogliamogli bene!».

Elezione Papa Leone XIV – gli auguri dei Frati del Sacro Convento di Assisi

Anche la comunità dei frati minori conventuali del Sacro Convento di San Francesco in Assisi esprime la propria gioia ed il ringraziamento a Dio per l’elezione di papa Leone XIV. Come figli di San Francesco, la comunità francescana rinnova la propria filiale fedeltà al nuovo Pontefice, augurandogli un fecondo servizio alla Chiesa e all’umanità. Questa mattina fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento, con una lettera ha espresso al Santo Padre gli auguri e l’affetto di tutta la comunità dei frati. Ne riportiamo qui di seguito un estratto.
«Come comunità dei Frati Minori Conventuali del Sacro Convento, posta a servizio della Basilica Papale di San Francesco, strettamente legata alla Santa Sede, ringraziamo il Signore per il dono grande di un nuovo Pastore della Chiesa e desideriamo fin da subito promettere “obbedienza e reverenza al Signor papa” così come si espresse san Francesco nella sua Regola, il cui originale abbiamo l’onore di custodire proprio qui in Basilica, assieme a un piccolo manoscritto in cui lo stesso san Francesco rivolge la sua benedizione a frate Leone, suo fidato amico e fratello. È la stessa benedizione che vogliamo rivolgere a lei, papa Leone, per il suo ministero alla guida del popolo di Dio.
Anche nel suo nome, Robert Francis, è contenuto quello del nostro fondatore, il cui venerato corpo riposa proprio qui da ottocento anni, nella suggestiva cripta che ha accolto varie volte papa Francesco e i suoi predecessori e dove è sepolto pure lo stesso frate Leone».

Alla fine del suo messaggio, il Custode fa rimento alla Chartula, preziosissima reliquia, foglio di pergamena autografo di san Francesco, che custodisce la benedizione a frate Leone, scritta in occasione dell’evento delle stimmate nel 1224 a La Verna.
Frate Leone – chiamato nelle Fonti Francescane “pecorella del Signore” – ha accompagnato san Francesco durante il suo cammino di vita religiosa ed è stato presente nei momenti cruciali della sua vita, quali l’impressione delle stimmate. Nella Basilica di San Francesco sono spesso rappresentati insieme, sia nei due dipinti della predica agli uccelli, che nei vari affreschi della stimmatizzazione di Francesco.

Narni – solenne pontificale di San Giovenale. Mons. Soddu: «In questo tempo storico, così complesso per una serie di problematiche, abbiamo la felice opportunità di essere noi, ciascuno di noi il seme fecondo della presenza di Dio».

La festa del santo patrono Giovenale è per la comunità narnese un forte momento d’incontro, e tantissimi fedeli hanno partecipato sabato 3 maggio al solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu e alla processione per le vie della città con il busto del Santo. Il tutto accompagnato dallo scenario della città antica e dalla coreografia della sfilata del corteo storico in ricchi abiti medievali.
Una presenza viva quella di San Giovenale, che con la sua predicazione divenne l’anima dell’intera città nei secoli difficili delle persecuzioni contro i cristiani. Alla celebrazione nella concattedrale di Narni erano presenti il sindaco Lorenzo Lucarelli, che ha donato l’olio e acceso la lampada davanti al busto di San Giovenale e recitato la preghiera di affidamento al santo patrono, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, l’assessore regionale Francesco De Rebotti, la consigliera regionale Eleonora Pace, in rappresentanza della Provincia di Terni Fabio Di Gioia, i sindaci dei Comuni di Calvi dell’Umbria, di Otricoli, autorità civili e militari della provincia di Terni, i rappresentanti delle parrocchie del narnese che hanno offerto i ceri, i rappresentanti dei Terziari Fraporta, Mezule e Santa Maria e del corteo storico della Corsa all’anello, i cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme e tanti fedeli narnesi. Hanno concelebrato il parroco della Concattedrale di Narni don Sergio Rossini, il vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, il vicario foraneo di Narni don Jean PierreKalongisa, i canonici del capitolo della Concattedrale di Narni, i sacerdoti della diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Ricordando la figura del santo patrono e primo vescovo di Narni, mons. Soddu ha sottolineato come San Giovenale sia un testimone attuale della fede «che ha saputo incarnare nella propria vita il vangelo del Signore; con la sua esperienza di vita, tutta donata al Signore, è per noi espressione viva ed eloquente di quanto in Dio si trovi la realizzazione piena della vita».
«Essere cristiani significa mettere in pratica la vigilanza, come ricorda san Paolo nella prima lettura – ha aggiunto il vescovo – stando attenti, avendo come punto di riferimento costante la Parola di Dio.  Il tesoro della pienezza di vita è il Vangelo di Cristo. L’inverso, ossia il vuoto della vita è causato proprio dalla sua assenza. Per questo ci viene data l’opportunità di essere non solo seguaci o imitatori di questo messaggio, quanto piuttosto depositari di un grande tesoro, anche se questo è contenuto nella nostra fragile vita. Davanti al vuoto o alla banalità delle innumerevoli offerte che ci vengono quotidianamente poste innanzi, sulle quali ci si butta a capofitto cercando di acchiapparne il più possibile, abbiamo la capacità di fare adeguato discernimento, ossia la capacità di scegliere il benee rifiutare il male; quello che nutre la nostra vita da ciò che la inquina, annacqua, intossica e danneggia. Queste offerte sono infinite, come ben sappiamo. L’offerta della vita vera invece è solo una, come una è la vita stessa: Gesù Cristo, il suo Vangelo. Dico Gesù e il suo Vangelo e non l’ideache spesso ci si costruisce. Gesù, l’incontro e l’amicizia con lui”.
Un riferimento particolare è stato fatto dal vescovo all’Anno Santo come espressione di speranza: «Ci sia sempre di supporto nellavita, nella preghiera, nel lavoro, nello svago, nella salute e nella malattia; in ogni età. Specialmente in questo tempo storico, così complesso per una seriedi problematiche, abbiamo la felice opportunità di essere noi, ciascuno di noiil seme fecondo della presenza di Dio, della testimonianza tramandataci da san Giovenale per intravvedere ed assaporare il gusto della vita nuova che germoglia nella misura in cui ci si abbevera alle sorgenti della salvezza».
Al termine della celebrazione il corteo storico, musici, tamburini, bambini e ragazzi del catechismo, i sacerdoti e le autorità sono usciti dalla concattedrale per la processione con il busto di san Giovenale fino a piazza dei Priori, dove il vescovo Soddu ha salutato la cittadinanza e pregato per la città. La cerimonia si è conclusa con il rientro in cattedrale e la benedizione finale del vescovo alla comunità narnese e alla città.
L’OMELIA DEL VESCOVO

Da Assisi fedeli e pellegrini uniti in preghiera per le esequie del Santo Padre

Anche da Assisi sono stati tanti i fedeli della comunità diocesana e i pellegrini che sabato 26 aprile si sono uniti in preghiera ai funerali di Papa Francesco, seguiti in diretta dai maxi schermi installati al Santuario della Spogliazione, in piazza Santa Chiara e nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

In un clima di grande commozione e raccoglimento i fedeli hanno pregato e seguito la messa esequiale celebrata sul sagrato della Basilica di San Pietro. La liturgia presieduta dal decano del collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, e concelebrata da cardinali, vescovi, tra i quali anche il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino e sacerdoti.

All’inizio del rito funebre gli esercizi commerciali della città serafica hanno abbassato le serrande per cinque minuti e è stato osservato un momento di raccoglimento in tutti i luoghi pubblici e di lavoro.

OMELIA DELLA MESSA ESEQUIALE 

Gli adolescenti perugini al Giubileo e alle esequie del Papa

Sveglia poco prima dell’alba, intorno alle 4.30 di questa mattina nella parrocchia romana di San Gregorio VII, per gli oltre 500 adolescenti perugino-pievesi al loro Giubileo e alle esequie di Papa Francesco, accompagnati dal Vescovo Ivan insieme a diversi sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti e catechiste. Accomunati dal sentimento di voler esprimere la propria gratitudine al loro Papa nell’essere presenti e partecipi alla storica giornata dell’ultimo saluto di tutto il mondo cattolico e non solo, al successore di san Pietro venuto “quasi dalla fine del mondo”.

«Un Papa in mezzo alla gente, con il cuore aperto verso tutti», ha detto il cardinale decano Giovanni Battista Re nell’omelia della celebrazione delle esequie di Papa Francesco in Piazza San Pietro.
Il decano del Collegio Cardinalizio si è anche soffermato sul significato della scelta di Papa Bergoglio di chiamarsi Francesco. «Una scelta – ha sottolineato– che da subito apparve il simbolo “di un programma e di uno stile su cui egli voleva impostare il suo pontificato, cercando di ispirarsi allo spirito di San Francesco d’Assisi”.
https://www.rainews.it/tgr/umbria/video/2025/04/tgr-umbria-web-baldacci-umbri-ai-funerali-del-papa-97b20340-cc6a-47b7-9f2d-4625ff1ab182.html