Cascia, al via il cantiere per il recupero e consolidamento della chiesa di Santa Maria della Visitazione. L’Arcivescovo: «Ricostruire e ricominciare è possibile».

La comunità di Cascia sabato 28 settembre 2024 ha festeggiato l’avvio del cantiere di recupero dell’antica chiesa di Santa Maria della Plebe presso porta Leonina, oggi conosciuta come chiesa di Santa Maria della Visitazione. L’edificio è chiuso a seguito dei danni dei terremoti del 2016. La mattinata, cui hanno preso parte diversi fedeli casciani, si è aperta nella vicina sede del BIM (Bacino Imbrifero Montano) con la presentazione dei lavori da parte dei progettisti, ing. Natale D’Ottavio, arch. Luigi Casula, geol. Giorgio Leoni. È stato ricordato come la chiesa è stata lesionata più volte dai terremoti: dopo quello del 1599 fu ricostruita e ingrandita, come è testimoniato dalla seconda porta di ingresso, e abbellita; dopo il terremoto del 1703 fu aggiunta la torre campanaria e venne intonacata la facciata per differenziarla dall’edilizia rurale. Poi, sono state elencate le carenze emerse durante la fase dei sondaggi: le murature sono a sacco, i pilastri sono vuoti all’interno, le volte in camorcanna, il tetto molto pesante e totalmente spingente. Gli interventi, dunque, prevedono il consolidamento delle murature, delle volte con inserimento di catene metalliche, il rifacimento della copertura in acciaio e legno, il consolidamento del campanile. L’importo dei lavori è di 3.900.000 euro, contributo concesso con il decreto del Commissario n. 282 del 12 aprile 2024.

Poi, ci si è spostati dinanzi alla chiesa per la benedizione del cantiere da parte dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo. Accanto al Presule c’erano il parroco don Davide Travagli e l’emerito don Renzo Persiani. Tra le autorità civili e militari erano presenti, tra gli altri, il commissario per la ricostruzione post sisma 2016 sen. Guido Castelli, l’assessore alle Infrastrutture trasporti e modalità urbana della Regione Umbria Enrico Melasecche e il sindaco di Cascia Mario De Carolis. C’erano, naturalmente, anche i rappresentanti della ditta “Sacen srl” di Napoli, che si è aggiudicata la gara di appalto.

Le parole dell’Arcivescovo: «Ricostruire e ricominciare è possibile», ha detto mons. Boccardo. «Il risultato odierno è il frutto di un proficuo lavoro e questo testimonia l’importanza di fare rete tra le istituzioni, tra le istituzioni e le comunità, avendo come unico obiettivo il bene di questo nostro territorio della Valnerina, dove si sta bene e si vive bene».

Le parole del Commissario Castelli: «La giornata di oggi segna un passo importante nella ricostruzione del patrimonio spirituale dell’Umbria. Cascia e Santa Rita rappresentano un valore immenso per questo territorio, e la partenza di questo cantiere è l’ennesimo segnale positivo di una ricostruzione finalmente avviata. Stiamo lavorando insieme alla presidente Donatella Tesei, all’arcivescovo Renato Boccardo e al direttore dell’Usr Stefano Nodessi Proietti, affinché le migliaia di visitatori che ogni anno raggiungono Cascia, possano nuovamente visitare i luoghi della Santa delle cause impossibili, traendo ispirazione e beneficio da luoghi così pregni di storia, arte, natura e bellezza».

Le parole di Melasecche: «Stiamo celebrando un momento significativo per la comunità Cascia. E mi piace anche sottolineare come l’impegno della Regione per migliorare la qualità della vita in Valnerina è sempre elevato».

Le parole del Sindaco: «La giornata di oggi è veramente particolare per Cascia. Quando, dopo il terremoto del 2016, abbiamo chiuso Santa Maria della Visitazione è stato un enorme dispiacere. Noi casciani siamo molto legati a questo luogo di culto e la partenza dei lavori è davvero una grande gioia».

Al via il cantiere per la chiese di Santa Maria della Visitazione in Cascia e di S. Agostino Minore in Norcia. Approvato il progetto per quella di S. Vito ad Agriano di Norcia

Sabato 28 settembre 2024 alle ore 12.00 verrà avviato il cantiere per il recupero della chiesa di Santa Maria della Visitazione a Cascia, chiusa a seguito dei danni del terremoto del 2016. Dinanzi all’edificio di culto ci sarà la benedizione del cantiere da parte dell’arcivescovo Renato Boccardo e poi nella vicina sede del BIM (Bacino Imbrifero Montano) ci sarà la presentazione del progetto, alla presenza delle autorità, tra cui il Commissario straordinario del Governo per il sisma 2016 sen. Guido Castelli e il sindaco Mario De Carolis, e dei fedeli. L’importo dei lavori è di 3.900.000 euro, contributo concesso con il decreto del Commissario n. 282 del 12 aprile 2024. Il gruppo della progettazione è composto da: ing. Natale D’Ottavio, arch. Luigi Casula, geol. Giorgio Leoni. La gara di appalto è stata vinta dalla ditta Sacen srl di Napoli. I tempi per effettuare i lavori sono stimati in 742 giorni. Breve storia. Il primo documento che cita la chiesa è dell’856, mentre i resti più antichi dell’attuale edificio risalgono alla pieve romanica del XII secolo. La chiesa poi è stata a più riprese restaurata e rimaneggiata. L’interno è a tre navate coperte da crociera, ha assetto cinquecentesco e presenta altari in legno e stucco policromi del XVI e XVIII secolo con abside al termine della navata centrale e con altari alle pareti delle navate laterali e cappelle al loro termine. Nella chiesa è presente il fonte dove fu battezzata Santa Rita. Gli interventi attuali saranno volti, tra le altre cose, a ridurre la vulnerabilità sismica mediante il ripristino delle lesioni, il consolidamento della struttura, l’inserimento di catene e di micropali.

Chiesa di S. Agostino minore in Norcia. La mattina di giovedì 25 settembre 2024, invece, è stato avviato il cantiere per il restauro della chiesa di S. Agostino Minore in Norcia. Si tratta della terza chiesa all’interno delle mura di Norcia per la quale partono i lavori dopo la Basilica di S. Benedetto e la Concattedrale di Santa Maria Argentea. Era presente il vicario generale dell’Archidiocesi don Sem Fioretti (l’Arcivescovo era a Roma alla riunione del Consiglio Permanente della CEI, ndr), il sindaco Giuliano Boccanera, il parroco don Marco Rufini, il direttore dell’ufficio tecnico della Curia Simone Desantis, i progettisti, le maestranze e alcuni fedeli nursini, tra cui Francesco Ferrari referente del comitato spontaneo “Salviamo S. Agostinuccio”. Notevole la gioia e la soddisfazione di tutti per quella che è considerata una delle più belle chiese di Norcia, che presenta, tra l’altro, un ricco soffitto a cassettoni dorato e dipinto. L’importo dei lavori è di circa 1.690.000 €, che provengono dal fondo sisma 2016. La gara di appalto è stata vinta dalla ESTIA srl di Bastia Umbra (PG). I Progettisti sono: ing. Graziano Mancinelli; arch. Carla Bartelli; ing. Simona Paltricia; ing. Roberto Trovati; ing. Rita Sabatini; geologo Domenico Brosio; giovane professionista arch. Laura Batocchioni Sorbini. Il progetto di recupero prevede lavori di miglioramento sismico e restauro, compresi il consolidamento delle strutture murarie e la ricostruzione delle parti crollate usando materiali compatibili e moderni sistemi di copertura. Saranno inoltre restaurate le parti lignee della chiesa.

Chiesa di S. Vito in Agriano di Norcia. Nella mattina di giovedì 26 settembre 2024, infine, si è riunita la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 tra la struttura del Commissario alla ricostruzione, l’Ufficio speciale alla ricostruzione dell’Umbria, la Sovrintendenza Speciale alla ricostruzione, l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia e il Comune di Norcia. Si è approvato il progetto di ricostruzione della chiesa di S. Vito in Agriano di Norcia.

L’Archidiocesi, appena arriverà il decreto commissariale di finanziamento, procederà alla gara di appalto. L’importo dell’intervento è di 1.447.000 euro, che provengono dal fondo sisma 2016. I tecnici sono: arch. Agostino Tardioli, ing. Marco Zerbini, ing. Paolo Sensi, geol. Pamela Marinelli, ing. Monia Beranzoni.

Gubbio – Il card. Matteo Zuppi ha benedetto don Edoardo, nuovo abate dei Canonici regolari lateranensi

“Ogni comunità non è mai la somma delle nostre persone, perché tra noi c’è il Signore Gesù ed è lui che ci rende una cosa sola, con lui e tra di noi. Quanto è importante essere comunità in un mondo di individualisti, a cominciare da noi. Gesù ci chiama a essere famiglia, che è molto più di un’associazione o di un gruppo di scopo. Questa è la Chiesa madre che non smette di renderci figli, di ricordarci che lo siamo, di trattarci anche quando non pensiamo di esserlo, di aiutarci a comportarci in maniera degna della chiamata che abbiamo ricevuto”.

Sono le parole del card. Matteo Maria Zuppi – arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana – che ieri a Gubbio ha presieduto la liturgia che segna l’inizio del “mandato” del nuovo abate generale dei Canonici regolari lateranensi, dopo i sei anni di don Franco Bergamin. La santa messa con la benedizione abbaziale di don Edoardo Parisotto è stata celebrata nella chiesa di San Secondo.

La galleria fotografica della celebrazione

“Don Edoardo – ha continuato nell’omelia il presidente dei vescovi italiano – ci ha sempre coinvolti nella sua vita, con molta delicatezza, con tanta dolce ma fermissima persuasione, con la sua sensibilità così attenta e presente, con il suo tratto disponibile, sobrio, essenziale, per portarci a mettere in tutto sempre al centro Gesù, la sua parola, l’incontro con il prossimo e il libero dono di sé, sempre con tanta umanità e con tanta spiritualità. Oggi celebriamo la sua chiamata al nuovo servizio come abate dei fratelli ma anche – per certi versi – di tutte le nostre comunità”.

E poi la riflessione di Zuppi sul ruolo che l’abate generale dovrà avere per la comunità. “L’abate ha il compito di aiutarci – ha detto il cardinale – a pensarci insieme, di ricordare a tutti di seguire Gesù e di lavorare nella grande vigna di questo mondo, essendo lui stesso servo, come Gesù che è venuto a servire e non per essere servito. Aiutiamo don Edoardo, perché lui servirà nella comunione ma l’unità è affidata a ciascuno di noi”.

Anche il vescovo della Chiesa eugubina ha concelebrato la messa nella chiesa abbaziale di San Secondo, la comunità canonicale dove don Parisotto ha vissuto l’anno di noviziato tra il 1991 e il 1992. Per l’occasione sono arrivate decine e decine di fedeli dalle comunità dove don Edoardo ha compiuto il suo ministero sacerdotale nei decenni scorsi, in particolare da Roma e Bologna.

“Accogliamo con gioia e gratitudine – ha detto mons. Luciano Paolucci Bedini – la visita del card. Zuppi e il bel dono che la famiglia dei Canonici regolari lateranensi ci ha fatto nel decidere di celebrare qui la benedizione del nuovo abate generale. Credo non fosse mai successo prima e quindi ringrazio anche don Edoardo per questo pensiero. Aggiungiamo così la nostra preghiera per questa famiglia religiosa che ci onora da tanti secoli della sua presenza e del suo servizio. Il nostro patrono sant’Ubaldo è frutto anche della spiritualità dei Canonici regolari lateranensi”.

Il vescovo Luciano ha anche ricordato la recente nomina di don Gabriele Pauletto a visitatore della congregazione canonicale, ringraziandolo per il servizio svolto nella diocesi eugubina come parroco a Madonna del Ponte, comunità che lascerà entro circa un mese.

Originario di Fanzolo (Treviso), 51 anni, Parisotto è stato scelto durante il capitolo generale dei Canonici regolari lateranensi, riunito in Brasile a fine giugno scorso, e chiamato a succedere a don Franco Bergamin. Don Edoardo ha compiuto la sua professione religiosa nella congregazione nel 1992 ed è stato ordinato sacerdote nel 1999 a Treviso. Ha svolto la sua attività pastorale anche a Santa Maria Forisportam a Lucca, a San Floriano nel Trevigiano, poi a Roma dov’è stato cappellano universitario alla Sapienza e parroco a Sant’Agnese fuori le mura. Dal 2018 fino alla sua elezione ad abate è stato parroco a Bologna presso la comunità dei Santi Monica e Agostino e anche uno dei vicari pastorali dell’arcivescovo Matteo. E ieri è stato proprio il cardinale Zuppi a consegnargli le “insegne” distintive dell’abate generale dei Canonici: la Regola di Sant’Agostino, l’anello segno di fedeltà alla congregazione, la mitria e il pastorale.

 

Commissione Pastorale della Salute – convegno “Giunio Tinarelli testimone di Speranza”

In preparazione al Giubileo del 2025, l’ufficio per la Pastorale della Salute dell’Umbria, promuove un incontro dedicato a “Giunio Tinarelli testimone di speranza” che presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato Ceu per la pastorale della salute. Suor Anna Maria Lanari dei Silenziosi Operai della Croce ha presentato la figura e la spiritualità del venerabile Giunio Tinarelli quale testimone di speranza. Ha introdotto padre Angelo Gatto direttore della commisione per la pastorale della salute ed è intervenuta la dott.ssa Gabriella Angeletti coordinatrice della commissione regionale per la pastorale della salute.

«Raccogliendo volentieri l’invito di tutte le diocesi dell’Umbria – spiega il vescovo Soddu – che hanno espresso il desiderio di celebrare un grande testimone di speranza, abbiamo voluto mettere in risalto la figura esemplare del venerabile Giunio Tinarelli perché attingendo dal suo luminoso esempio di vita possiamo abitare il tempo prezioso dell’Anno di Grazia come autentici pellegrini di speranza.  È stato, in particolare per la comunità ecclesiale umbra, un fulgido esempio di vita cristiana nel lavoro, nella malattia, nella sofferenza e oggi insegna come in ogni nostra attività possiamo mettere a frutto con onestà i talenti, come essere uniti alla croce di Cristo e solidali con le croci degli altri, come porsi al servizio umile e delicato verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito».

Il venerabile Giunio Tinarelli trascorse venti nell’immobilità ed è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, di una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio delle Acciaierie, sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato. Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per consolarlo. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini, ricordando che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.

 

A Terni convegno nazionale CEI pastorale della Salute: “Laudato si’ per sora nostra matre terra. Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro”, il 27 settembre

Il percorso «Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro» giunge alla terza edizione e fa tappa a Terni, venerdì 27 settembre dalle 16.30 alle 19 presso l’Aula Magna Arpa Umbria, Via Carlo Alberto dalla Chiesa. Interverranno: mons. Francesco Antonio Soddu Vescovo di Terni – Narni – Amelia, avv. Massimo Perari Commissario straordinario Arpa Umbria, Gen. B. CC Giuseppe Vadalà Commissario Unico di Governo per la Bonifica delle Discariche abusive, p. Giuseppe Riggio SJ Direttore responsabile Aggiornamenti sociali, Marco Martuzzi Direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, Sauro Pellerucci Presidente PagineSi spa, don Massimo Angelelli direttore Ufficio pastorale della Salute della Cei, don Bruno Bignami direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, don Marco Pagniello direttore di Caritas Italiana.
IL PROGRAMMA 
Un convegno per riflettere su come coniugare la cura della salute, la tutela dell’ambiente e l’attività produttiva umana. L’equilibrio si raggiunge attraverso la proposta dell’ecologia integrale, suggerita dal Magistero sociale di papa Francesco. Davvero «tutto è connesso» e non è possibile affrontare i temi sociali senza associarli a quelli ambientali. E viceversa. A 800 anni dal Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi, la terra umbra è chiamata a una riscrittura profetica della cura del creato.
Tutto il territorio italiano è infatti contrassegnato da siti particolarmente inquinati, che destano gravi preoccupazioni per gli importanti interventi di bonifica necessari, e ben 78 Diocesi italiane portano queste ferite.
Come preservare la salute di tutti, offrendo luoghi di vita e di lavoro sicuri, e cure adeguate? A partire dallo stare vicino alle persone che vivono una condizione di sofferenza, è necessario incontrare e parlare con chi svolge attività di studio e di ricerca, come pure con chi riveste un ruolo a livello istituzionale.

La partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi online cliccando sul link di seguito:
https://iniziative.chiesacattolica.it/CustodireLeNostreTerre3

Perugia – La famiglia ricchezza della Chiesa e prima e più ancora della città, della società. Celebrata in cattedrale la Giornata diocesana della Famiglia.

«La ricchezza della nostra Chiesa e prima e più ancora dell’intera città, della società sia legata essenzialmente a questo essere famiglia». Lo ha auspicato l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della celebrazione eucaristica della Giornata diocesana della Famiglia, domenica 15 settembre, a Perugia, in una gremita cattedrale di San Lorenzo. Un evento promosso dalla Confraternita del Santo Anello e dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare, svoltosi nell’ambito della Festa della Madonna delle Grazie, proseguito, nel pomeriggio, con tanti bambini e adulti nel chiostro di San Lorenzo diventato un “oratorio a cielo aperto”.
Mons. Maffeis, durante la celebrazione, ha voluto attorno all’altare gli operatori della formazione dei fidanzati nei percorsi prematrimoniali per conferirgli il mandato del nuovo anno pastorale. Essi costituiscono a livello diocesano oltre venti equipe di formazione la cui attività è stata presentata dai coniugi Roberta e Luca Convito, direttori dell’Ufficio per la Pastorale familiare.
La celebrazione è stata preceduta dal rito della “calata-ostensione” del Santo Anello e dalla presenza di cinquanta ragazzi, insieme alle loro famiglie, che hanno ricevuto il Sacramento della
Cresima. «In tutti loro – ha commentato l’arcivescovo – abbiamo visto, respirato e sentito la bellezza della famiglia, di questo ritrovarsi insieme nel Signore cercando in Lui nuove motivazioni per volersi bene, per perdonarsi e per camminare insieme».
All’omelia, commentando il Vangelo della domenica (“La gente, chi dice che io sia?”, Mc 8, 27- 35), mons. Maffeis si è chiesto: «Se noi andassimo lungo corso Vannucci e ci fermassimo a
chiedere “chi dite che sia la famiglia?”, rischieremo di avere, come nel caso del Vangelo, le risposte più diverse. Rischieremo, addirittura, di litigare, paradossalmente, in visioni ideologiche e politiche esasperate… Come Chiesa sappiamo che attorno alla famiglia si gioca anche, nella maggioranza dei casi, la trasmissione della Fede. Un po’ tutti siamo cresciuti nella vita cristiana grazie ad una mamma, ad un papà, ad un nonno, ad una nonna…, a qualcuno che ci ha educato ed aiutato con la sua testimonianza umile, semplice, quotidiana a leggere la vita alla presenza del Signore, della sua provvidenza e del suo amore. Per questo dobbiamo aiutarci trovando le forme perché la famiglia non diventi una battaglia, non resti qualcosa di legato al privato, alle scelte individuali, sapendo quale ricaduta sociale ha la famiglia nell’educazione dei figli, nell’amore coniugale… Per questo nella Lettera pastorale di quest’anno ho sottolineato l’importanza che i nostri amministratori continuino l’impegno a riconoscere alla famiglia piena cittadinanza».
La celebrazione, che ha visto la presenza, in rappresentanza della massima Istituzione civile cittadina, della presidente del Consiglio comunale Elena Ranfa, si è conclusa con il raccogliersi in preghiera davanti al Santo Anello, l’antico monile con cui, secondo la tradizione, Maria si unì in sposa a san Giuseppe, esposto alla venerazione dei fedeli in occasione di questa importante giornata che ha visto protagoniste tante famiglie, come ha sottolineato il priore della Confraternita del Santo Anello Roberto Tittarelli nell’illustrare la storia e il significato.
Riccardo Liguori

Assisi – cerimonia di consegna del piano pastorale. Mons. Sorrentino: ““Siamo una comunità cresciuta ma c’è ancora molto da fare”

“Quest’anno sono particolarmente contento che questa comunità insieme con quella di Foligno abbia scritto il cammino pastorale, naturalmente con il mio discernimento e alla fine con la mia accoglienza. Sono orgoglioso di questo. È segno che siamo una comunità cresciuta. Però non sarei veritiero se vi dicessi che questo orgoglio è tale per cui possiamo dire: ‘Allora siamo a posto’. No. Possiamo dire: ‘C’è da fare molto, molto, ma molto’. Non possiamo non assumerci la responsabilità di non diventare discepoli scattanti, non possiamo arrenderci a un cristianesimo che muore”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino all’omelia della santa messa celebrata domenica 15 settembre nella cattedrale di San Rufino in occasione della consegna del programma pastorale intitolato “In cammino con Gesù per una carità nelle case e tra le case”. Gli orientamenti pastorali 2024-2024 sono stati infatti redatti su proposta degli organismi di partecipazione e dell’assemblea interdiocesana del giugno scorso.

Durante la celebrazione c’è stato il rito di ammissione agli ordini sacri del diaconato di Carlo Nannolo della parrocchia di Santa Maria degli Angeli.

Prima della celebrazione eucaristica don Giovanni Zampa, vicario episcopale per la pastorale della Diocesi di Foligno, ha presentato gli orientamenti pastorali spiegando che alcuni dei temi sui quali è stato posto l’accento nel programma pastorale sono: unità, comunione e comunicazione, necessità di vivere tempi insieme, di ascoltarsi, di formarsi.

Don Giovanni ha sottolineato che “questo anno pastorale sarà straricco di grazia sia perché andiamo incontro ad un duplice Giubileo quello ordinario e quello francescano sia perché ci sarà la canonizzazione del Beato Carlo Acutis. È un anno di particolari benedizioni. È stato bellissimo – ha aggiunto don Giovanni – aver dialogato con Gesù in questo anno, nei nostri incontri, nel nostro cammino di discernimento. Tutto è all’insegna della sinodalità”.

Perugia – “Ascolto, accoglienza e sostegno quotidiano alla persona”. Presentato il Bilancio sociale 2023 della Fondazione di Carità San Lorenzo

È stato presentato questa mattina, 12 settembre, a Perugia, il Bilancio sociale 2023 della Fondazione di Carità San Lorenzo dal titolo: “Ascolto, accoglienza e sostegno quotidiano alla persona”, la sintesi delle attività svolte dalla suddetta Fondazione (oggi ONLUS e in corso di trasformazione in Ente del Terzo settore) quale ente operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve che ne gestisce le opere, i servizi e le iniziative. Non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di utilità e solidarietà sociale, di accoglienza umanitaria e di integrazione sociale.

Sono intervenuti alla presentazione: l’arcivescovo Ivan Maffeis, Francesca Picciaia, professore associato di Economia aziendale dell’Università degli Studi di Perugia, Luciana Stazi, dottore commercialista e volontaria, Alfonso Dragone, referente Area Progetti e Fundraising Fondazione di Carità San Lorenzo, e don Marco Briziarelli, direttore Caritas diocesana e direttore Fondazione di Carità San Lorenzo.

Il «sostegno quotidiano alla persona», come evidenzia l’arcivescovo Ivan Maffeis nella “lettera” di presentazione del Bilancio, «dà qualità all’ascolto, all’accoglienza…», perché il «quotidiano è il contrario di straordinario, estemporaneo, eccezionale. È sinonimo di abituale, consueto, ordinario. Significa che si fa o avviene o ricorre ogni giorno e tutti i giorni… La scelta di esserci e di spendersi nella serialità è uno dei tratti somatici della nostra Caritas. Ne delinea il volto. Per questo è importante leggere con attenzione le pagine che seguono – si augura mons. Maffeis –, fino a farle diventare nelle nostre comunità occasione di confronto, di approfondimento e di formazione. Servirà a conoscere le finalità, la mission e i valori in gioco. A rendersi conto dell’effettivo moltiplicatore che ogni azione caritativa, anche la più piccola, genera a livello sociale».

Il presidente della Fondazione di Carità San Lorenzo, Maurizio Santantoni, nella sua “lettera” introduttiva, si sofferma sulla «consapevolezza che il percorso che ogni persona fa per “liberarsi” dalla povertà è un investimento per il bene, si vuole utilizzare questo documento anche come volano di divulgazione e di sensibilizzazione per il territorio e per la comunità e di condivisione dei preziosi risultati orgogliosamente raggiunti». Inoltre, aggiunge Santantoni, «Ci preme sottolineare che il centro di ogni nostra azione verso il povero è promuovere con lui un cammino di accompagnamento che lo riporti all’autonomia spezzando la catena della povertà; un cammino unico come unica è la povertà di ogni nostro fratello di ogni nostra sorella. Dare voce al grido inascoltato dei poveri è la nostra advocacy».

Di seguito una sintesi di questo significativo Bilancio (il testo integrale è consultabile-scaricabile nel sito: www.diocesi.perugia.it) in cui ad ogni suo “numero” corrisponde una “storia di vita”.

***

Nel prendere in esame il risultato si coglie che chiude con un avanzo di gestione al netto delle imposte di euro 3.520, con euro 2.002.672 di costi effettivi ed euro 2.336.585 di costi figurativi (esempio l’impegno dei volontari calcolato attraverso l’applicazione, alle ore di attività di volontariato effettivamente prestate, della retribuzione oraria lorda prevista dai contratti collettivi…, così come un esempio di proventi figurativi è riferibile alla traduzione in termini economici dell’apporto che gli stessi volontari forniscono attraverso lo svolgimento della propria attività personale, spontanea e gratuita).

Tutta l’attività è stata svolta grazie al supporto economico e finanziario dell’8xMille alla Chiesa cattolica (per circa 400.000 euro), di raccolte fondi e delle donazioni ricevute.

Hanno contribuito al risultato con il proprio supporto umano e lavorativo 379 volontari, e 12 persone retribuite (dipendenti e liberi professionisti).

E diversi sono anche gli Stakeholter coinvolti a vario titolo nelle attività dell’Ente per le relazioni di scambio che intrattengono con esso o perché ne sono significativamente influenzati: Istituzioni, donatori e sostenitori, Enti non lucrativi, fornitori, dipendenti e volontari.

Entrando nel merito dei servizi erogati quale supporto alla persona abbiamo:

Il sostegno al reddito con donazioni mensili e altri supporti per l’accompagnamento di famiglie verso l’autonomia mediante la copertura parziale del costo delle utenze, locazioni, mutui, spese sanitarie … I servizi vengono erogati grazie al progetto annuale “Adotta una famiglia” e nel 2023 sono state adottate 25 famiglie.

L’assistenza sanitaria con la farmacia solidale che ha registrato 968 ascolti e 413 assistiti che procede in stretto rapporto con la campagna di raccolta (2049) e recupero (2.133) farmaci.

L’emergenza alimentare con i servizi erogati tramite:

la Mensa “Don Gualtiero” che dona un pasto caldo e un momento di accoglienza per le persone bisognose con l’erogazione di 36.232 pasti,
il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza dove sono stati distribuiti 21.687 pasti alle persone accolte nel Villaggio derivanti dall’invenduto serale di supermercati e negozi quale recupero delle eccedenze alimentari,
il Punto di Ristoro Sociale “San Lorenzo”, gestito in collaborazione con il Comune di Perugia, al quale accedono persone in difficoltà per consumare un pasto caldo,
i cinque Empori della Solidarietà dislocati sul territorio diocesano presso i quali hanno avuto accesso 5.723 assistiti che hanno potuto sostenere la loro spesa mediante un sistema di tessere.
L’emergenza abitativa con:

– il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza in cui vengono accolti nuclei familiari che attraversano condizioni di fragilità o disagio, nel quale sono state accolte 78 persone, tra cui 36 minori, per un totale di 21.687 giorni di accoglienza per numero di persone ospitate,

– la Casa “San Vincenzo” che accoglie madri con figli minori o donne in difficoltà e che ha ospitato 10 persone di cui 7 minori,

– il Dormitorio “Sant’Anna dei Servitori” che è servizio di accoglienza temporanea per uomini in difficoltà che ha ospitato 66 persone per un totale di 4.201 giorni di accoglienza complessivi,

– il Progetto “C.A.S.A.” con l’obiettivo di prendersi cura delle crescenti fragilità e vulnerabilità del disagio abitativo e sono stati accolti 7 nuclei familiari con un totale di 27 persone, di cui 10 minori, in appartamenti collocati in Perugia e Deruta,

e tutto trova il proprio cuore pulsante nel Centro di Ascolto presso il Villaggio della Carità con 12.588 ascolti con l’erogazione di euro 275.008 di risorse da parte della Caritas diocesana per contributi a sostegno.

Per realizzare queste attività vengono messi in campo progetti e campagne di raccolta fondi e senza la generosità di ognuno niente di tutto questo sarebbe stato possibile.

Ogni euro donato rende 2,5 euro di servizi prestati alla persona inclusi quelli figurativi per complessivi circa 5 milioni di euro.

IL BILANCIO SOCIALE (PDF)

Giubileo 2025 – lettera dei Vescovi Umbri ai sacerdoti e diaconi della Regione Ecclesiastica Umbra

Carissimo Confratello,

si avvicina l’anno di grazia che la benevolenza divina e la maternità della Chiesa ci donano con il Giubileo 2025. Noi ministri ordinati abbiamo la grande gioia e il lieto compito di accompagnare il popolo di Dio a farne tesoro: sarà una preziosa occasione per rigenerare la nostra vocazione e mettere a frutto la nostra missione di “servi della speranza”, di amici di “Cristo, nostra speranza”.

Il Santo Padre, che ha indicato proprio nella virtù teologale della speranza il messaggio centrale di questa esperienza di fede e di carità, confida nel nostro entusiasmo e nella nostra collaborazione. Possiamo ora gratuitamente mettere a disposizione delle nostre comunità e dei numerosi pellegrini che intraprenderanno il cammino spirituale del Giubileo i doni di grazia che gratuitamente abbiamo ricevuto con l’ordinazione presbiterale. Non è difficile pensare che la nostra regione sarà mèta privilegiata di tanti pellegrinaggi, tenendo conto della ricchezza di santità delle nostre diocesi e della prossima canonizzazione del Beato Carlo Acutis.

Per questo abbiamo una grande opportunità di seminare gioia e una grave responsabilità di predisporre il cuore del popolo di Dio, cominciando da noi stessi, come ci raccomanda Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, 5: “Nelle Chiese particolari si curi in modo speciale la preparazione dei sacerdoti e dei fedeli alle Confessioni e l’accessibilità al sacramento nella forma individuale”.

In questo periodo possiamo approfondire la formazione meditando con attenzione la Bolla e studiando la nota con le Norme per la concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo Ordinario 2025. Possiamo collaborare e dare disponibilità alle Commissioni per il Giubileo che le nostre Diocesi hanno istituito e, specialmente, possiamo approfittare di questo anno per sensibilizzare le nostre comunità, gli organismi di partecipazione, i gruppi, i giovani, i catechisti, le famiglie, alla preghiera, alla catechesi, alla carità e alla organizzazione della ospitalità e dell’accoglienza dei pellegrini. Possiamo iniziare a preparare il Pellegrinaggio Regionale delle otto diocesi umbre alla Tomba dell’apostolo Pietro, che vivremo in spirito di comunione sabato 13 settembre 2025.  Ti chiediamo la cortesia di segnare già ora nella tua agenda e nel calendario della tua comunità questo straordinario appuntamento di fede.

 

Sarà un anno molto inteso e ricco di frutti spirituali grazie alla speranza cristiana che sapremo annunciare insieme. Ti ringraziamo di aver aperto la porta santa della tua vocazione e del dono della tua vita alla nostra Chiesa e alla nostra gente. Grazie fin da ora per la preghiera e la carità che saprai spendere in questo tempo perché molti fratelli e sorelle possano varcare la soglia della misericordia di Dio.

Saldi nella speranza della gloria di Dio, ti salutiamo fraternamente.

 

Assisi, 8 settembre 2024.

                                                                                   I Vescovi dell’Umbria

Perugia – Dedicata alla speranza la nuova Lettera pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis all’inizio del nuovo Anno pastorale e in preparazione al Giubileo

“In queste pagine offro con semplicità qualche spunto per aiutare a ritrovare le radici della speranza, che parla tanto nel patrimonio della Tradizione cristiana (I parte), quanto in alcuni segni concreti, che chiedono di diventare esperienza diffusa (II parte). Qualche proposta conclusiva è finalizzata a non sciupare la grazia dell’anno giubilare (III parte)”.
È questo lo schema della nuova Lettera pastorale dell’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis: con il titolo “Sentieri di speranza” viene pubblicata sia in forma cartacea che online sul sito della Diocesi giovedì 12 settembre, festa della Madonna delle Grazie e inizio del nuovo anno pastorale.

Il Vescovo apre il testo mettendosi in ascolto dei giovani e del loro bisogno di punti di riferimento, chiedendosi quali siano le modalità con cui annunciare la perenne novità del Vangelo.
A tale scopo, nella prima parte della Lettera don Ivan presenta la speranza cristiana, la sua affidabilità e le scelte di vita in cui è chiamata a concretizzarsi.

Alcuni racconti introducono la seconda parte, dove il Vescovo indica gli ambiti principali nei quali seminare speranza, attraverso l’eloquenza dei segni: famiglia, giovani, anziani, ammalati, poveri, migranti e carcerati. Sono ambiti dei quali viene sottolineato anche l’aspetto sociale e politico.

A titolo esemplificativo, riguardo ai carcerati l’Arcivescovo scrive: «Alla politica e all’amministrazione chiediamo l’impegno di individuare in Umbria una struttura che sia deputata a trattare il disagio psichico: in cella è destinato soltanto ad aumentare, rivelandosi devastante anche per gli altri detenuti e per gli stessi agenti di polizia penitenziaria. Nel lasciarci interrogare dalla realtà del carcere, come comunità cristiana offriamo la disponibilità a contribuire a quella rete sociale che è necessaria per mettere in campo proposte concrete».

Analogamente, per quanto riguarda la famiglia: «Avvertiamo la povertà di una cultura che confina la famiglia nella sfera del privato, quasi una faccenda legata unicamente alle scelte dei singoli, dalla scarsa rilevanza pubblica. Ai nostri amministratori chiediamo di proseguire l’impegno per riconoscerle piena cittadinanza, a partire dalla qualità dei servizi, dall’attenzione ad agevolare la conciliazione dei tempi della casa con quelli del lavoro, da un sistema fiscale che non penalizzi chi ha figli e riconosca il valore sociale di quanto una famiglia fa per la loro crescita e la loro educazione. Investire sulla famiglia significa sostenere secondo giustizia le coppie con figli, i giovani alle prese col mutuo della prima casa, i portatori di handicap, gli anziani appesi alla pensione sociale, costretti a volte a rinunciare persino a curarsi. Attorno a questi temi sarebbe sterile attardarsi su posizioni ideologiche: favoriamo un’alleanza sociale nella quale la visione cristiana e quella laica possano confrontarsi e trovare modo di convergere per il bene di tutti…».

La Lettera ha il tratto della confidenza e della riconoscenza: ad esempio, senza ignorarne le difficoltà, dove affronta la realtà della malattia esprime «gratitudine agli operatori sanitari che si fanno carico quotidianamente delle fragilità fisiche e psichiche: nei nostri reparti ospedalieri lavorano uomini e donne, la cui professionalità e umanità devono poter incontrare la stima di tutta la comunità».

Alla Comunità diocesana il Vescovo Ivan chiede l’impegno di assumere alcune proposte per preparare e vivere l’anno pastorale, caratterizzato dal Giubileo che Papa Francesco aprirà a Natale. Diversi e significativi sono gli eventi, le attività e le iniziative diocesane che il Vescovo Maffeis condivide ai fedeli, fissandone date e luoghi. Tra questi, la giornata di incontro tra diaconi e parroci del 21 settembre e l’Assemblea diocesana, prevista per il prossimo 23 novembre, con il lavoro per una Chiesa fraterna, nella quale trovano collocazione carismi e ministeri.

«Dopo due anni di servizio episcopale – scrive – confermo l’impressione iniziale: con il loro carattere popolare, le nostre parrocchie sono case aperte, luogo di ricerca di senso e di offerta di speranza, in cui si tocca con mano la fedele generosità di molti».

Lettera Pastorale Sentieri di Speranza, testo integrale