Assisi – Giornata mondiale dei poveri, Spettacolo di beneficenza per il Cvs di Assisi; a Nocera apre il centro dedicato a Don Nello Alunni

“Ancorati alla speranza” è il titolo della nona Giornata mondiale dei Poveri che ricorre domenica 16 novembre.

Anche la Caritas diocesana aderisce con una settimana di eventi e iniziative che si aggiungono alla normale attività di sostegno, accompagnamento e aiuto delle moltissime persone bisognose della diocesi. Nello specifico nei primi nove mesi del 2025 sono state ascoltate oltre 800 persone, 1710 gli interventi effettuati e circa 80 i volontari che hanno donato 8.300 ore di volontariato. Le famiglie aiutate sono circa 700 per oltre 2.200 assistiti nel territorio di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino.

Per quanto riguarda il programma delle iniziative, si comincia sabato 8 novembre con lo spettacolo di beneficenza dal titolo “Le bugie dalle gambe lunghe”, commedia in due atti di Edoardo De Filippo, a cura dell’associazione teatrale Le Voci di Dentro, in programma alle ore 21 al teatro della Pro Civitate Christiana, il cui ricavato sarà destinato alle attività del Centro di volontariato sociale di Assisi. Martedì 11 novembre alle ore 10.30 è invece previsto un incontro di fraternità e spiritualità interreligiosa all’Emporio 7 Ceste di Santa Maria degli Angeli alla presenza del vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Sabato 15 e domenica 16 novembre, alcuni ospiti di Casa Papa Francesco, accompagnati da 2 volontarie, parteciperanno al Giubileo dei poveri, alla santa messa nella Basilica di San Pietro e al pranzo con Papa Leone XIV nell’aula Paolo VI. Contestualmente sabato 15 novembre la Caritas aderisce, in tutto il territorio diocesano, alla Giornata nazionale della Colletta alimentare organizzata dal Banco Alimentare, che sostiene i centri di distribuzione della diocesi, dell’Emporio 7 Ceste, del CVS di Gualdo Tadino, del CVS di Nocera Umbra e delle Caritas parrocchiali. Domenica 16 novembre alle ore 10 appuntamento, alla presenza del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, a Nocera Umbra dove ci sarà l’inaugurazione del centro di fraternità dedicato a “Don Nello Alunni”, storico e amato sacerdote di Nocera che abitava nella casa parrocchiale dove si trova questa sala, recentemente ristrutturata e ammodernata, grazie al progetto 8X1000 – “Carità per sempre”, per l’accoglienza, l’ascolto e la fraternità della Caritas parrocchiale e del CVS.

Sempre domenica 16 novembre alle ore 13 si terrà il pranzo comunitario, organizzato dal CVS di Gualdo Tadino, al quale parteciperanno le famiglie assistite.

Perugia celebra la festa del Patrono defensor civitatis della città, sant’Ercolano.

E’ stata celebrata domenica 9 novembre, alle ore 10.30, la festa liturgica in ricordo del martirio di sant’Ercolano, Patrono di Perugia e della sua Università, defensor civitatis, torturato e ucciso dai Goti di Totila intorno all’anno 547. La celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis ed animata dai cantori “I Madrigalisti di Perugia” nella suggestiva chiesa trecentesca a forma ottagonale intitolata al Santo patrono. Come ogni anno, questa ricorrenza richiama in Sant’Ercolano numerosi fedeli e la partecipazione delle autorità civili e accademiche del capoluogo umbro e dei rappresentanti del Sodalizio di San Martino, la benemerita istituzione laica di carità proprietaria della chiesa.
«Il culto del santo defensor civitatis – ricorda don Francesco Benussi, rettore di Sant’Ercolano – è di riferimento per la comunità sia religiosa che civile: a lui essa chiede di allontanare le minacce di violenza del tempo presente e di custodirne il futuro nel segno della speranza cristiana. La memoria di sant’Ercolano trasmette il suo messaggio di amore e dedizione per la città e lo rende attuale nel contesto storico del nostro tempo, anche per la presenza, all’interno della chiesa, di un sacrario militare. Quest’ultimo, simbolo del sacrificio dei caduti in guerra, ci invita a considerare il loro dramma e ad implorare la liberazione da tutte le guerre».

L’OMELIA DELL’ARCIVESCOVO
«Ercolano, con il tu servizio, sei stato una guida sicura e autorevole per tutta la comunità, perché non ti sei comportato da mercenario, ma – da buon pastore – hai saputo dare la vita per le persone a te affidate e hai pagato il tuo coraggio con il martirio». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nell’omelia della celebrazione della festa liturgica in ricordo del martirio di sant’Ercolano, patrono della Città e dell’Università di Perugia, tenutasi domenica 9 novembre nella chiesa a lui intitolata.

«Noi, oggi, abbiamo ben altro per la testa – ha proseguito l’arcivescovo –, che servizio, coraggio, il martirio…, preoccupati come siamo di non avere troppi problemi. Abbiamo imparato ad evitare con cura di lasciarci coinvolgere da quello che accade accanto a noi, come pure siamo diventati abili a rifiutare impegni stabili, duraturi a legarci, a riconoscerci parte attiva di una comunità. E, forse, in questa direzione va la denuncia fatta qualche giorno fa da papa Leone, quella di non sapere più apprezzare a sufficienza il gran contributo che educatori ed insegnanti danno alla comunità. Ma tu Ercolano in forza del tuo rapporto secolare con l’Università, lo cogli al volo», perché «danneggiare il ruolo sociale e culturale dei formatori è ipotecare il nostro futuro».

Nel soffermandosi sulla figura del Santo patrono, monsignor Maffeis ha detto: «Guardando a te, Ercolano, ringraziamo le tante persone che, come te, già vivono la logica del Vangelo e si impegnano con disponibilità nella terra della famiglia, in quella degli affetti e del lavoro, nella terra della nostra Chiesa e in quella – altrettanto sacra – della nostra Città. Sono la testimonianza di come sia “possibile vivere appassionatamente anche in mezzo alle complessità del presente”. Custodisci, benedici e proteggi quanti hanno a cuore il bene comune: i rappresentanti di tutte le Istituzioni, la Prima Cittadina, il Magnifico Rettore e con lui quanti contribuiscono a qualificare lo Studium generale e chi, a diverso titolo, non cerca semplicemente il proprio tornaconto, ma lavora per assicurare alla comunità tutta condizioni di sviluppo e di crescita, di convivenza e di pace».

Associazione Santo Sepolcro Foligno – convegno: “i luoghi della Terra Santa con i loro segreti. Pellegrinaggi a distanza con aspetti archeologici e spirituali”

Domenica 9 novembre alle ore 16,00, presso la Casa Laudato Sii, delle Suore francescane Angeline, in via delle Stuoie, 1, a Santa Maria degli Angeli (Assisi) si terrà la conferenza da parte della guida spirituale dell’Ordine dei Frati Minori, Commissario di Terra Santa per l’Umbria e Sardegna, sui luoghi della Terra Santa. Questo tema verrà riproposto per tutto l’anno 2026, approfondendo i più diversi luoghi della Terra Santa.
Seguirà la Santa Messa, presieduta da P. Stefano Tondelli.
L’ occasione è propizia per approfondire i prossimi incontri che coinvolgeranno non solo i soci, ma anche i cittadini delle diverse città umbre:
Lauretta Covarelli, Presidente dell’Associazione, traccerà alcune linee guida per l’anno 2026 e presenterà la lotteria “Porta un sorriso ai bambini di Gerico “ i cui biglietti sono iniziati ad essere distribuiti e la cui estrazione si effettuerà ad Assisi, Domenica 11 gennaio 2026.

Ernesto Rossi presenterà il concerto di beneficenza per i bambini di Gerico che si terrà a Deruta, Domenica 16 novembre, alle ore 18,00, presso la Chiesa di San Francesco, con la giovane pianista Martina Meola,

Antonio Bonaca presenterà il concerto di beneficenza Pro Terra Santa che si terrà a Perugia ,Domenica 8 Dicembre, alle ore 18,00, presso la Basilica di San Pietro, con il coro Canticum Novum e l’OTC Orchestra e con i cantati soprano e mezzosoprano, diretti dal Maestro Fabio Ciofini. Verranno presentati e recitati testi inediti.

Alberto Pasqualoni presenterà un nuovo modello di sviluppo per l’anno 2026, nel quale si presume di coinvolgere altri soggetti dell’ Associazione e anche persone esterne che potranno proporre nuove inviziative nell’ ambito spirituale, caritativo e culturale. Tutti i partecipanti potranno arricchire l’incontro con proposte e suggerimenti.

La serata si concluderà con la conviviale, alle ore 20,00, presso l’ Hotel Los Angeles, in via Los Angeles, 77/a, a Santa Maria deli Angeli, in Assisi.

Gubbio – Sessant’anni dalla morte del vescovo Beniamino Ubaldi, un’eredità che continua a parlare

Nel ricordo di un pastore che ha segnato profondamente la vita ecclesiale e civile di Gubbio, la diocesi si prepara a celebrare i sessant’anni dalla scomparsa di mons. Beniamino Ubaldi, vescovo dal cuore saldo e dallo sguardo profetico. L’appuntamento è fissato per venerdì 7 novembre 2025, alle 16.30, nella Biblioteca comunale Sperelliana (Sala ex Refettorio).
L’incontro, promosso dall’Ufficio diocesano per la Cultura diretto da don Francesco Menichetti, si propone come un’occasione per rileggere la figura e l’eredità del vescovo Ubaldi, uomo di Chiesa capace di coniugare fede, intelligenza e attenzione ai segni dei tempi in un periodo cruciale per la vita della diocesi eugubina. Dopo i saluti istituzionali di mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio e di Città di Castello, e del sindaco Vittorio Fiorucci, prenderanno la parola studiosi e relatori provenienti da diverse università italiane: Mario Tosti e Andrea Possieri dell’Università di Perugia, Giorgio Cardoni, collaboratore dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Isuc), Maria Lupi dell’Università Roma Tre e Giancarlo Pellegrini, anch’egli già docente dell’Università di Perugia.
Il convegno intende restituire al presente la voce e la testimonianza di un vescovo che ha saputo leggere la storia con sguardo evangelico, illuminando con il suo esempio il cammino della comunità eugubina. Ricordare mons. Ubaldi, infatti, significa custodire la memoria di un pastore che ha creduto nella forza del Vangelo e nell’impegno concreto di una Chiesa viva, chiamata a rinnovarsi continuamente nel dialogo con la storia e con l’uomo del proprio tempo.

Assisi – Il vescovo Sorrentino a Medjugorje per consegnare l’ospedale della pace

Un pellegrinaggio a Medjugorje, nel segno del legame con Assisi, anche per visitare l’ospedale della Pace per tutte le religioni e tutte le etnie eretto nei luoghi delle apparizioni mariane di Medjugorje in Bosnia Erzegovina, che sta per diventare una realtà anche grazie alla onlus “Olimpiadi del Cuore”, di Paolo Brosio. A parteciparvi, dal 7 al 9 novembre, oltre a imprenditori, personaggi della cultura e dello spettacolo particolarmente sensibili al progetto, ci sarà il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.

L’ospedale avrà un profondo legame con Assisi, dove il valore della pace ha una valenza storica, prima ancora che religiosa, nonostante le sanguinose lotte medioevali e rinascimentali fra Comuni. San Francesco è portatore di valori di pace – come dimostra tra l’altro la mediazione tra il vescovo Guido e il podestà di Assisi poco prima di morire – i frati francescani minori presenti in entrambi i luoghi e senza dimenticare che sia Assisi che Medjugorje sono città dove si sviluppa la fede dei giovani, nella città serafica anche grazie alla presenza di San Carlo Acutis.

Nel corso della tre giorni ci saranno diversi momenti di preghiera alla presenza del vescovo Sorrentino e di monsignor Aldo Cavalli, visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje. Venerdì 7 novembre sarà presentato anche il libro di monsignor Sorrentino, “Il cuore nascosto del Cantico. Da sora Morte a frate Sole, san Francesco e le strofe del vescovado”, edito da Mondadori in occasione degli 800 anni della composizione dell’opera del Poverello.

“Dopo mesi e mesi di lavoro – sottolinea Brosio – sarà presto consegnata l’edilizia sanitaria completata e nei primi mesi del 2026 saranno in funzione i primi reparti, come dal grande obiettivo che ci eravamo dati e che sta per essere realizzato grazie anche al contributo di tanti donatori italiani e alla raccolta fondi delle Olimpiadi del cuore”. Il progetto è relativo alla costruzione in Bosnia Erzegovina di un progetto denominato Mattone del Cuore estero extra Ue nel territorio degli altopiani della Erzegovina, nella zona centrale dei principali comuni nell’ambito di Citluk – Medjugorje. Si tratta di un presidio ospedaliero di pronto soccorso realizzato a favore di tutte le etnie e le religioni e denominato Peace First Aid Hospital per musulmani bosniaci, serbi ortodossi cristiani, cattolici croati e una minoranza di ebrei residenti sia a Sarajevo che in visita a Mostar (capoluogo del cantone della Erzegovina) dove c’è il più autorevole e importante centro documentale ebraico di tutti i Balcani visitato da numerosi ebrei provenienti da tutti i paesi del mondo.

Terni – Celebrazioni per la commemorazione dei defunti al Cimitero e nella Cattedrale

n occasione della festività di Tutti i Santi e della commemorazione dei defunti che accomuna, nel ricordo non solo i credenti ma tutte le persone che si recano in questi giorni al cimitero, il 1 novembre alle ore 15 al Cimitero di Terni, presso la croce al centro dei viali, il vescovo Francesco Soddu presiederà la celebrazione eucaristica in suffragio di tutti i defunti della città, concelebrata con i sacerdoti della città. Al termine saranno benedette le tombe in alcuni luoghi significativi del cimitero vecchio, quelle dei bambini e quelle comuni.

Domenica 2 novembre alle ore 10.30 nella chiesa di Santa Maria del Monumento al cimitero di Terni, il vescovo Francesco Antonio Soddu, presiederà la santa Messa per la commemorazione di tutti i defunti della città, alla presenza delle autorità civili e militari e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Saranno ricordati gli appartenenti ai vari Corpi dello Stato, caduti nell’adempimento del loro dovere. Dopo la celebrazione seguirà un momento di raccoglimento all’interno del cimitero in memoria dei caduti in guerra e presso il Sacrario ai Caduti, la tomba dei Garibaldini e i monumenti delle varie Forze armate, Corpi dello Stato associazioni combattentistiche e d’arma, al monumento e fosse comuni dei caduti nei bombardamenti della città di Terni.

Nella Cattedrale di Terni il 2 novembre alle ore 17.30 il vescovo Soddu presiederà la celebrazione per la commemorazione dei defunti, ricordando in particolare i vescovi della Diocesi, i sacerdoti e i canonici defunti, con la preghiera nella cripta della cattedrale dove sono custodite le tombe del primo vescovo di Terni Anastasio, di mons. Dal Prà e mons. Gualdrini.

Norcia – Presentati i lavori di ricostruzione della Basilica di S. Benedetto a Norcia. L’Arcivescovo: «Le macerie, quelle materiali ma anche quelle umane, non hanno l’ultima parola»

Nel pomeriggio di giovedì 30 ottobre 2025 a Norcia, presso la Sala Digipass del Comune, si è tenuta la presentazione dei lavori di ricostruzione della Basilica. È stato il primo momento, moderato dal giornalista nursino Paolo Millefiorini, in programma per la riapertura della Basilica di S. Benedetto, a nove anni dal sisma che colpì l’Italia centrale. Sarà però la solenne concelebrazione eucaristica di dedicazione, prevista per venerdì 31 ottobre alle ore 16.30, a riconsegnare ufficialmente ai fedeli la chiesa: così ciò che finora è stato il cantiere della Basilica tornerà ad essere la casa di Dio in mezzo a quella degli uomini, luogo santo, beato e sublime dove l’assemblea riunita intorno all’altare celebrerà il memoriale della Pasqua e si nutrirà al banchetto della Parola e del corpo di Cristo.

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Giuliano Boccanera, Sindaco di Norcia: «Oggi non è un giorno qualunque. Siamo qui per testimoniare che la rinascita è realtà. Noi nursini siamo duri e tenaci, capaci di resistere alle prove. Abbiamo ricucito la pietra spezzata, anche se tutto sembrava impossibile. Quando si uniscono le forze nessuna prova è insormontabile. S. Benedetto ci insegna che dalla distruzione può nascere una comunità più forte: e noi, suoi concittadini, possiamo dire che Norcia è viva, che Norcia rinasce».

Stefania Proietti, Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria: «L’Umbria si sta dimostrando più forte del sisma grazie al lavoro silenzioso e trasparente dell’Ufficio speciale per la ricostruzione. Quello di oggi è un “miracolo” frutto dall’ingegno dell’uomo. Siamo qui per riaccendere un faro che determinerà qualcosa di speciale per Norcia e per tutta la Regione e sarà un segno di speranza per tutta l’Europa. Ai giovani di Norcia, dico: abbiate fiducia, questa terra è bellissima, la gente ha una forza stupenda, un cuore e un carisma straordinari».

Mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia: «Un viandante giunge nei pressi di un cantiere, dove tre scalpellini lavorano sotto il sole cocente. Si avvicina al primo e gli chiede: “Cosa stai facendo?” E quello: “Non lo vedi? Mi sto ammazzando di fatica”. Si avvicina al successivo e gli rivolge la stessa domanda: “Cosa stai facendo?” E quello: “Non lo vedi? Lavoro per mantenere mia moglie e i miei bambini”. Il viandante prosegue e ripete al terzo scalpellino: “Cosa stai facendo?” E quello: “Ma come, non lo vedi? Sto costruendo una cattedrale”. In questi anni ho visto tante persone come il terzo scalpellino: dai Vigili del fuoco e i Funzionari della Soprintendenza e i volontari della Protezione Civile che assistevano le persone e estraevano dalle macerie opere d’arte e di devozione, fino ai progettisti, al Responsabile Unico del Procedimento, al Direttore dei lavori, al Funzionario storico dell’arte, ai restauratori, al Direttore tecnico e al Capo cantiere con le maestranze tutte. Ho visto brillare nei loro occhi e nella loro dedizione la luce e la passione di quanti stavano “costruendo una cattedrale”. E noi questa sera siamo qui per dire grazie innanzitutto a ciascuno di loro e poi a quanti, con diversi livelli di responsabilità, hanno reso possibile questa grande impresa. E mi piace citare in particolare i Commissari Straordinari avv. Giovanni Legnini e sen. Guido Castelli, presso i quali abbiamo trovato sempre accoglienza e sostegno e con i quali abbiamo intessuto una tra ma di intesa e collaborazione che ci ha condotto fino ad oggi. Dalla Basilica “restituita e ritrovata” mi piace raccogliere un messaggio che diventa quasi una sfida per il nostro oggi: le macerie, quelle materiali ma anche quelle umane, non hanno l’ultima parola; solo unendo le forze, superando interessi personali o di parte, condividendo un sogno comune e impegnandosi insieme per raggiungere la stessa meta si riesce a realizzare qualcosa che suscita ammirazione e genera vita».

Alessandro Giuli, Ministro della Cultura: «Porto il saluto della Presidente Giorgia Meloni. Siete stati più forti di ogni avversità. La nostra storia è costellata da calamità naturali, ma abbiamo imparato dai nostri antenati che non c’è avversità che possa sconfiggerci. La Basilica, restituita alla sua comunità, all’Italia e al mondo ci permette di ringraziare quanti hanno lavorato con passione. La partecipazione dei cittadini ha reso evidente che il patrimonio culturale è una risorsa condivisa oltre che un patrimonio da tutelare. Questa Basilica racconta la storia forte delle persone di questa valle umbra, che sono nervo ed orgoglio della nostra Italia appenninica».

Vanessa Squadroni: direttore dei lavori della Basilica per conto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria: «Il sisma ha fatto perdere l’80% delle superfici. Tutto ciò che si poteva salvare è stato salvato, tutto ciò che si poteva restaurare è stato restaurato. Il restauro è stato archeologico per la cripta e architettonico per la navata. È stato un cantiere complesso, nel quale abbiamo cercato di restituire un edificio più sicuro. In cripta c’è un lapidarium appartenete alla fase romana della Basilica, riemerso con il crollo. Abbiamo lavorato con l’obiettivo di fare presto e bene per giungere alla giornata odierna».

Al termine della presentazione ci si è spostati in Piazza S. Benedetto per la visione di un video emozionale sulla ricostruzione della Basilica e per assistere ad un gioco di luci proiettato sulla facciata della chiesa e raffigurante San Benedetto e alcune passi della sua Regola: entrambi i momenti sono stanti pensati da ENI. Poi, l’Arcivescovo ha accompagnato il Ministro Giuli, tutte le altre autorità, la stampa presente e infine anche i fedeli all’interno della Basilica. Un momento da tutti descritto come atteso, ma soprattutto emozionante, e non sono mancate le lacrime sul viso di tanti nursini.

Regione Umbria e Caritas Perugia in visita studio tra Trento e Bolzano per coltivare la Giustizia Riparativa

Un’esperienza intensa e generativa ha caratterizzato la visita studio, tenutasi dal 27 al 29 ottobre, al Centro di giustizia riparativa della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol e all’Università degli Studi di Trento, promossa da Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve nell’ambito del progetto Cei 8xmille Italia 2025 “Semi di Carità”. Tra i partecipanti della delegazione di progetto erano presenti: Regione Umbria, Università degli Studi di Perugia, Casa Circondariale di Perugia e una giornalista collaboratrice del settimanale La Voce.
L’iniziativa, volta a diffondere la cultura della giustizia riparativa nel territorio umbro, ha trovato in Trentino Alto Adige/Südtirol un contesto aperto e avanzato, dove istituzioni e Università hanno accolto con generosità e competenza i membri della delegazione.

Le dott.sse Valeria Tramonte, Daniela Rieti, Antonella Valer e Kadja Holzner, mediatrici penali, e la dirigente dott.ssa Eva Maria Kofler del Centro di giustizia riparativa della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol hanno condiviso esperienze, metodologie e risultati, offrendo uno sguardo concreto su un paradigma che, spostando il focus dalla violazione della norma al danno causato, mette al centro le persone e le relazioni.
La presenza attiva della Regione Umbria, rappresentata dall’assessore Fabio Barcaioli, ha confermato il valore strategico dell’iniziativa, così come il dialogo tra le Università di Perugia e di Trento ha arricchito il confronto con contributi scientifici e scambi tra prassi e ricerca.
La visita ha favorito uno scambio concreto di idee tra territori, rafforzando le connessioni reciproche e promuovendo una circolazione più dinamica delle informazioni.
L’incontro ha evidenziato anche l’esigenza di fare chiarezza rispetto ad una serie di equivoci che concorrono a restituire una immagine distorta e fuorviante della giustizia riparativa.

Questo paradigma, infatti, si può applicare non solo in ogni fase del procedimento penale (dalla fase preliminare fino a dopo l’esecuzione della pena), ma anche in contesti comunitari (scuola, lavoro, famiglia, ecc.). Inoltre, la giustizia riparativa non si sostituisce alla pena, il procedimento penale e l’eventuale espiazione della pena faranno sempre il loro corso.

Tre giorni di incontri e di confronti costruttivi – fatti di domande e osservazioni – su concetti teorici, aspetti pratici e testimonianze che ci hanno offerto tanti spunti utili, anche in vista della realizzazione del primo Centro di Giustizia Ripartiva in Umbria.

Sul piano culturale c’è ancora tanto da fare, a partire da una certa narrazione, approssimativa e fuorviante, che distorce la reale portata del paradigma della giustizia riparativa. Questo paradigma si fonda sulla volontarietà e sulla responsabilità condivisa di tutte le parti coinvolte nel conflitto. Promuove un dialogo autentico in cui chi ha causato il danno ha l’opportunità di sviluppare una piena consapevolezza dell’impatto delle proprie azioni, assumendosene la responsabilità attraverso l’ascolto attivo della controparte. Allo stesso tempo, chi ha subito il danno – direttamente o indirettamente – può riappropriarsi della propria dignità e dei propri spazi di autonomia, riconquistando un ruolo centrale nella costruzione di una risposta che vada oltre la mera sanzione.

L’Assessore Fabio Barcaioli dichiara: «Sono stati giorni intensi e preziosi quelli trascorsi a Trento, dedicati all’approfondimento del modello di giustizia riparativa, che si distingue per la capacità di adattarsi ai bisogni delle persone e delle comunità. È un modello che guardiamo con interesse perché flessibile, capace di modulare gli interventi secondo le situazioni, sempre con l’obiettivo di ricomporre i legami e promuovere la responsabilità condivisa. Pur avendo trovato in Italia un riconoscimento normativo solo di recente, questo approccio affonda le sue radici nelle pratiche delle comunità indigene del Nord America e dei maori della Nuova Zelanda, dove era concepito come strumento di coesione e stabilità sociale. Come Regione Umbria vogliamo promuovere questa visione che mette al centro il dialogo e l’ascolto, nella convinzione che imparare a essere realmente una comunità significhi proprio riconoscere le ferite, farsene carico e cercare insieme vie di riconciliazione».

Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, dichiara: «E’ tempo di non soffermarsi alla superficie delle cose, ma trovare il coraggio di andare al cuore della questione. Come comunità abbiamo la responsabilità di aprirci al confronto, al dialogo rispetto alle possibilità che si aprono e dobbiamo farci partecipi di un cambiamento che non solo è possibile, ma doveroso. Chi ha causato un danno non è definito solo da quel gesto: è anche un padre o una madre, un figlio o una figlia, e così via. La giustizia riparativa riconosce la complessità della persona e la sua rete di relazioni, offrendo uno spazio per la responsabilità, il dialogo e la ricostruzione. Offre a chi lo ha subito la possibilità di dare risposta a bisogni profondi che la pena detentiva non soddisfa, e alla comunità l’occasione di ricucire legami».

Sacro Convento – 550 giovani per la 45° edizione dei Giovani verso Assisi

Dal 30 ottobre al 2 novembre 2025, il Sacro Convento di San Francesco in Assisi ospiterà la 45ª edizione di “Giovani verso Assisi”, l’incontro annuale promosso dal Centro Francescano Giovani dei Frati Minori Conventuali.
L’evento, che vedrà la partecipazione di circa 550 ragazze e ragazzi tra i 18 e i 30 anni provenienti da tutta Italia, si conferma un appuntamento centrale nel cammino di formazione, spiritualità e fraternità francescana. Il tema di quest’anno, “Dove sei? Altissimo, onnipotente, bon Signore”, richiama l’interrogativo esistenziale dell’uomo di fronte a Dio, ispirandosi al Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi.

Il programma
Il percorso, articolato in quattro giornate, proporrà momenti di preghiera, catechesi, laboratori tematici, testimonianze e celebrazioni che accompagneranno i giovani in un’esperienza di incontro e discernimento.

Giovedì 30 ottobre
Apertura dell’incontro con una veglia nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco, presieduta da fra Marco Moroni, OFM Conv, Custode del Sacro Convento. Seguirà una catechesi di don Gabriele Vecchione, cappellano dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Venerdì 31 ottobre
Giornata dedicata alla preghiera e al silenzio interiore, con laboratori su adorazione eucaristica, lectio divina, adorazione della croce, meditazione cristiana, preghiera di lode e del cuore. In serata, liturgia penitenziale nella chiesa superiore, presieduta da don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI.

Sabato 1° novembre – Solennità di Tutti i Santi
Celebrazione eucaristica nella chiesa superiore e testimonianze di vita e fede, tra cui quelle di Alberto e Daniela Friso, coppia di sposi, e di fra Giuseppe Altizii e suor Sara Fabis. La giornata culminerà con la veglia e il mandato finale, presieduti dal Vicario Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, fra Igor Salmic.

Domenica 2 novembre
Conclusione dell’esperienza con la celebrazione eucaristica e attività di confronto nei gruppi regionali.

Cantiano parte il recupero della Collegiata: una comunità in cammino tra memoria e futuro

Una sala gremita, un ascolto attento e un filo comune che ha unito tecnica, memoria e speranza. È stato questo il clima che si è respirato lunedì 27 ottobre nella Sala multimediale del Comune di Cantiano, dove si è svolta la presentazione pubblica del restauro della Collegiata di San Giovanni Battista e del progetto “Memoria futura: Cantiano, radici e semi di comunità”, due percorsi diversi ma strettamente intrecciati, promossi dalla Diocesi di Gubbio. A poco più di tre anni dall’alluvione che devastò il paese, l’incontro ha rappresentato molto più di un aggiornamento tecnico: è stato un momento di comunità, un racconto collettivo di rinascita che ha tenuto insieme le pietre e le persone.

La serata si è aperta con il saluto del parroco don Marco Cardoni, che ha ricordato le ore drammatiche dell’alluvione del 2022, sottolineando poi come “la Collegiata non è solo un edificio, ma un cuore pulsante di fede e di identità per tutti i cantianesi”. Da lì si è snodato un racconto in due capitoli: il primo dedicato al progetto di restauro, il secondo al percorso sociale e culturale di “Memoria futura”.

Il restauro della Collegiata: proteggere la storia, prevenire il futuro
L’architetto Elisa Pascolini, del team dei progettisti dell’intervento, ha tracciato il quadro generale dei lavori, accompagnata dal direttore dei lavori, arch. Alessandro Bonci, e dall’architetto Daniele Fabbretti.
“L’alluvione del 2022 – ha ricordato Pascolini – ci ha fatto capire che quanto sembrava un evento eccezionale non lo era affatto: le alluvioni a Cantiano si sono ripetute molte volte nella storia. Da lì siamo ripartiti per pensare un progetto che non solo restaurasse, ma mettesse in sicurezza la Collegiata, rendendola capace di resistere e convivere con l’acqua”.
Un progetto che si distingue per l’approccio “pilota”: sistemi di drenaggio, impianti ripensati “dall’alto verso il basso”, materiali e tecniche costruttive orientate alla rapidità di deflusso e alla manutenzione preventiva. “Vogliamo tenere l’acqua più lontano possibile – ha aggiunto – e al tempo stesso restituire la chiesa alla sua comunità. È un lavoro che unisce memoria e innovazione”.

Le istituzioni: “Cantiano può essere un modello”
Al tavolo sono intervenuti anche i rappresentanti delle istituzioni. Per la Regione Marche, il vicepresidente dell’Assemblea legislativa Giacomo Rossi – in rappresentanza del presidente Francesco Acquaroli – ha definito l’intervento sulla Collegiata “un progetto importante e direi avveniristico, che guarda alla prevenzione come parte integrante della ricostruzione. È un segnale concreto di come la Regione stia accompagnando, passo dopo passo, il cammino dei territori colpiti”.

Il vice commissario per l’emergenza alluvione 2022, ing. Stefano Babini, ha fatto una panoramica del lavoro della Struttura commissariale in questi tre anni di lavoro, durante i quali sono state impegnate risorse per 400 milioni di euro, con un quadro complesso e articolato di interventi, focalizzando l’attenzione anche su quelli messi in campo sul territorio cantianese. Poi si è complimentato per la qualità del progetto di recupero e restauro della Collegiata cantianese, auspicando che – al termine della fase emergenziale – tutte le istituzioni possano collaborare e “fare squadra” per trovare insieme nuove risorse necessarie per completare le opere rimaste indietro o parzialmente finanziate.