Assisi – Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani “Celebriamo e viviamo la fede che ci unisce”

“Quest’anno ricorrono i 1.700 anni dal Concilio ecumenico del 325 d.C. di Nicea, commemorazione che offre un’opportunità unica per riflettere e celebrare la nostra comune fede di cristiani, quale fu espressa nel Credo formulato durante quel Concilio, una fede ancora oggi viva e feconda. La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (SPUC) 2025 ci invita ad attingere a questa eredità condivisa e ad entrare più profondamente nella fede che ci unisce come cristiani”. Tema di quest’anno sarà infatti “Credi tu questo?” (Gv 11,26), approfondito nelle preghiere e riflessioni proposte dai fratelli e dalle sorelle della Comunità Monastica di Bose”. Lo dice alla vigilia della Settimana di preghiera, con diversi appuntamenti in programma anche ad Assisi, Marina Zola, responsabile dell’ufficio ecumenico diocesano.
Le iniziative prendono il via nella Chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione sabato 18 gennaio alle 20.30 con un momento di preghiera ecumenica regionale, guidato da monsignor Renato Boccardo, arcivescovo e presidente della Conferenza Episcopale Umbra; padre Petru Heisu della Chiesa Ortodossa Rumena; padre George Khachidze della Chiesa Greco-Ortodossa; brother Samuel Richard Double SSF della Chiesa Anglicana; diacono Yousif Mina Stella della Chiesa Copta Ortodossa; da Antonella Violi della Chiesa Valdese e dal pastore Lillo Furnari della Chiesa Avventista.
Per le diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Foligno seguiranno come tradizione le diverse celebrazioni: oltre alla preghiera ecumenica regionale, domenica 19 gennaio alle 17.45 nella Basilica di Santa Chiara; lunedì 20 alle 18.30 nella chiesa di S. Masseo – Bose; martedì 21 alle 18:30 nella Basilica di San Francesco e alle 20.45 nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Cerqueto. E ancora, mercoledì 22 alle 19 nella Chiesa Nuova; giovedì 23 alle 20.30 nella Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva e alle 21 nella Chiesa di San Michele a Bastia; venerdì 24 alle 18 all’oratorio di San Leonardo della congregazione anglicana; e sabato 25 alle 20.30 nella Cattedrale di San Rufino e alle 21.15 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, con il rosario per l’unità.
Nel corso della settimana sarà celebrata anche la XXXVI Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, in programma il 22 gennaio alle 16.30 e dal titolo “È un Giubileo: esso sarà per voi santo” interverranno il prof. Marco Cassuto Morselli, presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia e la professoressa Giuseppina Bruscolotti, docente di Sacra Scrittura presso ISSRA e ITA.

Gualdo Tadino – solennità del Beato Angelo. Il cardinale Gambetti: “La grande umanità del Beato Angelo è ancora attuale, soprattutto in questo Anno Santo”

“La vita del Beato Angelo è la firma messa in calce, di proprio pugno a questi testi perché lui nella sua vita ha cercato principalmente l’amore: ha cercato Dio e ha usato le cose del mondo con rispetto come se nessuna fosse sua”.

Lo ha detto il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, mercoledì 15 gennaio durante la solenne concelebrazione eucaristica nella concattedrale di San Benedetto a Gualdo Tadino in occasione della solennità del Beato Angelo, compatrono della diocesi, in apertura dell’Anno Santo giubilare, concelebrata dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, alla presenza delle autorità civili e militari.

“Il punto è – ha aggiunto il cardinale Gambetti – davanti al suo esempio che sopravvive al tempo, io faccio come lui? Uso appositamente il tempo all’indicativo ‘faccio’ e non al condizionale ‘farei’ perché non vorrei che rimanesse lo spazio per quella vocina che subito sussurra ai nostri orecchi: ‘ma la sua è una vita impossibile, fuori dal tempo, lui era un eroe non fa per me’. Perché settecento anni sono tanti e lo sono in un duplice senso. Sono il segno di una vita che continuamente fiorisce come le siepi di biancospino nel giorno del suo transito e lo farà per sempre perché la sua è una vita compiuta, bella eternamente feconda e felice. I settecento anni sono anche il segno di una distanza culturale, sociale, ambientale incolmabile, per cui non si può riproporre oggi la sua stessa esperienza, ma fare come lui non vuol dire fare le stesse cose dal punto di vista dell’esperienza storica, ma dal punto di vista dell’esperienza umana cioè la sua umanità, le caratteristiche della sua umanità devono, oso dire, contraddistinguere anche noi che siamo cristiani. Chiediamo al Beato Angelo – ha concluso – di intercedere per noi, di accompagnarci. In questo Anno Giubilare che si apre, lui ci accompagna. Chiediamogli di intercedere affinché possiamo fino in fondo preferire la sapienza di Dio a quella del mondo ed essere così una luce che da questo colle, direi beato, si irradia nella valle, si irradia nella regione, si irradia nel mondo”.

Nel pomeriggio la celebrazione del transito, dei secondi vespri e la santa messa presieduti da monsignor Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola. Infine, la chiusura della Porta Santa del Settecentenario della morte del Beato, da parte del vescovo Sorrentino. Domenica 19 gennaio alle ore 11.15 la santa messa di ringraziamento per il Centenario in suffragio dei soci vivi e defunti della Pia Associazione del Beato Angelo presieduta dal cardinale Fortunato Frezza, canonico della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano.

Spoleto – Processione di S. Ponziano: tantissimi fedeli presenti. La proposta dell’Arcivescovo al Ponte Sanguinario: «Perché non chiamare questo luogo “Largo S. Ponziano?”»

Nel pomeriggio di martedì 14 gennaio 2025 la festa di S. Ponziano, patrono di Spoleto, è proseguita con la celebrazione dei Secondi Vespri in Duomo presieduti dall’arcivescovo Renato Boccardo. Così come al mattino per il solenne pontificale, tanti i fedeli che hanno voluto rendere omaggio al Santo nel 1850° anniversario dal suo martirio. Diversi anche i sacerdoti presenti e alcuni monaci benedettini di S. Benedetto in Monte di Norcia con il padre abate Benedetto Nivakoff. La Città era rappresentata dal vice sindaco Danilo Chiodetti.
Al termine dei Vespri è partita la processione per il ritorno della reliquia nella Basilica di S. Ponziano. Il corteo, come da tradizione, è stato aperto da un gruppo di cavalli e cavalieri, tra cui tanti bambini dei centri ippici della zona. C’erano poi rappresentanti di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Esercito, Polizia Locale, così come di tante associazioni di volontariato, di confraternite e di gruppi di volontariato.

La processione quest’anno, nel ricordo appunto del 1850° dal martirio di S. Ponziano, ha fatto tappa al Ponte Sanguinario, luogo della decapitazione del giovane. Piazza della Vittoria era gremita di persone, nonostante il freddo pungente. L’arrivo della reliquia è stato salutato dal suono delle trombe della Banca musicale di Spoleto. Poi, è stata letta una parte della passione di S. Ponziano, i musicisti hanno suonato l’inno al martire, l’Arcivescovo ha incensato la reliquia e, finito il canto, ha recitato la seguente preghiera: “A te, giovane Ponziano, da questo luogo che conserva la memoria della tua suprema testimonianza a Cristo Signore, vincitore della morte e datore di vita, rivolgiamo oggi la nostra preghiera, fiduciosi nella cura attenta che da secoli riservi alla nostra città e diocesi, che ti riconoscono e invocano quale patrono e avvocato presso Dio. Guarda la nostra Chiesa diocesana: sia per tutti casa e scuola di comunione, luogo in cui il Vangelo del tuo Figlio è annunciato e vissuto. Guarda le nostre famiglie: rendile forti nell’amore e nella fedeltà. Custodisci i nostri giovani: siano ardenti e generosi nel cammino della vita. Sostieni gli anziani e gli ammalati: la tua protezione li conforti e li consoli. Preservaci dal male dell’anima e del corpo. Difendici dalle catastrofi naturali. Guarda la nostra Città: fa’che fioriscano in essa la giustizia e la concordia, perché tutti possano godere di un vero progresso e conoscere una stagione di prosperità e di pace”.
E poi, prima di ripartire con la processione fino alla Basilica, mons. Boccardo ha detto: «Questo luogo ci ricorda plasticamente l’eroicità del dono che S. Ponziano ha fatto della sua vita per essere fedele a Cristo. Impariamo da lui la fortezza, il coraggio, la generosità, la mitezza, la dolcezza, l’amore reciproco e il perdono che ci servono per dare contenuti forti alle nostre giornate. Mentre saluto tutti voi e vi ringrazio di questa partecipazione corale e significativa, mi viene un’idea che potremmo tentare di elaborare e presentate a chi di dovere. Siamo qui al Ponte Sanguinario, il luogo dove S. Ponziano è stato martirizzato. Perché non dedicare a lui questa parte della piazza? Perché non chiamare questo luogo “Largo S. Ponziano?”. Potrebbe essere un punto di riferimento e una memoria costante, perché qui, dal sangue di questo martire, è nata la nostra Chiesa e questa comunità che ancora oggi si affida a lui».
Un lungo applauso ha salutato la proposta dell’Arcivescovo.

La processione dal Ponte Sanguinario è poi giunta alla Basilica dedicata al Santo. Prima dell’ingresso in chiesa l’Arcivescovo, i presbiteri, i fedeli, le autorità e la reliquia hanno fatto una sosta e mons. Boccardo ha avuto l’occasione per ringraziare: «Rivolgo un saluto particolare ai cavalli e ai loro cavalieri. S. Ponziano è stato definito cavaliere: giovane, forte e coraggioso. Dall’immagine del cavaliere traiamo un messaggio per noi. I cavalieri sono coloro che guidano il cavallo, che gli danno un orientamento e una direzione. La domanda che ci poniamo è: chi guida la mia vita? Il cavallo o il cavaliere? Sappiamo che tutti noi portiamo dentro un cavallo pazzo e che tante volte non riusciamo a dominare. Allora da questa bella celebrazione raccogliamo una domanda: la mia vita la guido io o il mio cavallo? Il contenuto chi lo definisce? Torniamo a casa con questa domanda e proviamo a trovare una risposta che deve essere un orientamento per tutta l’esistenza».

L’ultimo momento della processione è stato l’ingresso della reliquia nella chiesa dedicata al martire. E l’Arcivescovo, prima della benedizione finale, ha detto: «Grazie a tutti a coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa: all’Amministrazione comunale che ha seguito con generosità e attenzione la preparazione di questo momento; alla Curia arcivescovile che ha previsto e curato quanto abbiamo pensato. Ma soprattutto grazie a Spoleto e ai suoi cittadini. Rinnovare nel tempo la memoria di Ponziano ci fa dire che siamo spoletini, e quindi “ponzianini”, ogni giorno dell’anno: coraggiosi, fedeli e con un cuore dilatato come ha fatto il nostro patrono». La serata si è conclusa con la Messa presieduta da don Pier Luigi Morlino pievano della Pievania di S. Ponziano.

Festa di S. Ponziano, patrono della Città di Spoleto, nel 1850° anniversario dal suo martirio. L’Arcivescovo: «Spoleto è S. Ponziano e S. Ponziano è Spoleto. Il cittadino non è definito solo per l’uguaglianza dei diritti, ma anche e soprattutto per la diversità delle sue radici”

Dalla Cappella Palatina del Palazzo Comunale, intitolata a S. Ponziano, alla Basilica Cattedrale: è il percorso che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e i presbiteri hanno compiuto processionalmente la mattina del 14 gennaio 2025, dopo aver avviato il solenne pontificale di S. Ponziano, patrono della Città di Spoleto, nel 1850° anniversario dal suo martirio. Sceso in Via Saffi, al corteo si è aggiunto il nuovo reliquiario di S. Ponziano, portato in spalla fino in Duomo da quattro sacerdoti. Tantissimi i fedeli presenti alla liturgia, animata dalla corale diocesana. Molte le autorità civili e militari, tra cui la presidente della Giunta Regionale dell’Umbria Stefania Proietti, il prefetto di Perugia Armando Gradone, rappresentanti delle Province di Perugia e Terni, il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, quello di Norcia Giuliano Boccanera, altri primi cittadini dei Comuni che ricadono nel territorio dell’Archidiocesi.

La preghiera al Ponte Sanguinario. La giornata del 14 gennaio si è aperta con un momento di preghiera al Ponte Sanguinario, luogo del martirio del giovane Ponziano. L’arcivescovo Renato Boccardo, il sindaco Andrea Sisti, il vicario generale don Sem Fioretti, i Pievani delle Pievanie del Comune di Spoleto (mons. Alessandro Lucentini per quella di S. Giacomo, don Claudio Vergini per quella di S. Giovanni Paolo II, don Edoardo Rossi per quella di S. Giovanni Battista e don Pier Luigi Morlino per quella di S. Ponziano) e il cancelliere arcivescovile don Luca Gentili: tutti insieme sono scesi nel Ponte Sanguinario per una preghiera nel luogo del martirio. Il sindaco Sisti ha acceso il cero, mentre i sacerdoti intonavano l’inno popolare del Santo: “Alla tua supplice città fedel, propizio chinati Ponzian dal ciel”. Mons. Boccardo, poi, ha infuso l’incenso in un braciere e infine con tutti i presenti ha recitato la preghiera composta per questo 1850° anniversario. All’ingresso del Ponte Sanguinario è stata installata una gigantografia di S. Ponziano, pensata e donata dall’associazione di solidarietà e volontariato “Giovanni Parenzi” di Spoleto, presieduta da Piero Meduri. I giovani della Pievania di S. Giovanni Battista, invece, hanno allestito le due fioriere poste all’inizio della scalinata. Il Ponte rimarrà aperto per tutta la giornata del 14 gennaio.

Il nuovo reliquario. Per il 1850° anniversario è stato realizzato, dalla “Bottega d’arte F.lli Savi – Orafi in Roma, il nuovo reliquario per conservare la sacra testa del Patrono. L’Archidiocesi ringrazia le Pievanie e tutti coloro che, in modi diversi, hanno contribuito economicamente all’opera: nel ciborio l’Arcivescovo ha inserito la busta dell’avvenuta collocazione della reliquia e la busta con tutti i nomi degli offerenti. Il reliquario, realizzato con bronzo argentato, oro, argento, lapislazuli naturali cabochon e quarzi citrini naturali, è ispirato alla Cattedrale di Spoleto. La forma, infatti, è quella della guglia del campanile, dove in cima è raffigurato S. Ponziano a cavallo. Nei quattro lati, oltre allo stemma dell’Archidiocesi e dell’arcivescovo Boccardo, ci sono vari particolari della facciata e delle arcate del Duomo. Sopra la testa di S. Ponziano c’è una corona d’oro, prelevata dal precedente reliquario, donata dalla comunità pastorale di Norcia tra il 2002 e il 2010 al cui interno c’è questa scritta: “A San Ponziano, protomartire della Chiesa Spoletana-Nursina, i fedeli di Norcia promettono rinnovato impegno di vita cristiana e offrono questa aurea corona”.

La lettera della Chiesa di Spoleto-Norcia è il martirio di S. Ponziano. «S. Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, dice che quella comunità, suscitata dalla sua predicazione e dalla sua testimonianza, costituisce la sua vera lettera di presentazione, scritta con lo Spirito del Dio vivente. La lettera della Chiesa di Spoleto-Norcia – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – è il martirio di S. Ponziano, che l’ha battezzata nel sangue. Noi guardiamo oggi al giovane Ponziano come al discepolo che ha reso a Cristo la propria testimonianza pacifica con amore e inermità accettando il martirio, è stato perseguitato e ucciso da coloro che rifiutavano il messaggio del Vangelo, ha donato la vita per la fede, e il suo sacrificio è stato come un germe che ha portato frutto».

Il messaggio di Ponziano alla società civile. «In un’epoca di secolarizzazione spinta come quella che stiamo vivendo e nella quale sembrano venir meno i segni identitari, il Patrono è per tutti il “simbolo fondatore” della memoria della comunità, la cui storia si è svolta tra passioni e lotte, tra ferite e vittorie, in un territorio che ha una sua propria identità ad un tempo civile e religiosa. Il civis (il cittadino) non è definito solo per l’uguaglianza dei diritti, ma anche e soprattutto per la diversità delle sue radici, che sono differenti tra Foligno, Terni, Perugia e Spoleto. Spoleto è San Ponziano e San Ponziano è Spoleto. Con tutte le vicende che la storia ha visto scorrere in questi 1850 anni. Perciò bisogna parlare della “identità spoletina” (qualcuno la definisce “spoletinità”), perché chi dimentica le radici perde il futuro. Un territorio è se stesso anche in virtù delle sue tradizioni e delle sue memorie: appunto perché non dimentica quello che è sempre stato, può affermare la sua tipicità e la sua consistenza pur nel continuo mutare delle forme politiche e sociali e delle condizioni di vita. Se non vogliamo perdere la nostra ricchezza umana e cristiana, cadendo in sterili campanilismi che dividono, dobbiamo ricuperare un’identità ricca capace di parlare agli altri. Parlare di San Ponziano, allora, è dire della memoria della nostra città e della nostra diocesi».

Il messaggio di Ponziano alla comunità cristiana. «Il patrono – ha detto ancora mons. Boccardo – è colui che “intercede”, cioè che “sta in mezzo” e “cammina in mezzo” al suo popolo, si prende cura della sua vita spirituale, ne sostiene la speranza, ne diffonde la carità, lo difende nel momento del pericolo, lo rincuora nel tempo della prova, lo sprona nel tempo delle passioni tristi».

Omaggio del gruppo di ottoni della Banda di Spoleto. Al termine della Messa, mentre la gente usciva dalla Cattedrale, un gruppo di ottoni della Banda Musicale di Spoleto, dalla loggia centrale, ha omaggiato il Santo Patrono.

Assisi – Servizio civile, nove posti a disposizione in diocesi per giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni

È stato pubblicato il bando nazionale per la selezione di 62.549 operatori volontari da impiegare in progetti afferenti a programmi di intervento di Servizio civile universale nel biennio 2025/2026. La domanda di partecipazione ad uno dei progetti può essere presentata, da giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni, entro le ore 14 del 18 febbraio 2025.

I posti messi a disposizione dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino sono nove, tra i quali quattro riservati ai giovani con minori opportunità in condizioni di difficoltà economica (Con Isee inferiore o pari alla soglia di € 15.000).

I progetti previsti dalla diocesi sono tre, e precisamente: Progetto “In cammino con gli ultimi – Umbria” che prevede due posti, di cui uno riservato ai per giovani con minori opportunità in condizioni di difficoltà economica, al Centro di volontariato sociale (CVS) di Gualdo Tadino e 2 posti al CVS di Nocera Umbra; Progetto “Costruttori di speranza – Umbria” che prevede due posti, di cui uno riservato ai per giovani con minori opportunità in condizioni di difficoltà economica, per la Mensa Casa Papa Francesco; Progetto “Laboratori di solidarietà – Umbria” che prevede tre posti, di cui uno riservato ai per giovani con minori opportunità in condizioni di difficoltà economica, per l’Emporio solidale diocesano “Sette Ceste” di Santa Maria degli Angeli

Gli aspiranti volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone a questo link https://domandaonline.serviziocivile.it.

Perugia – il Servizio Civile in Caritas, un laboratorio di esperienze e relazioni

Sono sedici i posti a disposizione per volontari operatoti selezionati del bando dei progetti di Servizio Civile Universale 2025 della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve dei suoi tre ambiti socio-caritativi: Centro d’Ascolto; Empori della Solidarietà; Mensa “don Gualtiero”.

Gli interessati, giovani dai 18 ai 28 anni di età, hanno tempo fino alle ore 14:00 del 18 febbraio 2025 per presentare la domanda di adesione ai progetti di Servizio Civile Universale che il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale ha pubblicato nel bando, il 18 dicembre 2024, per la selezione di 62.549 operatori volontari da impiegare nel biennio 2024/2025.

Caritas Italiana vede finanziati complessivamente 2.324 progetti in Italia, per un totale di 61.166 posti, e 184 progetti all’estero per 1.383 posti: tutti della durata di 12 mesi con avvio previsto a fine maggio 2025. Tra questi sono presenti anche i progetti dei programmi regionali a cui partecipano tutte le Caritas diocesane della regione Umbria, in cui la Caritas di Perugia è presente con i tre progetti sopramenzionati.

I requisiti richiesti per candidarsi sono quelli previsti dal D. Lgs 40/2017. Per scoprire che cosa è il servizio civile è utile consultare: https://scelgoilserviziocivile.gov.it/scopri-il-servizio-civile/ ; mentre per scegliere il progetto Caritas di interesse si può accedere al sito nazionale https://www.caritas.it/servizio-civile-2024-pubblicato-il-bando/ o alla pagina dedicata sul sito diocesano https://www.caritasperugia.it/servizio-civile/ .

Le domande vanno presentate esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda online (DOL) all’indirizzo: https://domandaonline.serviziocivile.it entro e non oltre le ore 14.00 del 18 febbraio 2025. Per info scrivere a serviziocivileuniversale@caritasperugia.it . Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento un contratto e l’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio è pari ad € 507,30.

La Chiesa Italiana, tramite le Caritas diocesane, dal 2001 ad oggi ha accompagnato oltre 10.000 giovani attraverso il Servizio Civile Nazionale e il Servizio Civile Universale con progetti che vogliono essere per i giovani un’occasione per contribuire al bene comune e allo stesso tempo per un percorso di crescita personale e comunitario nei valori della pace, della solidarietà e della giustizia, un’esperienza concreta di partecipazione attiva.

Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana perugina, ricorda ai ragazzi e alle ragazze che «è giunto il momento delle scelte, il momento di decidere di vivere da protagonisti. Un protagonismo giovanile che si manifesta nella prossimità, nella quotidianità, e nei piccoli gesti; un protagonismo che non vive del clamore o delle visualizzazioni, ma che si esprime attraverso innumerevoli atti di cura verso gli ultimi e verso chi si trova in difficoltà. Un protagonismo che fa della creatività, del movimento e della gioia i suoi tratti distintivi, trasformandosi in un laboratorio di esperienze e relazioni».

Assisi – aperto l’anno giubilare nella cattedrale di San Rufino

Nell’anno giubilare faccio un pellegrinaggio di fede, dell’anima, quindi posso fare pochi metri ma se faccio un pellegrinaggio dentro di me ottengo l’indulgenza. Per ottenere la grazia giubilare devo correre dal Padre per dirgli perdonami, e in ogni chiesa giubilare tutti avranno la possibilità di confessarsi”.

Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, sabato 11 gennaio durante la cerimonia di apertura dell’Anno santo giubilare celebrata nella cattedrale di San Rufino. Presenti il parroco don Alessandro Picchiarelli, don Niccolò Crivelli, tanti fedeli, pellegrini e i membri delle confraternite.

“Il peccato porta in se una pena – ha aggiunto il vescovo – , la nostra vita deve essere curata non solo perdonata. Il dono dell’indulgenza è un dono del Padre per curare la nostra vita. Non è una sorta di sconto, non basta fare una preghiera, ci vuole anche quella, ma dobbiamo tuffarci in Lui, quando sentiamo che Gesù è diventato il nostro tutto. L’indulgenza ci porti un cuore intenerito”.

Assisi – apertura dell’VIII Centenario del Cantico delle Creature

Sabato 11 gennaio si è conclusa ad Assisi la solenne apertura dell’VIII Centenario della composizione del Cantico delle Creature 1225/2025: tanti fedeli pellegrini e religiosi hanno voluto essere presenti alla cerimonia, svoltasi tra il Santuario San Damiano e il Santuario della Spogliazione di Assisi, per poi concludersi sulla tomba del Santo nella Basilica di San Francesco.
Hanno partecipato tutti i rappresentanti della Conferenza della Famiglia Francescana (OFM, OFMConv, OFMCap, TOR, IFC-TOR e OFS) e monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, oltre ai rappresentanti dell’amministrazione comunale di Assisi che ha sostenuto l’iniziativa.

«Il messaggio di Francesco ha superato i confini della famiglia francescana – ha dichiarato fra Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei frati minori -. E dopo 800 anni continua a ispirare molti uomini e donne di buona volontà, sia che lo leggano come poesia, come lode cristiana o come preghiera ecumenica o interreligiosa».

È toccato a fra Francesco Piloni OFM, ministro provinciale di Umbria e Sardegna a dare l’avvio ufficiale al Centenario, nella sala del Cantico, adiacente al giardino nei pressi del quale era la celluzza di stuoie, che ospitò il Santo di Assisi: «Nonostante la cecità che segnava gli ultimi anni della sua vita – ha sottolineato il ministro della Provincia Serafica – il Cantico ha lo sguardo di fede profonda di chi riconosce la bellezza del creato come riflesso della perfezione divina».

Dopo la proclamazione del cantico, accompagnata dal clarinetto, a turno i ministri Generali hanno commentato i passi del Cantico attraverso le creature che compongono la lode. La lettura delle fonti francescane e della Composizione di Assisi, a due voci: Isabella Giovagnoni e fra Luca Giacometti, hanno intervallato i diversi interventi.

Fra Massimo Fusarelli, ministro generale OFM, ha invitato a riflettere sulla prima creatura «su cui Francesco posa lo sguardo»: il sole che “è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significazione”. «In queste parole – ha ricordato il ministro – troviamo una chiave di lettura che serve a capire tutto il Cantico: il sole e tutte le creature sono segno di Dio, di lui ‘portano significatione’, di lui ci parlano, se sappiamo guardarle con gli occhi giusti, illuminati dalla fede e fissi su Gesù Cristo, che è il sole di giustizia che sorge dall’alto».

A seguire, nel discorso di Tibor Kauser, ministro generale OFS, che ha posto l’accento su “sor’Acqua” «la prima cosa – ha detto – che viene menzionata nel libro della Genesi, ancora prima della luce: quanto è preziosa, essendo stata scelta per dare spazio in alto allo Spirito di Dio! Questo stesso Spirito di Dio ha scelto noi non solo per librarsi sopra, ma per abitare in noi. Quanto sarebbe bello se potessimo correre insieme a lei e dare la vita».

Fra Carlos Alberto Trovarelli, ministro generale dell’Ordine dei frati minori conventuali, ha avuto il compito di ricordare, del Cantico, “ciò che sta sotto il cielo”: «L’aria, l’acqua, la madre terra e il fuoco. Francesco vede nella creazione e nelle creature l’immagine stessa del Creatore. ‘Altissimo, onnipotente, bon Signore’, aiutaci a essere sensibili al respiro della Madre Terra, ai suoi cicli vitali, all’equilibrio tra consumismo e sobrietà. Concedici di riconciliarci, come fratelli e sorelle minori, con Dio e con le creature».

Al Santuario della Spogliazione dove fra Simone Calvarese, ministro provinciale dei Frati minori Cappuccini del Centro Italia ha presieduto la seconda parte della celebrazione. Qui si è voluto ricordare che Francesco, nella sua danza di lode, fa entrare l’uomo in altri due momenti dell’esistenza: il perdono e la morte.

Suor Frances Marie Duncan, presidente della Conferenza francescana internazionale dei fratelli e delle sorelle del Terzo Ordine regolare, ha prima offerto una riflessione sulla Madre Terra «della quale Francesco ci dice che è, insieme, sorella e madre: sorella come ogni altra creatura, ma anche madre perché ella ci nutre, producendo ‘diversi frutti con coloriti flori et herba’. Lo sguardo alla terra ci richiama ai problemi della distribuzione equa di quel cibo che la terra produce. Oggi viviamo ancora in situazioni di disuguaglianza che, invece di diminuire, continuano a crescere, con i molti poveri che diventano sempre più poveri e i pochi ricchi che diventano sempre più ricchi». Fra Amando Trujillo Cano, ministro generale del Terz’Ordine regolare, ha introdotto la tematica del perdono: «Il Cantico non parla solo della bellezza della Natura, ma anche delle difficoltà della storia umana: se c’è una lode per il perdono, vuol dire che ci sono colpe da perdonare, come pure infermità e tribolazioni».

Il vicario dei Frati minori Cappuccini, fra Silvio do Socorro de Almeida Pereira, ha infine gettato lo sguardo sulla realtà ultima e per noi definitiva: la morte. «Perfino per la morte Francesco può dire ‘Laudato si’ mi’ Signore’. Che cosa spiega questa attitudine di Francesco, che riesce a lodare sempre? il suo segreto è la fede in un Dio che è ‘il bene, ogni bene, il sommo bene, che solo è buono’: solo tale fede può spiegare questa lode costante, che riconosce che da Dio tutto proviene e che a Lui restituisce ogni bene, nel rendimento di grazie e nella lode».

Il vescovo Sorrentino ha concluso la celebrazione ricordando come le due ultime strofe del Cantico siano state concepite in Episcopio, in particolare la penultima sulla riconciliazione, che Francesco realizzò tra il podestà del tempo e il vescovo Guido II, in quel momento in forte dissidio politico-istituzionale. “Da quel momento e con l’aggiunta l’anno successivo della strofa sulla morte – ha detto il vescovo – il Cantico risuona tra queste pietre e da qualche anno tutto il popolo di Dio ha iniziato ad ascoltare il grido di pace di Francesco e del suo Cantico. Ora, attraverso Francesco e anche grazie a questo santo giovane, che presto sarà canonizzato, il Cantico è di casa qui. Il mio desiderio è che, per tutta la comunità ecclesiale e di rimbalzo per quella universale, questo inno, anche da questo Santuario, possa diventare il Cantico della pace nel mondo e tutti lo possano accogliere e cantare ogni giorno”.

Infine, i rappresentanti della Conferenza della Famiglia Francescana, insieme al vescovo e a tutte le istituzioni presenti si sono spostati alla tomba di San Francesco per l’omaggio alle spoglie mortali del Santo. Per l’occasione, nella chiesa Inferiore della Basilica è stata esposta la copia più antica del Cantico, all’interno del Codice 338, custodita nella Biblioteca del Sacro Convento.

Perugia – Anno Santo in diocesi con le celebrazioni di apertura nelle chiese giubilari.

Entra nel vivo anche nella comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve l’anno del Giubileo, anno di grazia e di speranza con le celebrazioni di apertura nelle chiese giubilari indicate dall’arcivescovo Ivan Maffeis, a partire dal 29 dicembre 2024 e fino al 28 dicembre 2025.

Chiese giubilari. Si tratta della cattedrale di San Lorenzo in Perugia, della concattedrale dei Santi Protasio e Gervasio in Città della Pieve, delle chiese parrocchiali di ciascuna delle sette Zone pastorali dell’Arcidiocesi: Regina della Pace in Santa Lucia a Perugia, Santa Famiglia di Nazareth in San Sisto, San Giovanni Battista in Magione, Santa Maria Maddalena in Ponte Valleceppi, San Giovanni Battista in Marsciano. I Santuari diocesani della Madonna dei Bagni in Casalina a Deruta, della Madonna delle Grondici in Tavernelle a Panicale, della Madonna di Lourdes in Montemelino a Magione, della Madonna della Misericordia in Ponte della Pietra a Perugia e le chiese presso l’Ospedale di Santa Maria della Misericordia in Sant’Andrea delle Fratte e dell’Opera Don Guanella in Montebello.

Ricevere l’indulgenza. Nei luoghi di culto summenzionati riceveranno l’indulgenza giubilare i fedeli che non potranno recarsi in pellegrinaggio a Roma, nelle quattro Basiliche papali, durante l’Anno Santo. «Nelle chiese giubilari stabilite dal nostro arcivescovo – precisa don Francesco Verzini, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano – i fedeli che vi si recheranno in visita potranno conseguire l’indulgenza alle stesse condizioni, ovvero confessione, comunione sacramentale e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre, e sostando lì in adorazione eucaristica e nella meditazione e concludendo con il Padre nostro, la professione di fede e con le invocazioni a Maria Madre di Dio».

Celebrazioni di apertura. In alcune delle chiese giubilari diocesane si sono già tenute, nel periodo natalizio, le celebrazioni di apertura dell’Anno Santo, ad iniziare dalla cattedrale e dalla concattedrale (29 dicembre) e nella chiesa dell’Opera Don Guanella (30 dicembre). A partire da questo fine settimana si terranno le aperture giubilari a Magione, venerdì 10 gennaio (ore 21), a San Sisto e a Marsciano, domenica 12 gennaio (ore 17 e ore 18), a Santa Lucia di Perugia, domenica 19 gennaio (ore 18), e a Ponte Valleceppi, domenica 2 febbraio (ore 17). In queste chiese saranno esposti i programmi delle iniziative giubili con i calendari delle confessioni e delle liturgie penitenziali.

Mettersi in ascolto. Luoghi in cui il «mettersi in ascolto, come Chiesa, esprime la disponibilità a lasciarsi interrogare dalla vita della gente e a non far venire meno il nostro contributo di credenti». E’ l’auspicio dell’arcivescovo Maffeis rivolta alle migliaia di fedeli durante la celebrazione di apertura in cattedrale del Giubileo in diocese dello scorso 29 dicembre.

Foligno – Giubileo dello Sport nella festa di San Feliciano

Lunedì 20 gennaio Giubileo dello Sport “Lo sport per una speranza nuova”, in occasione della festa del patrono di Foligno San Feliciano. Ore 20,30 Benedizione della fiaccola con partenza dal Centro Sportivo Villa Candita. Ore 21,00 Arrivo della fiaccola in cattedrale ed esibizione della Società ginnastica Dilettantistica Fulginium Incontro è guidato da S. Ecc. Mons. Domenico Sorrentino, vescovo Assisi, Gualdo Tadino, Nocera Umbra e di Foligno. – Testimonianza di don Massimiliano Gabbricci assistente spirituale della Nazionale Italiana di calcio e del CSI di Siena. Con la partecipazione del coro “Cor Gentile” della scuola media “Gentile da Foligno”. Tutte le società sportive della nostra diocesi sono invitate a partecipare