Perugia – solennità del Corpus Domini. L’arcivescovo Maffeis: «La mensa dell’Eucaristia ci fa comunità, Ci rende annunciatori e testimoni di speranza nella Città dell’uomo, a servizio del bene di tutti»

«Il giorno volge al tramonto, la folla sente il morso della fame, il luogo è deserto: con rapidi schizzi il Vangelo traccia un affresco, in cui non fatichiamo a collocare anche questa nostra stagione, così povera di memoria da esporsi sempre nuovamente alla tragedia della guerra. Il sole tramonta sul deserto dei grandi organismi internazionali, sull’inefficacia della diplomazia, sulla debolezza della politica, sulla parzialità dell’informazione». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis ha esordito nell’omelia della solennità dal Corpus Domini celebrata a Perugia, in San Lorenzo, domenica 22 giugno, commentando il Vangelo di Luca della “moltiplicazione dei pani e dei pesci” (Lc 9,11b-17), attualizzandolo all’oggi sempre più tempestoso. Solennità culminata con la tradizionale processione del Santissimo Sacramento per le piazze e le vie del centro storico fino alla basilica di San Domenico. Centinaia di fedeli hanno partecipato insieme a sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, bambini e bambine della prima comunione delle parrocchie del centro, rappresentanti degli ordini cavallereschi di Malta e del Santo Sepolcro, della Confraternita del Santissimo Sacramento, dell’Azione Cattolica e dell’UNITALSI. Una festa all’insegna del raccoglimento, della preghiera, del canto animato dalla Corale Laurenziana, dei colori come l’infiorata con i segni eucaristici realizzata in piazza IV Novembre da alcuni giovani dei quartieri di Ferro di Cavallo e di Santa Lucia guidati da Barbara, giovane artista, e le varierà di fiori che rendevano assai festoso l’altare di San Domenico con sullo sfondo la grande e splendida vetrata gotica policroma nell’abside. Significativa, come ogni anno, è stata la presenza delle autorità civili durante la celebrazione in cattedrale e al passaggio della processione con il Santissimo sostando in preghiera davanti ai palazzi istituzionali. A tutti loro mons. Maffeis ha avuto parole di gratitudine a conclusione, nella basilica di San Domenico, “per essersi uniti alla nostra preghiera – ha evidenziato – o comunque sono stati toccati nella testimonianza di fede che la Chiesa anche oggi ha saputo offrire».

Durante l’omelia, l’arcivescovo ha sottolineato quanto “la mensa dell’Eucarestia anticipa e rende partecipi del giorno del Signore, giorno che non conosce tramonto. Ci fa comunità, che vive nella comunione fraterna e nella pace. Ci rende annunciatori e testimoni di speranza nella Città dell’uomo, a servizio del bene di tutti».

L’OMELIA DELL’ARCIVESCOVO

Foligno – festa degli oratori parrocchiali

Siamo prossimi alla nuova edizione della Giornata degli oratori dal titolo “Pellegrini di speranza” organizzata dalla Diocesi di Foligno attraverso il Coordinamento Diocesano Oratori. Mercoledì 25 giugno 2025 alle ore 9.00 i ragazzi e le ragazze degli oratori parrocchiali delle due Chiese sorelle di Foligno e di Assisi – Gualdo Tadino – Nocera Umbra s’incontreranno a Foligno “Il centro del mondo” per vivere un momento collettivo di festa.

Esplorando alcuni luoghi significativi della città della Quintana come la Chiesa di San Giacomo, la Chiesa di San Francesco, la Chiesa di S. Maria Infraportas, la Chiesa San Paolo, la Cattedrale San Feliciano, i ragazzi e le ragazze, dopo l’accoglienza, si cimenteranno con giochi, bans e canti ma soprattutto con l’attività laboratoriale delle bandiere dal titolo “Sventoliamo la creatività”. A seguire, come pellegrini transitando nelle vie del centro storico, alle ore 12.00 a conclusione della giornata, si recheranno in Cattedrale per incontrare il Vescovo Domenico Sorrentino e per rendere omaggio a San Feliciano Vescovo, Martire e Patrono della città di Foligno, attraverso la sfilata simbolica delle proprie bandiere. A salutare i giovani pellegrini il Sindaco del Comune di Foligno Stefano Zuccarini e l’Assessore ai servizi sociali con delega alle politiche giovanili Lorenzo Schiarea.

L’oratorio estivo, sottolineano Anacleto e Ivana referenti del coordinamento diocesano oratori, è sempre una grande opportunità per ragazze e ragazzi di crescita, sia umana che spirituale, e dove si possono vivere momenti di gioco, dinamiche di gruppo, accompagnati da numerosi educatori e animatori, anche giovanissimi, che prestano il loro servizio gratuitamente. Il confronto, tra di loro e con gli animatori, permette di ri-costruire un’alleanza educativa che, altrimenti, rischierebbe di perdersi e che invece è fondamentale per tessere relazioni vere.

Un ringraziamento speciale per questo va agli animatori, giovani e giovanissimi delle nostre comunità parrocchiali che, con grande entusiasmo e generosità, dedicano il loro tempo per accompagnare i più piccoli in questa avventura estiva. Sono loro il vero motore dell’oratorio. Anche per loro la Diocesi di Foligno con la collaborazione del Servizio di pastorale giovanile, il Centro Sportivo Italiano, il MASCI e diverse realtà associative ha organizzato nello stesso giorno a partire dalle ore 18.00 presso gli spazi della parrocchia di S. Maria Infraportas la seconda edizione della festa degli animatori con sfide sportive, musica e un momento fraterno di convivialità.

Spoleto – Solennità del Corpus Domini. L’Arcivescovo: «L’Eucaristia ci attrae al cuore di Cristo, che ci strappa da noi stessi per dedicarci ad una carità che tutto contiene e tutto abbraccia»

“Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò …”. Al termine della processione nella solennità del Corpus Domini, celebrata a livello diocesano a Spoleto la sera del 19 giugno 2025, è stato cantato  il “Tantum ergo Sacramentum”, l’inno liturgico in lingua latina composto da S. Tommaso d’Aquino su richiesta di Urbano IV per la celebrazione del Corpus Domini.

FOTO-GALLERY – OMELIA 

Tutto è iniziato alle ore 21.00 nella Basilica Cattedrale con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata da diversi sacerdoti. Ma già dalla tarda mattinata i fedeli di alcune Pievanie erano giunti a Spoleto per realizzare le infiorate in Piazza Duomo, sotto il portico e all’ingresso della Cattedrale, in Piazza Garibaldi e dinanzi alla chiesa di S. Gregorio: questi tappeti creati con petali colorati di fiori è un modo per onorare la presenza di Cristo nell’Eucaristia. Nelle prime file dei banchi della navata centrale hanno preso posti i membri della Confraternita del Santissimo Sacramento di Colle del Marchese di Castel Ritaldi e i ragazzi e ragazze, tra cui alcuni Scout, di varie Pievanie che hanno ricevuto recentemente i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia. La liturgia è stata animata dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati. Un bel momento di Chiesa, un prezioso tempo di preghiera per onorare e adorare il Corpo del Signore, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la “vita nello Spirito”. Prima dell’Alleluia è stata cantata la sequenza “Lauda Sion Salvatorem”, di Tommaso d’Acquino, che loda l’Eucaristia e professa la presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati.

Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato come il Corpus Domini «è una festa che ci invita a custodire sempre uno sguardo di fiducia per proseguire il cammino senza perdere la pace e mantenere il coraggio della testimonianza cristiana. In altre parole, dobbiamo credere veramente alla potenza dell’Eucaristia che salva il mondo, per il quale è luce e anima. L’Eucaristia ci attrae al cuore di Cristo, che ci strappa da noi stessi per dedicarci ad una carità che tutto contiene e tutto abbraccia, tutto penetra e tutto muove, e ci rende strumenti generosi di quel continuo rinnovamento della Chiesa e del mondo che lo Spirito del Risorto sta compiendo nella storia».

La processione. Dopo la distribuzione dell’Eucaristia ai fedeli, c’è stata l’esposizione del Santissimo Sacramento ed è stata quindi avviata la processione dal Duomo fino alla Basilica di S. Gregorio. L’Arcivescovo ha tenuto in mano l’ostensorio sotto un baldacchino: Gesù ha percorso le strade dell’uomo intrise di gioie e dolori, di felicità e paura; passando, ha beneficato quanti sono nella sofferenza fisica e morale e nella solitudine. La solennità si è conclusa con la benedizione eucaristica che l’Arcivescovo ha impartito ai tanti presenti nella Basilica di S. Gregorio.

 

Terni – Processione Corpus Domini. Mons. Soddu: “L’ Eucaristia è il punto di riferimento per lo sviluppo e la rinascita di ogni comunità, della nostra città, della società”

Tantissimi fedeli hanno partecipato giovedì 19 giugno alla celebrazione diocesana della solennità del Corpus Domini, alla messa presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrata dal vicario generale mons. Salvatore Ferdinandi e dai sacerdoti della diocesi, ed alla processione eucaristica con il Santissimo Sacramento per le vie del centro cittadino, dalla chiesa di San Francesco alla Cattedrale, in un lungo corteo di sacerdoti, confraternite delle varie zone della diocesi con i loro stendardi, i cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i cavalieri dell’Ordine Costantiniano, i ragazzi che hanno ricevuto l’Eucarestia per la prima volta in questo anno, i rappresentanti delle associazioni e movimenti e delle parrocchie, animata dal coro della diocesi diretto da don Sergio Rossini e dalla banda “T.Langeli” di Cesi.
La solennità del Corpus Domini è un momento importante a fine anno pastorale, in cui al centro della celebrazione è l’Eucaristia, fonte e culmine della vita della chiesa, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà della diocesi, nella preghiera per la pace, la giustizia, la fratellanza, per i deboli, i poveri, per chiunque ha bisogno di amore e di consolazione, segno tangibile di una condivisione e partecipazione alla vita cittadina e ai suoi problemi.
«Il grande mistero del Corpus Domini è l’eucaristia, il corpo di Gesù, che ci viene data in cibo – ha detto il vescovo -. L’Eucaristia, così silenziosa, così rispettosa e discreta, contiene in sé la totalità dei progetti di Dio; è l’atto più grande di Dio onnipotente a favore della nostra umana fragilità. Il silenzio eloquente dell’Eucaristia penetra nella nostra società e nel mondo intero invaso dai rumori mortiferi delle armi e di ogni genere di violenza, sia a livello internazionale che a livello locale e familiare.
Entra tra le informazioni che vengono quotidianamente fornite e ne interpella la responsabilità. Scende come “pioggia benefica”, sanatrice e corroborante su ogni genere di aridità. Essa entra nei nostri cuori e nelle nostre menti affollate da molteplici miraggi per orientarle al bene; al fine cioè di forgiare e ricreare la coscienza buona, per avere la capacità di riconoscere il male ed evitarlo e quindi scegliere e accogliere il bene, preservarlo e coltivarlo. Mai come in questo momento storico dobbiamo ammettere l’esistenza di una commistione di queste diverse tendenze e tensioni, perciò mai come oggi abbiamo la necessità urgente di aprire tutto il nostro essere: mente e cuore, per accogliere il dono inestimabile e rigenerante dell’Eucaristia, avremo chiaro il cammino, il percorso unico, la sola via che conduce alla vita di tutti; che conduce alla salvezza dell’umanità, che conduce al bene che tutti si desidera e che forse non si riesce ad individuare e classificare come tale e quindi ricercare con la dovuta attenzione».
Il vescovo ha anche fatto riferimento alla pace, alla speranza nel cammino della comunità ecclesiale e della città: «L’ Eucaristia è il punto di riferimento e la base per lo sviluppo e la rinascita di ogni comunità, quindi della nostra città, della nostra società e del nostro territorio. Senza di essa esistiamo e viviamo sì, ma privi di prospettiva certa e piena; con essa invece abbiamo la fonte della nostra speranza, il nutrimento che la alimenta e la gioia che caratterizza ogni nostra azione, ogni nostra situazione e ogni nostra condizione.
Solamente Gesù è il nutrimento sano della nostra esistenza totale, che neutralizza ogni alimento nocivo del quale il mondo è purtroppo strapieno ed imbandito sulle mense degli innumerevoli tavoli offerti a buon mercato da coloro che in tutti i modi speculano sulla vita, sia fisica e sociale che spirituale e morale delle persone, a danno dei più poveri e indifesi. In questo contesto l’espressione di Gesù “Fatte questo in memoria di me” annienta qualsiasi strumentalizzazione o manipolazione di sorta nell’utilizzo di Dio e del suo nome ed orienta, invece, ogni desiderio ed azione ancorandoli al dono d’amore di Cristo, al quale siamo chiamati ad essere conformati».
Il vescovo ha invitato i giovani presenti a costruire il presente in Gesù «Con lui, anche la fatica, le inevitabili crisi, i probabili fallimenti, avranno tutti un significato o un risvolto illuminato, comunque decodificabile. Senza Gesù, invece, anche il più clamoroso successo è destinato a perdersi nel vuoto più assoluto».
La lunga processione silenziosa, interrotta solo da preghiere e canti, si è snodata lungo le vie del centro di Terni da piazza Tacito, corso Tacito e piazza della Repubblica fino alla Cattedrale dove i giovani della parrocchia di San Salvatore e Duomo hanno realizzato con i fiori dei quadri con i simboli eucaristici sul sagrato della chiesa. In cattedrale c’è stata la preghiera del presidente di Azione Cattolica Rita Pileri: “Signore, aiutaci a capire che il tuo è un invito che affida a ciascuna e ciascuno una porzione concreta di responsabilità, aiutaci ad annunciare il tuo Vangelo che invita tutti al rispetto della dignità umana, alla giustizia e alla pace. Signore Gesù suscita in tutta l’umanità il bisogno di disinnescare l’ostilità e la
sopraffazione. Siamo stanchi di ascoltare parole di odio e di astio, rendici capaci di dialogo pacato e rispettoso, rendi le nostre città luoghi accoglienti che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro”.

La celebrazione si è conclusa con l’adorazione eucaristica e la benedizione solenne con il Santissimo Sacramento.

L’OMELIA DEL VESCOVO

 

 

Spoleto – mostra “Segni di speranza dai luoghi del sisma”

In occasione del Giubileo della Speranza, a nove anni dal terremoto che sconvolse il Centro Italia, colpendo in modo profondo il territorio umbro, l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia e la Direzione regionale Musei nazionali Umbria promuovono la mostra Segni di Speranza dai luoghi del Sisma, che presenta circa cinquanta opere sottratte al terremoto e restituite alla loro originaria bellezza grazie alla perizia degli esperti e alla generosità dei mecenati. Accolte a Spoleto nella prestigiosa sede della basilica di Sant’Eufemia, del Salone Barberini del Museo Diocesano e del Salone d’Onore della Rocca Albornoz, questi capolavori, dallo straordinario valore artistico e devozionale, raccontano la capacità dell’essere umano di risollevarsi, di guardare in alto e, con la forza di questo sguardo, tornare verso la terra per porre tutta l’intelligenza, la maestria, la fantasia e l’impegno al servizio di un comune riscatto; per risollevare, insieme ai muri delle case, dei luoghi di lavoro e delle chiese, anche il morale delle persone e delle comunità e per risvegliare la gioia di vivere.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti Architettura e Paesaggio dell’Umbria, vede la partecipazione di Eni come Main Partner, anche in virtù dell’intervento di ricostruzione condotto dall’azienda presso Norcia. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio e il contributo del Commissario Straordinario di Governo per la Ricostruzione dei territori colpiti dal Sisma 2016, della Regione Umbria, e il sostegno di Lux Vide, del Consorzio BIM Cascia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e di Urbani Tartufi.

Emblematica dell’alto valore artistico e dello spirito devozionale rappresentato dai capolavori esposti in mostra è la Madonna adorante di Castelluccio, uno dei primi pezzi raccolti dai tecnici della Soprintendenza dell’Umbria tra le macerie e messi in salvo subito dopo le scosse del 24 agosto 2016, non senza le proteste degli abitanti che, privati di tutto, non volevano perdere anche un’ultima rassicurante presenza. L’Annunciata del Museo Civico-Diocesano della Castellina di Norcia e Madonna con Bambino di Savelli, negli ultimi anni ospitate in altre realtà museali, si sono erette ad ambasciatrici della straordinaria e prolifica fioritura artistica di queste terre. Le testimonianze esposte sono espressione di comunità capaci di esprimersi a diversi livelli di committenza e qualità artistica, di riconoscersi in manufatti fragili per la materia che li costituisce e vulnerabili difronte alle calamità, ma al contempo resilienti come gli abitanti di queste terre, che hanno rischiato più volte l’oblio nel corso dei secoli e hanno riconosciuto in sculture, dipinti, oreficerie il filo rosso che unisce nel tempo le diverse generazioni di una stessa comunità.

 

LE OPERE, LE SEDI

BASILICA DI SANT’EUFEMIA e MUSEO DIOCESANO

In occasione della mostra Segni di speranza dai luoghi del sisma la Sala Barberini del Museo Diocesano di Spoleto, insieme alla basilica di Sant’Eufemia, accoglie opere recuperate dalle macerie e restaurate dopo il sisma del 2016. Questi capolavori, tra cui il Crocifisso attribuito a Benedetto da Maiano e il prezioso tabernacolo contenente il bassorilievo della Madonna Bianca, sono state scelte quali esempi rappresentativi dell’inestimabile patrimonio culturale salvato in questi anni. La scelta di esporre nella Sala Barberini quattro opere è stata motivata da una serie di considerazioni; prima tra tutte la capacità di questi oggetti di simboleggiare, con il loro recupero, la rinascita e la forza delle comunità fortemente colpite dal sisma. Un recupero inteso non solo come restauro del bene artistico, ma anche come ricucitura dei legami identitari, religiosi e culturali che hanno caratterizzato per secoli queste opere. In questi anni, mentre la ricostruzione proseguiva, le opere restaurate hanno trovato una nuova collocazione temporanea nel Museo Diocesano e nella Sala della bellezza ritrovata, vero e proprio “deposito visitabile” inaugurato nel 2021 nei pressi del complesso monumentale del Duomo di Spoleto. Studiosi e visitatori hanno così avuto la possibilità di studiare, a poca distanza tra loro, preziose testimonianze della fede, dell’arte e della cultura del territorio della Valnerina e non solo. Il recupero di quattro capolavori esposti in occasione della mostra, ovvero il Sant’Antonio Abate da Frascaro di Norcia, la Madonna col Bambino di Onde di Serravalle (Norcia), il Crocifisso e la Madonna Bianca da Ancarano di Norcia, si colloca all’interno dello straordinario impegno umano ed economico che è la ricostruzione e rappresenta, nonostante le difficoltà e le avversità, un potente messaggio di speranza e rinascita.

ROCCA ALBORNOZ

Il Salone d’Onore della Rocca Albornoz di Spoleto ospita dieci testimonianze provenienti da Norcia e dal suo territorio, selezionate tra quelle restaurate a seguito del sisma del 2016 per il loro forte valore identitario. La sezione si apre con il Reliquiario del dente di San Benedetto, solitamente conservato nella residenza comunale e tuttora portato in processione per le vie di Norcia in occasione delle celebrazioni dell’11 luglio, giorno della sua festività da quando papa Paolo VI lo proclamò Patrono Principale dell’intera Europa (1964). Le chiese cittadine sono rappresentate dalla Resurrezione di Lazzaro di Michelangelo Carducci (1560) e dalla Madonna col Bambino in gloria tra angeli e santi (1657) di Vincenzo Manenti già nella basilica di San Benedetto, dal Crocifisso (1490-1500 ca.) di Giovanni Antonio di Giordano dall’omonima chiesa, dalla Madonna Assunta e Santi (1590-1610) di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio e dal San Vincenzo Ferrer tra gli infermi (1756) di Giuseppe Paladini dalla concattedrale di Santa Maria Argentea. Dalle frazioni provengono alcune statue lignee: la Madonna col Bambino (1520-1550) dalla chiesa di San Michele Arcangelo di Savelli, il San Marco dall’omonimo castello e la raffinata Madonna adorante (1499) di Giovanni Antonio di Giordano dalla chiesa di Santa Maria Assunta a Castelluccio. Chiude la selezione l’Annunciata (1400-1420) attribuita a Jacopo della Quercia del Museo Civico-Diocesano della Castellina di Norcia. Seppur priva delle braccia, con la sua elegante postura e la dolcezza del viso, assurge a simbolo di speranza per il territorio ferito dal sisma, per le popolazioni che si riconoscono in queste opere identitarie e ne auspicano, in un futuro ormai prossimo, il rientro nei luoghi che per secoli le hanno custodite.

 

Terni – 8Xmille, relazione sui fondi distribuiti nel 2024 nella diocesi di Terni-Narni-Amelia

L’importanza di un gesto semplice per sostenere la missione della Chiesa, il ministero dei sacerdoti e risollevare i più poveri. Grazie all’impegno di tante persone, che hanno scelto di destinare l’otto per mille dell’Irpef alla Chiesa cattolica, anche quest’anno in diocesi si è potuto fare molto per tanti fratelli. In un momento di particolare difficoltà economica si è cercato con i fondi del 2024 di sostenere le attività istituzionali, proprie della pastorale diocesana e, in particolare, le tante situazioni di bisogno e di povertà.

Le somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF ex art. 47 della legge 222/1985 ricevute nell’anno 2024 da parte della Conferenza Episcopale Italiana “Per esigenze di culto e pastorale” per un importo di € 574.107,95 sono state così assegnate:
A – 3 Formazione di operatori liturgici
La somma di € 1.000,00 è stata destinata per sostenere iniziative di formazione degli operatori liturgici (lettori, accoliti, direttori dei cori parrocchiali, ecc.) organizzati dall’Ufficio Liturgico Diocesano.
A – 4.1 Manutenzione edilizia di culto esistente / Manutenzione edificio di Curia
La somma di € 30.000,00 è stata destinata per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio della Curia vescovile e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
A – 4.2 Manutenzione edilizia di culto esistente / Manutenzione chiesa parrocchiale S. Antonio in Narni Scalo
La somma di € 5.000,00 è stata erogata a parziale contributo dei lavori di manutenzione straordinaria della facciata e della copertura della chiesa parrocchiale di S. Antonio in Narni Scalo, divenuti improcrastinabili a cinquant’anni dalla costruzione della stessa e per i quali i proventi della parrocchia non risultavano sufficienti.

CURA DELLE ANIME
B – 1.1 Curia Diocesana e attività diocesane e parrocchiali / Attività pastorali straordinarie
La somma di € 170.000,00 è stata destinata alla copertura economica dei progetti pastorali iniziati negli anni passati, ma privi della copertura finanziaria a causa delle difficoltà economiche della Diocesi.
B – 1.2 Curia Diocesana e attività diocesane e parrocchiali / Curia diocesana
Il contributo di € 202.057,95 è stato erogato all’Economato quale parziale recupero delle spese generali sostenute per il funzionamento dei vari uffici e commissioni pastorali della Curia diocesana.
B – 1.3 Curia Diocesana e attività diocesane e parrocchiali / CEU Conferenza Episcopale Umbra
La somma di € 35.000,00 è stata destinata a parziale copertura del contributo a favore del funzionamento ordinario della Conferenza Episcopale Umbra a carico della nostra Diocesi.
B – 1.4 Curia Diocesana e attività diocesane e parrocchiali / Promozione sostegno economico Chiesa
La somma di € 1.550,00 è destinata alle varie spese per iniziative a favore della promozione del sostentamento economico della Chiesa che è gestita dall’apposito ufficio diocesano.
B – 1.5 Curia Diocesana e attività diocesane e parrocchiali / Complesso pastorale diocesano
La somma di € 30.000,00 è stata destinata per il funzionamento del complesso pastorale vocazionale, giovanile e familiare a servizio della Diocesi.
B – 1.6 Curia Diocesana e attività diocesane e parrocchiali / Rettoria San Giovannino
La somma di € 5.000,00 è stata destinata alla copertura delle spese che la Diocesi anticipa per il funzionamento della Rettoria di San Giovannino in Terni (utenze, tasse, manutenzioni, ecc.).
B – 2 Tribunale Ecclesiastico Diocesano
La somma di € 15.000,00 è stata attribuita a parziale copertura delle spese di funzionamento del Tribunale Ecclesiastico Diocesano, che vede operare al proprio interno una dipendente.
B – 3 Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale
La somma di € 30.000,00 sostiene l’impegno economico per l’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali, sia per quanto riguarda il personale sia per le spese di funzionamento dell’ufficio stesso.
B – 4.1 Formazione teologico pastorale del popolo di Dio / Seminario diocesano, interdiocesano, regionale
La somma di € 35.000,00 è stata destinata a coprire le spese sostenute dalla Diocesi a favore del Seminario Regionale di Assisi, di proprietà delle diocesi umbre e per il quale ogni diocesi deve versare annualmente una somma suddivisa in due parti: una quale contributo fisso e l’altra come contributo pro capite, secondo parametri stabiliti annualmente dalla CEU.
B – 4.2 Formazione teologico pastorale del popolo di Dio / Formazione Ministeri istituiti
La somma di € 1.000,00 è stata erogata a sostegno del funzionamento della Scuola diocesana di Teologia pastorale per la formazione ai Ministeri istituiti.
B – 4.3 Formazione teologico pastorale del popolo di Dio / Formazione permanente del Clero
La somma di € 2.500,00 è stata destinata al pagamento delle spese sostenute per i relatori delle assemblee e i ritiri diocesani del Clero.

SCOPI MISSIONARI
C – 1 Centro missionario e animazione missionaria diocesana e parrocchiale
La somma di € 1.000,00 è stata messa a disposizione dell’Ufficio missionario diocesano per la realizzazione di iniziative volte alla sensibilizzazione della popolazione diocesana verso le opere missionarie.

CATECHESI ED EDUCAZIONE CRISTIANA
D – 3.1 Iniziative di cultura religiosa – Catechesi
La somma di € 2.500,00 è stata erogata e messa a disposizione dell’Ufficio catechistico nella formazione e aggiornamento dei catechisti operanti nelle parrocchie dalla Diocesi.
D – 3.2 Iniziative di cultura religiosa – Manifestazioni valentiniane
La somma di € 7.500,00 è stata messa a disposizione della Diocesi per la copertura delle spese sostenute per la valorizzazione della figura di San Valentino, Santo Patrono della Città e della Diocesi.

INTERVENTI CARITATIVI
La somma di € 546.309,48 è stata così assegnata:
DISTRIBUZIONE DI AIUTI A PERSONE BISOGNOSE
A – 1 Da parte della Diocesi / Alla Caritas Diocesana
La somma di €. 130.000,00 è stata erogata alla Caritas Diocesana a sostegno delle varie opere che la stessa gestisce, sul territorio diocesano a favore delle persone bisognose (poveri del territorio, extracomunitari, emergenze caritative varie, ecc.).
A – 2 Da parte delle Parrocchie
La somma di € 5.000,00 è stata erogata alla Parrocchia S. Maria del Rivo in Terni che gestisce case di accoglienza a favore degli svantaggiati senza fissa dimora.
A – 3 Da parte di altri enti ecclesiastici / Conferenza San Vincenzo
La somma di € 5.000,00 è stata erogata a favore dei bisognosi accuditi dalla Conferenza San Vincenzo – Consiglio Centrale di Terni.
B DISTRIBUZIONE DI AIUTI NON IMMEDIATI A PERSONE BISOGNOSE
B – 1.1 Da parte della Diocesi / Completamento progetti anni pregressi
La somma di € 200.000,00 è stata destinata al finanziamento di interventi caritativi iniziati negli anni passati e senza sufficiente copertura economica da parte della Diocesi.
B – 1.2 Da parte della Diocesi / Al Vescovo per Interventi caritativi riservati
La somma è di € 11.009,48 è stata destinata per i casi riservati a disposizione del Vescovo diocesano.

OPERE CARITATIVE DIOCESANE
C – 2.1 In favore famiglie particolarmente disagiate – attraverso Caritas / Progetto GO LIFE
La somma di € 35.000,00 è stata destinata al Progetto GO LIFE, per la realizzazione di opere segno caritative proposte dalle parrocchie.
C – 2.2 In favore famiglie particolarmente disagiate – attraverso Caritas / Empori della Solidarietà
La somma di € 45.000,00 è andata a sostegno delle attività degli Empori Solidali di Terni ed Amelia, offrendo i mezzi per l’acquisto di prodotti alimentari e di prima necessità.
C – 3.1 In favore di categorie economicamente fragili – da Diocesi / Contributi per affitti a svantaggiati
La somma di € 6.000,00 è stata devoluta alla copertura di sospesi contabili da parte di affittuari che versano in condizioni economiche critiche.
C – 3.2 In favore di categorie economicamente fragili – da Diocesi / PROGETTO POLICORO
La somma di € 5.000,00 è stata messa a disposizione degli Uffici della pastorale giovanile, sociale e della carità con lo scopo di promuovere per mezzo del Progetto Policoro una nuova cultura del lavoro giovanile.
C – 4.1 In favore di categorie economicamente fragili – attraverso Caritas / Mensa dei Poveri San Valentino
La somma di € 10.000,00 è stata messa a disposizione per sostenere l’attività della Mensa San Valentino, che offre pasti caldi ogni giorno.
C – 4.2 In favore di categorie economicamente fragili – attraverso Caritas / Gestione diretta Direttore Caritas
La somma di € 10.000,00 è stata messa a disposizione del Direttore della Caritas per interventi diretti di carità quotidiana ai richiedenti (utenze, affitti, spese sanitarie e sostegno al reddito).
C – 7 In favore di persone senza fissa dimora – da Diocesi
La somma di € 12.000,00 è andata a sostegno della riattivazione di una struttura caritativa a Terni rivolta a persone prive di alloggio, con necessità di trovare una situazione abitativa temporanea in attesa di una fissa dimora.
C – 8 In favore di persone senza fissa dimora – attraverso Caritas
La somma di € 10.000,00 è stata destinata al sostegno della conduzione di “Casa Parrabbi”, una struttura in cui si accolgono uomini in condizione di difficoltà per varie problematiche.
C – 10 In favore di portatori di handicap – da Caritas
La somma di € 5.000,00 è stata erogata a parziale sostegno di un’opera che favorisce l’inclusione lavorativa di persone portatrici di handicap.
C – 16 Per il recupero delle vittime della tratta di esseri umani – attraverso Caritas
La somma di € 20.000,00 è stata destinata alla realizzazione del progetto presso l’immobile denominato “Casa Valenza”, che ha accolto donne vittime di violenza, anche con figli minori.
C – 21 In favore di vittime della pratica usuraria – attraverso Diocesi
La somma di € 10.000,00 è stata destinata al recupero di anticipazioni nei confronti di una realtà operante nel territorio diocesano, vittima della pratica usuraia.
C – 23.1 In favore del Clero anziano, malato, in condizioni straordinaria necessità – da Diocesi / Clero in difficoltà
La somma di € 5.000,00 è stata destinata al recupero di quanto anticipato dalla Diocesi per spese mediche e impreviste di sacerdoti in condizioni di bisogno.
C – 23.2 In favore del Clero anziano, malato, in condizioni straordinaria necessità – da Diocesi / Opera Diocesana
La somma di € 20.000,00 è stata erogata a sostegno del funzionamento di un’opera diocesana per far fronte alle esigenze di sacerdoti anziani e bisognosi di assistenza, prestata anche mediante una comunità religiosa femminile africana.

OPERE CARITATIVE PARROCCHIALI
D – 2 In favore di categorie economicamente fragili
La somma di € 2.300,00 è stata destinata al recupero di spese inerenti un’opera caritativa che ha sede presso la Parrocchia di Piediluco in Terni.

Gubbio – La chiesa di Madonna del Prato nella nuova campagna Cei-8xmille

Una firma che si traduce in accoglienza, solidarietà e speranza. I fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica non solo sostengono chi è in difficoltà ma salvaguardano anche l’immenso patrimonio dei beni culturali ecclesiastici. Come è accaduto a Gubbio dove la chiesa della Madonna del Prato è tornata al suo splendore grazie a un importante intervento di restauro conservativo. Questo capolavoro barocco, sito appena oltre le mura che racchiudono il centro storico di Gubbio, lungo la via Perugina, principale collegamento verso Perugia, edificato nel 1662 su iniziativa del vescovo Alessandro Sperelli, sorge su un terreno un tempo appartenente alle Monache di Santo Spirito, dove si trovava una piccola cappella. Fin dall’esterno, la chiesa colpisce per la sua eleganza e imponenza, resa evidente dalla raffinatezza architettonica e dalla qualità dei materiali utilizzati. L’opera nacque grazie all’intercessione del cardinale Ulderico Carpegna, che favorì la creazione di una chiesa ispirata al celebre progetto del San Carlino alle Quattro Fontane di Francesco Borromini (1599-1667). Con l’approvazione dello stesso Borromini, la chiesa si colloca come uno straordinario esempio dell’architettura barocca italiana. Varcata la soglia, l’ampiezza della cupola e l’armonia delle proporzioni interne lasciano il visitatore incantato, mentre la luce soffusa esalta i dettagli architettonici, creando un’atmosfera di profonda spiritualità.

Danneggiata dal terremoto del 2016, la chiesa ha richiesto importanti interventi strutturali, per garantirne la stabilità, ed artistici per restituirle la sua bellezza originaria. I lavori, iniziati nel 2019 e conclusi nel dicembre 2020, hanno coinvolto oltre 30 maestranze impegnate nel recupero di 600 mq di stucchi e 330 mq di superfici affrescate e intonaci. Il progetto è stato realizzato, soprattutto, grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, dimostrando il valore della collaborazione tra istituzioni ecclesiastiche e la comunità locale.

“Siamo partiti dalla ristrutturazione della pavimentazione fino alle parti in stucco, – spiega Francesco Raschi, architetto responsabile del progetto di restauro – i modanati, le colonne, le trabeazioni, giungendo al consolidamento e al restauro dell’affresco vero e proprio. Senza l’intervento dei fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica, questo intervento non sarebbe stato realizzato, ma neanche pensato”.

“Restaurare una chiesa – aggiunge don Fabricio Cellucci, parroco della Madonna del Prato – significa riportarla al suo ruolo originario: non solo custode di arte e storia, ma cuore vivo della comunità. Come diceva San Giovanni Paolo II, ‘l’arte sacra non è solo memoria, ma rivelazione del mistero di Dio’. Questo restauro è stato per noi una rigenerazione spirituale, un’opportunità per riscoprire la bellezza della fede che abita questi luoghi”.

“La bellezza che rinasce è un dono di Dio per il popolo, ma anche un invito a custodirla e a renderla viva” – sottolinea mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo della diocesi di Gubbio e Città di Castello – Questa chiesa restaurata non è solo una pietra da contemplare, ma una casa di fede in cui la comunità può incontrarsi e crescere”.

Oggi la Chiesa della Madonna del Prato, visitata ogni anno da oltre 12mila persone, non è solo uno scrigno d’arte, ma il centro della vita liturgica e pastorale della comunità. “Riuscire a tutelare un bene come quello della Chiesa della Madonna del Prato – ricorda Elisa Polidori – rappresenta un dovere da parte della comunità intera e soprattutto da parte, in questo caso, della diocesi locale, perché significa conservare e tramandare per le future generazioni non solo un bene monumentale e, quindi, un’opera d’arte, ma anche l’identità di un’intera comunità”.

Ai 533mila euro provenienti dalle firme dei contribuenti si sono aggiunti 250 mila euro di fondi per il terremoto, messi a disposizione dalla Regione Umbria, indispensabili per completare i lavori, ma anche 55mila euro erogati dalla Parrocchia Madonna del Prato. Il video relativo alla Chiesa della Madonna del Prato – disponibile sia sul sito 8xmille.it che nel relativo canale YouTube 8xmille – racconta, attraverso la testimonianza di chi la vive quotidianamente, l’opera che ha riconsegnato a fedeli e visitatori un antico gioiello.

Il recupero della tela con sant’Ubaldo e il Barbarossa
Il restauro della chiesa di Madonna del Prato quest’anno può definirsi completo anche per il recupero di un’altra straordinaria opera custodita al suo interno: la tela monumentale di Ciro Ferri, “L’incontro tra Sant’Ubaldo e il Barbarossa”. Questo dipinto- di proprietà comunale e restaurato da Ikuvium RC grazie al supporto del Lions Club Gubbio – è di grande rilievo non solo per le sue dimensioni e per la qualità pittorica, ma anche per il suo valore storico e simbolico. Rappresenta uno dei rari esempi di “gusto passo”, narrando un momento fondamentale per la città di Gubbio sia dal punto di vista religioso che civile, andando oltre le semplici reazioni di apprezzamento emotivo. Il restauro del dipinto sarà presentato il 27 giugno prossimo, alle ore 18, nella Sala dell’Arengo del Palazzo dei Consoli di Gubbio. Fino al 4 settembre, poi, la tela resterà esposta nell’Arengo per poi essere ricollocata nella sua sede.

L’8xmille: un moltiplicatore di risorse e servizi per il bene comune
Nel 2024 sono stati assegnati oltre 275 milioni di euro per interventi caritativi (di cui 150 destinati alle diocesi per la carità, 45 ad esigenze di rilievo nazionale di cui circa la metà destinati a Caritas Italiana e 80 a interventi a favore dei Paesi più poveri). Accanto a queste voci figurano 389 milioni di euro per il sostentamento degli oltre 32 mila sacerdoti che si spendono a favore delle comunità e che sono spesso i primi motori delle opere a sostegno dei più fragili. E oltre 246 milioni di euro per esigenze di culto e pastorale, voce che comprende anche gli interventi a tutela dei beni culturali ed ecclesiastici per continuare a tramandare arte e fede alle generazioni future oltreché rappresentare indirettamente un volano per l’indotto economico e turistico locale.

L’8xmille è quindi un vero e proprio moltiplicatore di risorse e servizi che ritornano sul territorio a beneficio di tutti. La Chiesa cattolica non si limita all’assistenzialismo, ma promuove percorsi di crescita personale e reinserimento sociale. Basta osservare i numerosi progetti promossi dalle diocesi per rendersi conto delle opportunità offerte dalla carità locale.

 

Perugia: L’arcivescovo Ivan Maffeis alle migliaia di fanciulli e giovani della Giornata diocesana dei “Gr.Est.”: «Non teniamo nel cassetto la vita, giochiamola con entusiasmo, con passione»

«Ieri Papa Leone XIV ha incontrato in Vaticano i vescovi italiani ed io, nel salutarlo, l’ho invitato a Perugia. Lui mi ha guardato con i suoi occhi buoni e con un sorriso come a dire: verrei volentieri, ma l’agenda è quella che è. Invece ci ha consegnato un messaggio rivolto ai vescovi, ai preti, a tutti voi animatori: “Non stancatevi di annunciare la freschezza del Vangelo ai più piccoli. Portate questa vita buona che nasce dall’incontro con il Signore Gesù, portate quell’entusia, quella speranza che nasce dal vivere la vita come servizio, incontro, disponibilità agli altri”». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nel salutare alcune migliaia di fanciulli e giovani animati dei Gr.Est (Gruppi Estivi) degli Oratori di Perugia-Città della Pieve convenuti di buon mattino, il 18 giugno, al Percorso Verde “Leonardo Cenci” a Pian di Massiano di Perugia, per la loro annuale Giornata diocesana di inizio delle attività oratoriali estive. Attività frequentate da circa 4.000 bambini seguiti da 1.200 giovani animatori ben formati e motivati dall’ANSPI, l’Associazione nazionale San Paolo Italia che collabora con il mondo oratoriale fornendo sussidi e organizzando corsi di formazione.
«Sono tornato da Roma con il cuore pieno di gioia – ha proseguito mons. Maffeis – e, entrando ieri sera (17 giugno, n.d.r.) nella chiesa parrocchiale di San Barnaba, non molto distante da questo accogliente polmore verde della città, l’ho trovata piena di gente che, invece, piangeva la morte di un ragazzo come voi, che pochi mesi fa avevo cresimato. Ho visto quanti giovani erano attorno a suo fratello, a sua sorella, ai suoi genitori… Anche per questo, ragazzi, ragazze, io vi invito ad amare la vita così bella, cosi fragile. Non teniamo nel cassetto la vita, giochiamola con entusiasmo, con passione. Ritroviamo nel Vangelo quell’esperienza cristiana, quella motivazione che ci fa davvero uscire dalle nostre paure, dai nostri timori, anche dalle nostre comodità che ci affaticano dal lasciarci incontrare gli altri. Questo è l’augurio che a nome di tutti i sacerdoti, ma anche a nome dei rappresentanti delle nostre Istituzioni civili, che ringrazio di essere oggi con noi, e a nome di tutti i vostri genitori mi permetto di dirvi: amate la vita così bella e così fragile». E nell’impartire la benedizione all’inizio delle attività della giornata, mons. Maffeis ha detto: «Chiediamo al Signore che ciascuno di noi sia benedizione per le persone che incontra, che sappia costruire amicizia, perché sappia costruire affetto, perché sappia guardare a quanti ci vogliono bene e sono preoccupati unicamente che la nostra sia una vita riuscita, buona, piena”.
Significative anche le parole espresse dai rappresentanti delle Istituzioni, il presidente della Provincia Massimiliano Presciutti e la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi. “Oggi siamo tutti contenti, perché è una grande festa e voi siete tantissimi, esprimete gioia e felicità anche attraverso le vostre magliette colorate”. Ha commentato il presidente Presciutti nell’aggiungere: «Siete, soprattutto, gioiosi e la gioia è la cosa più bella in questo momento quando, purtroppo, tanti vostri coetanei nel mondo non possono viverla (il riferimento è alle tante guerre in corso, in particolare a quelle in Medio Oriente e in Ucraina, n.d.r). Cercate di vivere queste settimane di “Gr.Est.” anche con impegno, perché avrete tante attività da fare con i vostri animatori. E la cosa che vi auguro di più nei vostri “Gr.Est.”, come in quelli di tanti altri comuni della Provincia, è quella di servare un ricordo straordinario di questa esperienza. Io la vivo nella mia città (Gualdo Tadino, n.d.r.) dove i vostri coetanei la sera, finite le attività, piangono dalla gioia perché non vedono l’ora di ricominciare il giorno seguente. Grazie alla Diocesi, ai parroci, agli animatori perché date a tante famiglie l’opportunità di vivere con serenità una parte di estate e facendo vivere ai loro figli un’esperienza indimenticabile».
«Arrivare qui e vedere che siete tantissimi e bellissimi ballare insieme ai vostri animatori, è un’immagine di gioia meravigliosa». Così la sindaca Ferdinandi nel portare il saluto e il ringraziamento dell’Amministrazione comunale a quanti hanno promosso la Giornata diocesana dei “Gr.Est.”. La prima cittadina ha poi definito questo evento e gli oratori che lo animano «il più grande esempio di una comunità che sa tenersi per mano, con i più grandi che sanno accompagnare i più piccoli. Grazie alla Diocesi per questa opportunità reale, materiale che offre alle famiglie che hanno un grande bisogno in questo tempo di essere aiutate. Grazie anche a voi, ragazzi e ragazze, perché questa può essere un’occasione enorme, uno spazio di crescita, di comunità e di incontro. Il tema di quest’anno dei “Gr.Est.” si chiama “Il mio tesoro” ed io vi invito a proteggere il vostro tesoro, la vostra unicità, le vostre passioni, ma allo stesso tempo non abbiate paura di aprirvi agli altri. Questo è un tempo che ci sta insegnando sempre più individualismo, ci sta dicendo che la felicità si raggiunge solo attraverso i successi individuali. Invece noi lo sappiamo che la felicità più grande è quella di imparare a prenderci cura degli altri e a stare insieme».

Orvieto – Festival di Arte e Fede #19 fa della bellezza un ponte verso il senso e la speranza

“Credere non significa avere la certezza, ma scegliere di credere ad una certezza. Si crede quando si sceglie di mettersi in cammino. Tutte le grandi storie delle Bibbia sono storie di viaggio. Dio risponde alla nostra incredulità, dandoci la traccia di un’esperienza”. Questo uno dei tanti messaggi affidati da don Luigi Maria Epicoco, al pubblico del Festival Internazionale d’Arte e Fede, in occasione dell’incontro “Pellegrini di Speranza” tenutosi lunedì 16 giugno nel Duomo di Orvieto.

“Un luogo – ha detto – di estrema bellezza. Una bellezza che non distrae, ma accoglie e custodisce il dono della fede che aiuta a comprendere. Tutti veniamo da un sogno di amore di Dio, il pellegrino è tale perché sceglie di mettersi in cammino alla ricerca di qualcosa o Qualcuno. Essere pellegrini significa sapere dove stiamo andando. La vita eterna è verso le braccia di Qualcuno, Gesù è la meta per chi ha il dono la fede. La speranza, al centro dell’Anno Giubilare, diventa concreta quando si trasforma in un’esperienza di senso.

Solo chi ha il dono della fede può testimoniare che la propria vita è significativa, e da questa consapevolezza può nascere la costruzione di ponti con chi, invece, vive nella solitudine e nella disperazione. Il credente autentico non si chiude, ma diventa costruttore di relazioni, di senso, di comunità”. Il concetto di pellegrinaggio, scelto come filo conduttore dell’incontro, è stato proposto come metafora potente del cammino umano. Don Luigi Maria Epicoco ha distinto con forza tra il pellegrino e il vagabondo.

“Il primo sa da dove viene e dove sta andando, il secondo gira su sé stesso, senza meta. Ecco perché il pellegrino è testimone di speranza: perché ha una direzione, un orizzonte da raggiungere”. In un festival che da venti anni – l’anniversario sarà celebrato il prossimo anno – mette al centro il dialogo tra arte e fede, non poteva mancare una riflessione sul ruolo dell’arte sacra nel risvegliare la dimensione spirituale dell’uomo. “L’arte – ha spiegato Epicoco – è un alfabeto che ci aiuta a parlare di Dio. Lì dove manca l’arte, mancano anche le parole per raccontare il senso. Ma se coltiviamo questo linguaggio, tutto si arricchisce: fede, cultura, umanità”.

Con questo incontro si è chiusa un’edizione del festival che ha saputo, ancora una volta, offrire alla città e ai suoi visitatori un’esperienza in cui la bellezza visibile diventa segno di una bellezza invisibile: quella che, nel cuore dell’uomo, si traduce in cammino, ricerca e speranza.
“Camminare insieme – ha dichiarato monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi – è la postura corretta con cui, a piccoli passi, si raggiungono grandi orizzonti. Questo è lo stile sinodale con cui non solo la Diocesi, ma anche altre istituzioni cittadine, prendono parte al Festival Arte e Fede che, con le sue iniziative, invita ad ascoltare nella melodia dell’arte l’armonia della fede”.

“A nome dell’Opera del Duomo – le parole del presidente, Andrea Taddei – esprimo un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di un’edizione particolarmente significativa, che si è inserita con forza e coerenza nel cammino del Giubileo della Speranza. Il racconto teatrale ‘Scrivere di Dio – Tommaso d’Aquino’, tra parola, musica e immagini, ci ha condotto nel cuore del pensiero teologico come esperienza viva. L’incontro con don Luigi Maria Epicoco ha offerto spunti profondi per ritrovare il senso del nostro essere pellegrini oggi. Questa collaborazione con la Diocesi e con il Festival si è confermata un’opportunità preziosa per fare del Duomo non solo un luogo artistico e simbolico, ma uno spazio reale di ricerca e testimonianza”.

Gubbio – verso il Centenario francescano: il 20 giugno la presentazione dei progetti

Gubbio si prepara a vivere le celebrazioni per gli ottocento anni dalla morte di san Francesco d’Assisi, con iniziative in programma da luglio 2025 a tutto il 2026. Un cammino spirituale, culturale e sociale che prenderà ufficialmente il via venerdì 20 giugno, alle ore 16.45, con un incontro pubblico nella Sala dell’ex Refettorio del Convento di San Francesco.

L’evento, promosso dal Comitato permanente di coordinamento costituito da Comune di Gubbio, Diocesi e Famiglia francescana, sarà un primo momento di condivisione con la comunità eugubina delle iniziative che scandiranno i diciotto mesi tra l’estate di quest’anno e la fine del prossimo. La partecipazione è aperta a tutti e avverrà in un luogo fortemente simbolico e carico di storia, con ingresso da piazza Quaranta Martiri n. 4, attraverso il Chiostro della Pace.

Il legame profondo tra Francesco a Gubbio
Il Centenario sarà occasione per riscoprire e valorizzare il profondo legame tra Francesco e la città di Gubbio, teatro di tanti episodi della storia francescana, tra i quali quello della riconciliazione con il lupo, oggi più che mai emblema di un messaggio di pace, non violenza e rispetto per il creato. Un racconto che – nel contesto attuale di crisi climatica, conflitti e disuguaglianze – si fa profezia e impegno, richiamando al valore di temi come la riconciliazione, la custodia della “casa comune” e l’ecologia integrale.

L’incontro del 20 giugno sarà dunque un’occasione preziosa per tutti – dai singoli cittadini alle associazioni – per entrare nello spirito del Centenario, conoscere i progetti in cantiere e contribuire, con idee e partecipazione, a costruire un anniversario che vuole essere non solo commemorazione, ma seme di futuro per la comunità eugubina.