Perugia – Giornata Mondiale del Malato. Il card. Bassetti: «Riscoprire il senso profondo della solidarietà»

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Malato, l’11 febbraio (in ricordo della prima apparizione mariana di Lourdes), il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti invia un messaggio alla Comunità diocesana, annunciando che quest’anno la messa per operatori sanitari nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia del capoluogo umbro «è stata rinviata a motivo dell’epidemia, che proprio in questi giorni – scrive il presule – sta affliggendo con particolare intensità la città di Perugia e la sua provincia. A Dio piacendo, si svolgerà domenica 11 aprile prossimo. Desidero comunque raggiungere malati, medici, religiosi, assistenti e volontari con questa breve lettera. Più che un gesto pastorale, essa esprime un moto del cuore, che vuole significare la mia partecipazione alle sofferenze di tanti fratelli e sorelle e al lutto di tante famiglie».

La vicinanza, un balsamo prezioso. «Il Santo Padre, nel suo messaggio per questa Giornata mondiale – prosegue il cardinale nel messaggio –, ha fortemente ricordato che “la vicinanza è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia. In quanto cristiani, viviamo la prossimità come espressione dell’amore di Gesù Cristo, il buon Samaritano, che con compassione si è fatto vicino ad ogni essere umano, ferito dal peccato (GMM 2021)”».

Impotenti dinanzi a un nemico così subdolo. «In ognuno di noi c’è paura e sgomento; ci sentiamo impotenti dinanzi a un nemico così subdolo, imprevedibile e mutevole come il virus Covid-19. L’Ospedale di Santa Maria della Misericordia è occupato al massimo delle sue capacità. Centinaia sono i ricoverati, decine dei quali in terapia intensiva. E ogni giorno tanti sono i morti. Medici e operatori sanitari sono messi duramente alla prova. Essi vengono chiamati anche ad uno sforzo supplementare di assistenza, dal momento che l’Ospedale è chiuso alle visite di parenti, badanti e volontari».

Un punto di riferimento e di speranza. «L’infezione da Sars-Cov-2 non è soltanto una malattia – evidenzia Bassetti –. È un morbo che precipita la persona in uno stato di totale debolezza e di solitudine. Penso soprattutto agli anziani, che sentono in maniera più acuta l’isolamento e la precarietà. L’opera dei medici in questo caso non è soltanto quella di curare, assicurando terapie appropriate, ma anche quella di segnare una presenza, un punto di riferimento e di speranza».

La burocrazia non freni lo slancio di generosità. «È al mondo della sanità che guardiamo con ammirazione e trepidazione – scrive il cardinale –. Comprendiamo le difficoltà in mezzo alle quali operano i medici e i loro collaboratori; molti stanno pagando con l’infezione e la quarantena, taluni addirittura con la vita, la fedeltà al proprio dovere. E le forze sembrano venir meno. Mi unisco, dunque, alla voce di quanti invocano l’aiuto dei medici di altre regioni italiane, che al presente sono meno oppresse dalla diffusione del virus. La burocrazia non freni lo slancio di generosità. Riconoscenti verso quanti si spendono ogni giorno per salvare la vita a tanti fratelli e sorelle, dobbiamo riscoprire il senso profondo della solidarietà. Non è questo il tempo delle polemiche e delle divisioni. Anche il mondo della politica è chiamato a ritrovarsi unito nel far fronte all’emergenza epocale».

Vicino alla comunità islamica. «In questi giorni mi sento vicino anche alla comunità islamica di Perugia, che soffre a motivo delle gravi condizioni di salute del suo Imam, Dott. Abdel Qader Mohamad, anche lui contagiato dal virus. Grato per la vicinanza che mi fu dimostrata al tempo del mio ricovero, prego l’Onnipotente perché doni pronta guarigione all’Imam e tanta consolazione ai familiari e a tutta la sua comunità».

Mai disperare. «Carissimi, in questo periodo, quasi ad accompagnare i tempi che stiamo vivendo, la Liturgia della Parola ci ha fatto meditare anche sul Libro di Giobbe, una figura biblica, che nel mondo è conosciuta più per la pazienza nelle sciagure che per la fede. Invece proprio la fede, il costante dialogo con un Dio di cui non dubita mai, lo porta a proiettarsi oltre i drammi dell’esistenza e poi, di fatto, a guarire e tornare a una vita perfino migliore della precedente. In Giobbe, ad una lettura più attenta, anche quello che può sembrare inevitabile pessimismo della condizione umana non sfocia mai in disperazione. Giobbe, al di là del tempo della prova, sa intravedere un orizzonte nuovo, perché nel dolore ha scoperto il volto del Signore: «Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto» (42,5). Sovente è proprio nella sofferenza che compare l’immagine di Dio; compare sul volto dei malati, sul volto dei medici e degli infermieri, su quello del sacerdote o dei volontari che fanno assistenza».

Sosteniamo l’opera dei sanitari con la preghiera. «La preghiera ci aiuta a scoprire questo Volto, che illumina e sorregge ogni esistenza. Sosteniamo l’opera dei sanitari con la nostra preghiera. Chiedo a tutti i sacerdoti dell’Arcidiocesi di pregare durante le celebrazioni di domenica prossima 14 febbraio, per tutti i malati e gli operatori sanitari e perché finisca presto questo flagello. Il Signore Dio ascolti le nostre suppliche! Intercedano per noi la Madonna delle Grazie, i Santi Patroni, la Beata Colomba, che nella peste del 1494 tanto si prodigò per assistere i malati. Vi saluto con affetto – conclude il cardinale – e vi benedico con cuore di padre!».

Assisi – giornata del malato. Il vescovo visita l’istituto Serafico, l’ospedale e casa di riposo

Dialogo e preghiera con i malati e gli assistiti di alcune strutture sanitarie della diocesi. In vista della 29esima Giornata mondiale del malato che si celebra giovedì 11 febbraio il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino accompagnato dalla responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, Marina Menna, ha voluto “farsi prossimo” ai malati dell’ospedale di Assisi, ai bambini e ragazzi dell’Istituto Serafico e agli anziani della casa di riposo “Andrea Rossi” e a tutto il personale che opera in queste strutture. “È stato davvero un momento emozionante – spiega Menna – ; un momento d’ascolto attento di testimonianze su vissuti di sofferenza da parte dei presenti, le parole di conforto e speranza del nostro vescovo hanno realizzato una sorta di cammino in fraternità che si concluderà nella celebrazione eucaristica diocesana di domani alle 17 nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva per la Giornata mondiale del malato”. Le immagini delle visite fatte da monsignor Sorrentino alle varie strutture saranno trasmesse sulla home page del sito della diocesi di Assisi e sulla relativa pagina Facebook, YouTube e sulla rete Maria Vision (canale 602), così come la successiva celebrazione eucaristica.
“La Giornata del malato – continua Menna – invita alla riflessione sul valore che riveste la relazione interpersonale di fiducia quale empatia, solidarietà, ascolto a fondamento per una cura olistica del malato. Il tempo del Covid che stiamo ancora vivendo ci ha messo a dura prova, costringendoci a sofferenze fisiche ed emotive intense facendoci vivere sentimenti di angoscia, di impotenza, evidenziando i nostri limiti. Abbiamo pertanto bisogno di ampliare la dimensione valoriale del nostro essere operatori sanitari. Siamo capaci di affrontare e dare senso alla sofferenza nostra e altrui?
È quindi sempre più necessario un impegno comune, l’impegno di tutti per tutti. Il messaggio di Papa Francesco nell’enciclica ‘Fratelli tutti’ ci invita a prendere coscienza di questa consapevolezza ed a mettere in atto nella professione e nella vita modalità concrete che testimonino umanità, solidarietà, disponibilità verso l’altro, capacità di ascolto. Questo favorirà la fiducia nel rapporto interpersonale tra operatore sanitario /malato e viceversa, ma non solo, la fiducia potrà ramificarsi fino ad interessare i rapporti interprofessionali e quelli fra famiglie ed istituzioni. Tale disposizione d’animo contribuirà a conferire maggiore serenità e fiducia nel nostro stesso operare perché sarà proprio l’essere empatici ed in comunione con l’altro a darci la forza. La Giornata mondiale del malato – conclude Manna – è per noi significativa in quanto coincide anche con la ricorrenza dell’anniversario dell’Episcopato di monsignor Sorrentino arrivato nella nostra diocesi l’11 febbraio del 2006. A lui un pensiero di sentita gratitudine e l’augurio vivissimo per la continuazione del suo Ministero”.

Nocera Umbra – Solennità del patrono San Rinaldo presieduta dal vicario generale

“Il patrono che celebriamo oggi ci porta direttamente a contemplare il Buon Pastore per eccellenza e chiama ognuno di noi al suo servizio”. Lo ha detto vicario generale don Jean Claude Hazoumé Kossi Anani Djidonou all’omelia del pontificale celebrato martedì 9 febbraio nella concattedrale di Santa Maria Assunta in occasione della solennità di san Rinaldo, patrono di Nocera Umbra e compatrono della diocesi, alla presenza delle autorità civili e militari.

Facendo riferimento alla prima Lettura dal libro del Profeta Ezechièle, il vicario ha affermato che essa “parla di un Pastore premuroso che va alla ricerca delle sue pecore disperse. Certe circostanze – ha detto – portano a disperderci, creano divisione tra noi e questo fa soffrire anche il Pastore, il Signore Gesù Cristo. Oggi torna in mezzo a noi per dirci di riunirci. È alla ricerca di ognuno di noi. Sta bussando al nostro cuore perché vuole la nostra conversione”.

All’inizio della celebrazione il vicario generale ha letto la lettera che il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino ha scritto ai fedeli, nella quale spiega che essendo stato molto impegnato in queste ultime settimane per la Visita pastorale, che gli ha comportato contatti con molte persone, ha ritenuto prudente non andare fisicamente a far festa con loro in questo giorno così importante per Nocera e per la Diocesi, che purtroppo quest’anno cade nel pieno dell’emergenza pandemica.

“San Rinaldo – scrive ancora il vescovo – non mancherà di infondervi sentimenti di fiducia e di speranza. Dobbiamo combattere la nostra battaglia, esercitando ogni premura verso noi stessi e verso gli altri. Anche osservare le regole è un atto di amore. Avremo tempo di far festa insieme. Desidero però dirvi che spiritualmente sono unito a voi più che mai. Non ci abbattiamo! Siamo amati da Dio anche nelle più aspre difficoltà. Se il Signore non ci risolve i problemi dall’alto, ci accompagna e ci dà la forza di affrontarli. È un Padre che vuol farci crescere, ci interroga, ci sprona. Questo lungo tempo di fatica ci sta provando, ma ci pone domande che ci possono far bene. Non c’è solo la pandemia del Covid. La nostra società – sottolinea ancora il vescovo nel suo messaggio – è da tempo interessata da una pandemia che intacca i nostri valori più importanti, dalla fede, alla vita, alla famiglia. C’è una pandemia spirituale dalla quale ci dobbiamo difendere non meno che dal Coronavirus. Vi auguro di andare avanti con coraggio – conclude – , nel solco della migliore Nocera che i padri ci hanno lasciato. Il momento che viviamo non è facile per nessuno. Ma facendomi forte della testimonianza di San Rinaldo, vi ricordo le parole di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Al termine della celebrazione anche il parroco don Ferdinando ha voluto sottolineare la “mestizia del momento e di questa solennità che siamo abituati a vivere con grande sentimento e partecipazione di popolo. Però – ha aggiunto – la speranza del Signore è forte, abita nei nostri cuori. Quindi questa celebrazione presentata agli occhi del Signore forse ha ancora più valore di offerta, di sacrificio e di affidamento”.

Perugia – messa per la Giornata per la Vita. Il cardinale Gualtiero Bassetti: «La pandemia ci offre tante occasioni di esercitare la nostra libertà, di impegnarla per il bene comune di un sostegno reciproco»

«Nonostante tutto io mi sento di dirvi dal profondo del cuore che la vita è bella. Certo, la vita è anche tanto fragile e questa fragilità l’ho sperimentata tutta nella mia persona. Infatti, siamo soggetti al limite, all’errore, alla malattia. Tuttavia la nostra vita è bella, perché c’è una grande lampada che la illumina, è la lampada della fede ed anche nei momenti difficili ci dà la forza di andare avanti». Così ha esordito il cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia della celebrazione eucaristica della 43a Giornata per la Vita promossa a livello nazionale dalla Cei, celebrata a Perugia il 7 febbraio nella parrocchia di San Bartolomeo di Ponte San Giovanni.

A precedere la celebrazione è stato l’incontro pomeridiano in streaming (sul canale YouTube del settimanale La Voce), dedicato al tema della Giornata, “Libertà e Vita”, presso “Casa San Vincenzo”, l’opera segno diocesana che da più di 25 anni accoglie donne con minori o singole in gravi difficoltà, incluse le partorienti. Quest’opera è animata dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paola in collaborazione con la Caritas diocesana e il Volontariato vincenziano.

Nel capoluogo umbro la 43a Giornata per la Vita è stata promossa, nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19, dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, dal Movimento per la Vita (MpV), dall’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI), dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute e dalla Caritas. Alla celebrazione eucaristica a Ponte San Giovanni sono intervenuti i responsabili della Pastorale familiare, i coniugi Roberta e Luca Convito, che hanno presentato la finalità della Giornata, la presidente del MpV dell’Umbria, Assuntina Morresi, che ha ricordato i 680 nati in regione dal 1980 (nell’anno della pandemia sono stati 20) con l’aiuto del MpV attraverso il progetto “Gemma”, e due famiglie con bambini down che hanno portato la loro testimonianza di «vita libera e felice», perché, come hanno detto, «se hai fede, se hai speranza non sei disperato». Proprio alla fede e alla speranza si è richiamato più volte nell’omelia il cardinale Bassetti, nel commentare il Vangelo della domenica. «Gesù si presenta come il medico dell’umanità – ha commentato il presule –, perché è venuto a guarire ogni uomo nell’anima e del corpo: “Gli portarono tutti i malati e gli indemoniati”. E questo è molto consolante. Ma soprattutto, il Vangelo di oggi, mette in evidenza che Gesù è un insuperabile maestro di fede».

Il cardinale, soffermandosi sul tema della 43a Giornata per la Vita, ha evidenziato che «la libertà nel tempo della pandemia che stiamo attraversando è particolarmente significativa e impegnativa. La lunga emergenza che stiamo vivendo ha limitato fortemente tanta nostra vita, dal lavoro per tante famiglie – talvolta lavoro che non c’è più! – alla scuola per i più giovani, e ci ha ridotto persino la possibilità di frequentare e incontrare gli affetti più cari. Possiamo dire per questo di aver perso la nostra libertà? Non propriamente. Noi vescovi, nel messaggio per questa 43a Giornata, parliamo di una particolare libertà, quella a servizio della vita. Per usare le parole del messaggio “la libertà non è il fine, ma lo ‘strumento’ per raggiungere il bene proprio degli altri”. E in questo senso la pandemia ci ha offerto e ci offre tante occasioni di esercitare la nostra libertà, di impegnarla per un bene comune, il bene comune di un sostegno reciproco, il bene comune che va di pari passo con quello della singola persona. Ciò che è bene per me non può essere un male per gli altri, ma contribuisce al bene di tutti».

«Nel messaggio ricordiamo – ha proseguito Bassetti – che la vera responsabilità è “l’asse che unisce libertà e vita”. La responsabilità è quella di farsi carico gli uni degli altri. Ed è da questa responsabilità che sono nate opere, sempre nella storia della Chiesa, che si sono fatte carico dei bisogni degli esseri umani, specie delle loro fragilità, delle necessità nei momenti più difficili, più drammatici che la vita può riservare. L’incontro di oggi, via internet, con le suore della “Casa San Vincenzo” di Perugia ha permesso di conoscere un’esperienza della nostra città che è la traduzione concreta di quanto abbiamo detto finora: parliamo di un’opera che da tanti anni accoglie gestanti, mamme con i loro figli, un’opera che accoglie la vita nascente, sostenendo le mamme e i loro bambini. E questo è uno dei tanti esempi che possiamo portare sulla Giornata per la vita, spiegazione efficace del nostro messaggio».

Al termine della celebrazione il cardinale Bassetti ha impartito una particolare benedizione alle madri in attesa e ai bambini nati nell’ultimo anno; celebrazione mandata sempre in streaming per permettere a quanti non sono potuti entrare in chiesa (a seguito delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria), che ha visto tra i sacerdoti concelebranti il parroco di Ponte San Giovanni don Antonio Sabatini, il direttore dell’Ufficio per la pastorale familiare don Lorenzo Marazzini Visconti, e il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli.

Perugia – 43a Giornata per la Vita a “Casa San Vincenzo”, «dove si vive lo spirito di Betlemme, del Natale ogni volta che arriva una ospite con la sua creatura, accogliendo vite che altri rifiutano»

Nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19 (da lunedì 8 febbraio Perugia e provincia sono “zona rossa”), nel capoluogo umbro si è svolta la 43a Giornata per la Vita indetta annualmente in Italia della Cei.

Domenica pomeriggio 7 febbraio, presso “Casa San Vincenzo”, si è tenuto un incontro in streaming (trasmesso sul canale YouTube del settimanale cattolico umbro La Voce) sul tema della Giornata: “Libertà e Vita”. Sono intervenuti i coniugi Roberta e Luca Convito, responsabili dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, la professoressa Assuntina Morresi, presidente del Movimento per la Vita (MpV) dell’Umbria, il medico Stefano Cusco, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute e membro della sezione perugina dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI), don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, suor Giuliana e suor Maria Luisa, delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paola, la congregazione religiosa che gestisce la “Casa”. Si tratta dell’opera segno diocesana che da più di un quarto di secolo accoglie donne con minori o singole in gravi difficoltà, incluse coloro che sono in attesa di dare alla luce una creatura.

“Casa San Vincenzo” ha accolto in 25 anni più di 1.200 persone di cui un quarto minori. Attualmente possono essere ospitate non più di dieci persone per un medio-lungo soggiorno, il tempo necessario per essere aiutate a ricostruirsi una vita seguendo un “progetto personalizzato” a seconda se le ospiti sono studentesse, lavoratrici o in cerca di occupazione. Si accede alla struttura dopo essersi recate al Centro di Ascolto diocesano della Caritas. Nella gestione di “Casa San Vincenzo” le Figlie della Carità ricevono la collaborazione della stessa Caritas, del Volontariato Vincenziano, di parrocchie attraverso i loro volontari e di non pochi “piccoli” e “grandi” privati benefattori. Questa “Casa” resta sempre un punto di riferimento per chi poi la lascia: è come se fosse, per quante vi hanno trovato accoglienza nei momenti difficili, la loro “famiglia di origine” dove spesso le nonne (in questo caso le suore) badano ai nipoti quando le mamme sono impossibilitate a farlo per motivi di lavoro straordinario o nei giorni festivi.

“Casa San Vincenzo”, hanno sottolineato gli intervenuti, «è un luogo di cura alla vita…, nel custodirla, accoglierla, accompagnarla e curarla fin dal primo momento in cui una ospite varca la porta». Quest’opera segno della Chiesa diocesana, come ha evidenziato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel suo video messaggio trasmesso all’inizio dell’incontro, rappresenta concretamente il luogo dove viene custodita e alimentata la vita del prossimo. «La vita – ha commentato il cardinale ricordando la sua esperienza con il Covid – è il più grande dono che il Signore ha fatto all’umanità…». Rivolgendosi poi ai giovani – la “Casa San Vincenzo” ne ha accolte e continua ad accoglierne tante – il cardinale, riflettendo sul tema della 43a Giornata, ha detto: «La libertà non va sciupata e non prendete strade che portano al nulla. Usate questa vostra libertà per farvi carico degli altri. Gli altri non sono estranei, gli altri sono te stesso e quello che fai a loro di bene, purtroppo anche di male, lo fai a te. Il Signore ti dona la vita, ti dona la libertà, perché a tua volta di questa tua vita e di questa tua libertà possa farne dono».

Ha portato la sua testimonianza anche la signora Paola, la cuoca di “Casa San Vincenzo”, nel raccontare episodi dove traspare tanto calore, tanta umanità tra ospiti e quanti si prendono cura di loro anche nel preparare le varie pietanze e i momenti di festa come i compleanni. Ma non mancano, purtroppo, i momenti più tristi, che si vivono spesso al loro arrivo, quando le ospiti sono digiune da giorni insieme alle loro creature.

«Ogni ospite – hanno evidenziato suor Giuliana e suor Maria Luisa – è per noi Figlie della Carità un dono del Signore. In questa casa si vive lo spirito di Betlemme, del Natale ogni volta che arriva una ospite con la sua creatura o è in attesa di partorire, perché non trova posto altrove, come è accaduto alla Santa Famiglia di Nazareth. A “Casa San Vincenzo” accogliamo vite che altri rifiutano».

Terni – Pontificale di San Valentino 2021 – Mons. Piemontese: “Ci attende un’azione corale, generosa e intelligente per rimuovere le macerie della pandemia e ricostruire una nuova società di giusto benessere e di amore”

Celebrata solennemente, domenica 7 febbraio la festa diocesana di san Valentino, vescovo e martire del patrono di Terni e copatrono della Diocesi Terni-Narni-Amelia con il pontificale presieduto dal vescovo mons. Giuseppe Piemontese, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Emilio Dario Sensi, del presidente della Regione Donatella Tesei, il presidente della Provincia Giampiero Lattanzi, del Questore Roberto Massucci, delle autorità civili e militari, dei rappresentanti del mondo del lavoro, delle imprese, del sindacato, di una rappresentanza di fedeli delle parrocchie e delle associazioni della diocesi.
Durante il pontificale il sindaco Leonardo Latini ha acceso la lampada votiva e pronunciato l’atto di affidamento della città al Santo patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.
La festa del patrono della città di Terni, san Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore.

«La memoria del nostro Patrono – ha detto nell’omelia il vescovo – torna sempre per risvegliare sentimenti di speranza e di gioia, una serena sosta nel susseguirsi dei disagi e pesantezze che la vita riserva ad ogni persona, famiglia e società civile ed ecclesiale. La comunità ecclesiale si prepara ad essa con un novenario di riflessione, preghiere e approfondimenti perché la festa possa essere degnamente celebrata e dare consistenza alla speranza che è nelle attese e nei ritorni annuali. Quest’anno il grande cartellone con l’usuale e ben nutrito programma della festa di san Valentino è bianco, tutto è annullato, anzi nulla è stato previsto perché assorbiti dalla lotta al nemico crudele del Covid-19, che in Italia ha ucciso oltre 90 mila persone nell’arco di 1 anno, e oltre 2 milioni e 300 mila persone nel mondo e in aggiunta i 100 milioni di “reduci” dalla malattia, che ancora a lungo faranno i conti con i postumi, di diversa gravità e invalidità. Per non parlare dei danni e delle conseguenze economiche, psicologiche, sociali che hanno prostrato intere comunità e che peseranno ancora a lungo sulla società e sui singoli, specie sui giovani.
In questa situazione la Chiesa, pur seguendo le norme e le restrizioni anti Covid, non ha voluto rinunciare a celebrare il santo Patrono Valentino perchè è una opportunità per richiamare l’attenzione di tutti sul significato profondo e pieno della festa del nostro santo Patrono nel tempo e nell’esperienza della pandemia, in riferimento alla nostra città, al patrocinio che viene riconosciuto a Valentino in tutto i mondo: patrono dell’amore, dei fidanzati, dei giovani della famiglia, degli epilettici, qualcuno dice dei diritti umani.
I disagi e la paura che stiamo sperimentando, i lutti che hanno colpito un po’ tutti, le ristrettezze economiche che ci hanno impoverito, e la lontananza imposta, che acuisce la solitudine dei singoli e raffredda la vita comunitaria della Chiesa, insomma il disorientamento dinanzi alla vita sconvolta e stravolta sta trasformando il clima civile, sociale e religioso in tutto il mondo e in maniera pressochè uniforme».

 

L’OMELIA DEL VESCOVO

 

 

Al termine del pontificale in cattedrale, il vescovo e il sindaco hanno accompagnato il rientro dell’urna di san Valentino nella basilica attraversando le vie del centro cittadino, la parrocchia del Sacro Cuore a città Giardino e quella di Santa Maria del Carmelo, fino al colle dove si trova la chiesa che custodisce le reliquie e la memoria del Santo. Sul sagrato c’è stato il saluto del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Luca Diotallevi e la benedizione finale del vescovo Piemontese. L’urna è stata quindi riposta all’interno della basilica alla venerazione dei fedeli.

  L’INTERVENTO PER PRESIDENTE DI AZIONE CATTOLICA LUCA DIOTALLEVI

Terni – San Valentino 2021, il messaggio del vescovo Piemontese. Il 7 febbraio il solenne pontificale in Cattedrale

«Cari fedeli, cari cittadini ternani, invito tutti a celebrare la festa di san Valentino anche in tempo di pandemia. In parte mancherà la solennità usuale ed esteriore e non avranno luogo le tante manifestazioni civili e popolari, che solitamente si accompagnano alla festa al fine di evitare assembramenti.
Del resto l’elevato numero di malati e di morti ci richiama alla responsabilità. Molti sono colpiti da sofferenze e lutti e tutti condividiamo il dolore di tanti concittadini, o addirittura siamo stati segnati nelle nostre stesse famiglie.
Le stesse gravi ristrettezze sociali ed economiche, causate dalla pandemia, suggeriscono parsimonia e non consentono baldorie e manifestazioni di piazza.
E tuttavia la festa del santo patrono, quest’anno può essere vissuta in un clima di più piena spiritualità, di sincera devozione e di prolungata preghiera.
Una preghiera che vuole invocare l’intercessione del Santo per ottenere salute per i malati, conforto ai sofferenti, rinnovo degli stili di vita, la pace in Italia e nel mondo, lavoro onesto per i disoccupati, futuro per i giovani, solidità dell’amore degli innamorati, benessere per tutti.

Domenica 7 febbraio, alle ore 11.30, dopo la santa Messa celebrata nella cattedrale di Santa Maria Assunta, l’urna con le Reliquie di san Valentino, accompagnata solamente dal vescovo e dal sindaco, in forma privata, attraverserà le strade della nostra città per invitare la benedizione del Santo su singoli, famiglie e governanti. Invitiamo a non provocare assembramenti, ma a distanza sostare in preghiera. I cittadini che hanno finestre e balconi prospicienti la strada, espongano un segno di rispetto e devozione e si affaccino per unirsi alla preghiera.

I cristiani, i cittadini ternani hanno l’onore e il compito di custodire e venerare i resti mortali di san Valentino a nome di tutti, anche di coloro che nel mondo intero direttamente o solo per mera tradizione laica, festeggiano san Valentino di Terni, santo degli innamorati.

Quest’anno, a partire dalla festa di san Valentino intendiamo fare memoria della visita di San Giovanni Paolo II alle acciaierie e a Terni, avvenuta 40 anni fa, il 19 marzo 1981. Un evento ancora vivo nella mente di coloro che vi hanno partecipato e raccontato con entusiasmo alle generazioni successive.
Il papa San Giovanni Paolo II, proprio all’inizio della visita, salutando le autorità, pronunciò parole lusinghiere verso la città, i suoi lavoratori e i cittadini tutti: “Sono particolarmente lieto di trovarmi oggi, solennità di san Giuseppe, il quale – come è noto – è Patrono della Chiesa universale e protettore dei lavoratori, in questa operosa Città di Terni, che, vegliata dalla mole antica della Cattedrale, e caratterizzata dalle enormi strutture delle acciaierie, si distingue, oltre che per le profonde tradizioni cristiane, per la sua pulsante attività industriale, sociale ed economica. Mi ha fatto veramente piacere ammirare dall’elicottero, venendo qui questa mattina, lo scenario vasto ed attraente di questa regione umbra ricca di verde e di acque; ma non dimentico che essa è ricca anche e soprattutto di numerosi e grandi santi e nota per la schietta spontaneità dei suoi abitanti, temprati nel carattere dalle consuetudini del duro lavoro e insieme distinti da sentimenti fieri, gentili e generosi”.
Il tema del lavoro, in riferimento alla nostra città, sarà come il filo conduttore delle riflessioni che, a partire dalla festa di san Valentino verrà trattato in occasione del 40° anniversario della visita del papa (19 marzo, festa di san Giuseppe) fino al mese di maggio, quando festeggeremo san Giuseppe Lavoratore.
Tale proposta, coordinata dall’Azione Cattolica diocesana e dal Comitato diocesano, intende avere l’apporto e il coinvolgimento del mondo del lavoro, le parti sociali e tutti i cittadini.
San Valentino, ridoni speranza al mondo, perché l’amore cresca, che esso non si sfaldi in un tempo di quarantena e di crisi come quello che attraversiamo».

Incontro Giovani e famiglia per la Vita
Il primo appuntamento è per sabato 6 febbraio con il convegno e le celebrazioni dei giovani e delle famiglie, in preparazione alla giornata per la Vita.
Nella mattinata sarà trasferita, in forma privata, l’urna con le reliquie di San Valentino dalla basilica di San Valentino in Cattedrale, dove alle ore 17.30 si terrà la celebrazione presieduta da mons. Salvatore Ferdinandi, vicario generale della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Alle ore 19 si terrà l’incontro di preghiera dei giovani e le famiglie con il vescovo, “Libertà e vita” in preparazione alla giornata per la Vita.
Le celebrazioni si svolgeranno con un numero limitato di presenti e nel rispetto del distanziamento e delle disposizioni anti Covid19.
Sempre sabato 6 febbraio alle ore 16 in programma in diretta streaming: “La vita umana da tutelare sempre. Dati a confronto” con l’introduzione di mons. Salvatore Ferdinandi, le relazioni del dr. Alberto Virgolino, ginecologo, segretario del MpV-CAV di Terni su “I dati sull’aborto volontario nel mondo e in Italia”, del dr. Angelo Francesco Filardo, ginecologo, Vicepresidente dell’A.I.G.O.C. (Associazione Italiana dei Ginecologi ed Ostetrici Cattolici) sul tema: “L’abortività nascosta nella contraccezione d’emergenza e ordinaria e nella fecondazione extracorporea” e della dr.ssa Maria Cagnoli, Presidente del MpV-CAV di Terni su: “La risposta vincente a favore della vita: l’accoglienza sempre”.

Il solenne pontificale
Domenica 7 febbraio alle ore 10 nella Cattedrale di Terni sarà solennemente celebrata la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Giuseppe Piemontese, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Emilio Dario Sensi, del questore Roberto Massucci, della presidente della Regione Donatella Tesei, dei rappresentanti delle Istituzioni civili e militari e delle parrocchie di Terni.
Durante il pontificale il sindaco Leonardo Latini accenderà la lampada votiva e pronunzierà l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune. Alla celebrazione sono state invitate a partecipare 200 persone, secondo la capienza massima della Cattedrale.
Terminato il pontificale, il vescovo e il sindaco accompagneranno il rientro dell’urna del santo nella basilica di San Valentino, che transiterà lungo le vie della città, seguendo il percorso: piazza Duomo, via Aminale, corso del Popolo, piazza Ridolfi, piazza Europa, via Garibaldi, rotonda Filipponi, via Piave, rotonda M.L.King, strada delle Grazie, via fratelli Cervi, via G.M. Serrati, via San Valentino, via papa Zaccaria, basilica di San Valentino. Sul sagrato della chiesa ci sarà la benedizione conclusiva del Vescovo.

La celebrazione e il rientro dell’urna nella basilica di San Valentino saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, sul canale Youtube e sul sito della diocesi, pagina Facebook e radio Mep Radio organizzazione

Perugia – 43a Giornata per la vita con tre iniziative da seguire anche sui social

«Mai come quest’anno, a causa della pandemia, il tema della cura, della difesa e della preziosità della vita risulta essere più attuale». A evidenziarlo sono i coniugi Roberta e Luca Convito, responsabili dell’Ufficio per la pastorale familiare dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, nell’annunciare le tre iniziative che caratterizzeranno la 43a Giornata per la vita programmate a livello diocesano nel rispetto delle norme sanitarie vigenti per il contenimento del contagio da Covid-19.

Libertà e vita. «Per il particolare e difficile momento che stiamo attraversando – spiegano Roberta e Luca Convito – abbiamo inteso organizzare questa significativa Giornata per la vita 2021, dedicata al tema “Libertà e vita”, insieme all’Ufficio diocesano per la pastorale della Salute, alla Caritas diocesana, all’Associazione Medici Cattolici di Perugia e al Movimento per la Vita dell’Umbria (MpV), promuovendo iniziative che culmineranno nella celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, domenica 7 febbraio, con una rappresentanza di mamme in attesa e di fanciulli nati nell’ultimo anno». Gli appuntamenti, che vedranno una partecipazione limitata a seguito della pandemia, saranno trasmessi sul canale YouTube del settimanale La Voce, all’indirizzo: www.youtube.com/lavocepg .

Il programma. Giovedì 4 febbraio (ore 18:30) si terrà “Pregare la vita”, presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Mantignana di Corciano, con l’adorazione eucaristica per tutte le situazioni in cui la vita è in pericolo o in difficoltà, nelle famiglie, negli ospedali, nelle residenze per anziani, nelle case di accoglienza per minori e ragazze madri, nelle carceri. Domenica 7 febbraio (ore 16:30), saranno trasmesse, sul canale YouTube de La Voce, testimonianze e racconti sul tema “Prendersi cura della vita”. E’ un’occasione per conoscere l’opera della “Casa San Vincenzo” di Perugia rivolta all’accoglienza e alla cura delle mamme e dei loro figli. Assuntina Morresi, presidente del MpV dell’Umbria, intervisterà suor Giuliana e suor Maria Luisa delle Figlie della Carità, la congregazione religiosa che anima da quasi 40 anni quest’opera segno della Chiesa perugino-pievese. «Attraverso i loro racconti – spiegano i coniugi Convito – scopriremo la gioia di dire sì alla vita nonostante le molte difficoltà». Interessanti saranno gli interventi-contributi del cardinale Gualtiero Bassetti e i saluti dei responsabili dei tre organismi pastorali diocesani promotori dell’iniziativa: Roberta e Luca Convito, responsabili dell’Ufficio della pastorale familiare, il medico Stefano Cusco, direttore dell’Ufficio per la pastorale della salute, e don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana. Sempre domenica 7 febbraio (ore 18:30), per “Celebrare la vita”, si terrà la S. Messa presso la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Ponte San Giovanni, presieduta dal cardinale Bassetti. Durante la celebrazione il cardinale impartirà una benedizione particolare ad alcune mamme in attesa e ad alcuni bambini nati nell’ultimo anno. Al termine saranno ascoltate due brevi testimonianze sull’accoglienza alla vita. Anche quest’ultimo appuntamento potrà essere seguito sui social (www.youtube.com/lavocepg).

Perugia – “La grande storia della piccola Sara Mariucci e di Mamma Morena”. Il cardinale Gualtiero Bassetti: «In Sara il segno della manifestazione della misericordia di Dio»

Anche a Perugia è arrivata “La grande storia della piccola Sara Mariucci e di Mamma Morena”, il libro di Enrico Solinas (Edizioni Messaggero Padova EMP, pp. 160, febbraio 2021) che narra la vicenda della bambina nata a Perugia il 31 dicembre 2002 e vissuta a Gubbio con la famiglia poco più di tre anni e mezzo, morì il 5 agosto 2006 in un tragico incidente mentre si trovava con i genitori Michele e Anna in Calabria. La sera prima di morire, Sara raccontò alla mamma «una storia nella quale era protagonista un’altra mamma dai capelli blu e dagli occhi castani, una mamma buonissima: “Mamma Morena” – narra il libro –. La mamma allora pose una domanda che potrebbe sembrare strana o quanto meno esagerata e chiese a Sara: “Lasceresti mamma Anna per andare con Mamma Morena?”. La bambina le diede una risposta che la spiazzò dicendole, con sicurezza e fermezza: “Siiii”. Il giorno dopo, il 5 agosto, Sara morì per una folgorazione elettrica. L’8 agosto il papà di Sara, Michele, fece una ricerca su “Mamma Morena” e con immenso stupore scoprì che questo è il nome con cui viene venerata la Vergine Maria protettrice della Bolivia, la cui statua si trova nel santuario di Copacabana, sul Lago Titicaca in Bolivia. La sua festa ricorre il 5 agosto. Dal giorno di quella scoperta la storia di Sara Mariucci iniziò a portare tanta speranza nei sofferenti, in chi ha paura e in chi ha perso la fede, tanto che la tomba della bimba a Gubbio è méta di continue visite da parte di persone alla ricerca di Dio, da ogni luogo di Italia e del mondo».

La presentazione del libro di Enrico Solinas, giudice laico presso il Tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro e postulatore di alcune cause di canonizzazione come quella del noto medico chirurgo perugino Vittorio Trancanelli, doveva tenersi nella serata di lunedì 1 febbraio, presso il complesso parrocchiale San Pio da Pietrelcina di Castel del Piano di Perugia, ma l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha determinato il suo rinvio. Intanto, lunedì scorso, sempre presso la chiesa di Castel del Piano, si è tenuta una celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti insieme al parroco don Francesco Buono e ad altri sacerdoti e diaconi. La celebrazione è stata vissuta anche come ringraziamento al Signore per la guarigione del cardinale Bassetti e delle tante persone contagiate dal Covid-19. Per molte di loro sono state elevate al Cielo incessanti preghiere di intercessione rivolte anche alla piccola Sara.

Il presule, nell’omelia, rivolgendosi ai coniugi Mariucci, ha ricordato la loro Sara con queste toccanti parole nel commentare il Vangelo del giorno: «Il male, invece di unirci per combatterlo, divide, separa, crea distanze, alza i muri, ma Gesù è venuto per unire, per conciliare, per salvare gli uomini dal male, dai demoni che portano l’uomo sempre più a vivere una solitudine interiore… L’uomo tormentato da tanti demoni è il segno chiaro dei tanti mali che soggiogano gli uomini e le donne delle nostre città. L’uomo posseduto dal male è allontanato da tutti, ma non da Gesù, perché Gesù viene per liberare, per salvare e per comunicare il Vangelo testimoniando la forza liberatrice di Dio. Anche la piccola Sara Mariucci ha testimoniato con la sua breve esistenza la misericordia di Dio. In questa bambina io colgo il segno della manifestazione della misericordia di Dio. Diceva Madre Teresa di Calcutta: “Non tutti possiamo fare cose grandi, ma tutti possiamo fare cose piccole con grande amore”. E questo è un richiamo forte anche per noi, perché non c’è bisogno di fare chissà che cosa, ma quello che facciamo va fatto con un amore totale. E questa piccola creatura ci dà anche questa testimonianza. Una bambina di tre anni e mezzo, Sara, con la sua innocenza e la grazia santificante derivante dal battesimo, ha potuto veramente rimuovere delle montagne. Quanto bene, sul piano della grazia, ha fatto questa piccola creatura; essa è in grado di portare speranza nel cuor di chi soffre, di chi ha paura e di chi ha perso la fede. Può portare Sara tanta consolazione ai cuori di molti, soprattutto oggi ai molti affranti dalla pandemia, ed è un momento critico per l’Umbria, per l’Italia e per il mondo e particolarmente per Perugia dove sono in costante aumento i contagi e c’è il rischio di un collasso delle strutture ospedaliere. Per questo è necessario pregare incessantemente il Signore affinché possa concedere ai malati la grazia della guarigione e proteggere tutti da questa pandemia. Io so bene quanto hanno fatto per me questa bambina, il beato Carlo Acutis, il venerabile Vittorio Trancanelli, Giampiero Morettini (il giovane seminarista morto prematuramente per il quale dovrebbe a breve aprirsi l’inchiesta diocesana sulle sue virtù) e la beata Madre Speranza di Collevalenza, quell’8 novembre 2020 quando voi eravate a pregare in questa chiesa e io ero quasi al momento di consegnare la mia vita al Signore».

Nell’avviarsi alla conclusione, il cardinale Bassetti ha detto: «Ho avuto la grazia di recarmi in Bolivia, da vescovo di Arezzo, presso una missione dei nostri Padri Cappuccini, e durante il soggiorno mi sono recato in pellegrinaggio al santuario della Madonna Morena dove da poco avevano celebrato la festa del 5 agosto… Carissimi genitori di Sara, come vi ha scritto il vescovo di Gubbio Luciano Paolucci Bedini, continuate a lasciarvi guidare dal Signore e a camminare con fiducia verso la terrà promessa della piena comunione con Dio Amore. Il messaggio di vostra figlia è un messaggio chiaro: Sara ci dice che la vita, nonostante tutto, non ci viene mai tolta, ci viene trasformata e mentre viene distrutta la dimora di questo esilio terreno, una abitazione eterna di gioia e di gloria è preparata in Cielo. Questo vale per Sara, Vittorio, Giampiero, per tutti i beati, i santi e per tutti noi».

Terni – lutto in diocesi per la morte di mons. Sandro Sciaboletta

Nel pomeriggio di lunedì 1 febbraio è morto, all’età di 86 anni, mons. Sandro Sciaboletta, all’ospedale Santa Maria di Terni, dove era ricoverato in terapia intensiva per affezione da Covid19.
Cappellano di Sua Santità, canonico del capitolo della cattedrale di Terni, parroco per 50 anni della parrocchia di Santa Maria Regina a Terni, sacerdote molto conosciuto e amato in città e nell’intera diocesi per le sue doti umane e spirituali, ha svolto il suo ministero nello spirito del Concilio Vaticano II, avviando in diocesi il diaconato permanente, i ministri straordinari della Comunione, dedicandosi alla formazione dei giovani nell’oratorio, nelle attività sportive, nelle attività estive nella casa parrocchiale di Castel del Monte, nelle corali per l’animazione delle celebrazioni, dove introdusse le chitarre e altri strumenti. Negli anni Sessanta è stato cappellano del lavoro alle Acciaieria di Terni, e per gli operai che venivano da fuori città, costruì un centro di accoglienza nei locali dell’ex seminario a Terni dove venne istituito anche il circolo ricreativo Tinarelli. Un sacerdote dal carattere apparentemente burbero ma ricco di grande umanità, che lo ha portato nel 2003 ad aiutare i bambini malati in Kosovo, stringendo un gemellaggio con la città di Ferizaj e avviando un progetto di accoglienza a Terni per gli studenti universitari kosovari e per seminaristi. Attività di solidarietà alle quali si è dedicato con passione e altruismo, coinvolgendo la sua comunità parrocchiale, la città e creando forti legami di solidarietà e amicizia.

Don Sandro era nato a Terni il 16 dicembre del 1934. Ha svolto gli studi presso il seminario diocesano di Narni e il Pontificio seminario regionale Umbro “Pio XI” di Assisi. È stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1957 da mons. Giovanni Battista dal Prà.
All’inizio del suo ministero è stato viceparroco a Sangemini e nella Cattedrale di Terni. Nel 1969 è divenuto parroco di Santa Maria Regina a Terni dove è rimasto fino al 2018 per divenire quindi parroco emerito della stessa parrocchia.
Ha svolto numerosi incarichi in diocesi, dal 1958 al 1969 vice cancelliere vescovile e notaio della Curia di Terni, assistente regionale della Giac, cappellano del Lavoro. Nel 1978 è stato nominato delegato episcopale per la diaconia, dal 1981 al 1987 vice presidente dell’Istituto diocesano sostentamento clero, dal 2001 al 2011 vicario foraneo di Terni centro, membro del consiglio diocesano per gli affari economici e del consiglio presbiterale diocesano e responsabile della casa Sant’Alò dal 2006 al 2014.
La camera ardente sarà allestita presso la chiesa di Santa Maria Regina, domani 2 febbraio alle ore 17.30.
Il funerale sarà celebrato giovedì 4 febbraio alle 15.30 nella Cattedrale di Terni, presieduto dal vescovo Giuseppe Piemontese.
Si invitano tutti coloro che vorranno rendere omaggio a don Sandro a rispettare scrupolosamente le disposizioni anti Covid e di evitare assembramenti e contatti diretti.