Spoleto – Mercoledì delle Ceneri, mons. Renato Boccardo: «Le ceneri ci ripetono la vanità degli idoli che ci fabbrichiamo ogni giorno. Convertirsi è allontanarsi da quanto compromette la vera vita e voltarsi sulla strada giusta»

«Convertiti, e credi al vangelo», questa eco della prima predicazione di Cristo (cf Mt 1, 15) è risuonata nella celebrazione del Mercoledì delle Ceneri e lo stesso appello risuonerà con particolare intensità per tutta la durata della Quaresima. A Spoleto, mercoledì 22 febbraio, l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa nella Basilica di S. Gregorio Maggiore. È stato don Bruno Molinari, parroco della zona pastorale di Spoleto centro, ad imporre le ceneri sul capo del Presule. Loro due, poi, hanno ripetuto lo stesso gesto agli altri presbiteri concelebranti, ai ministranti, ai tanti ragazzi della catechesi presenti e ai numerosi fedeli.

L’omelia dell’Arcivescovo. «Le ceneri – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – ci ripetono la nostra fragilità naturale, la nostra povertà fondamentale; ci ripetono soprattutto la vanità degli idoli che ci fabbrichiamo ogni giorno. Convertirsi è allontanarsi da quanto compromette la vera vita e voltarsi sulla strada giusta. Ecco l’urgenza di tornare al senso dell’elemosina, della preghiera, del digiuno, che sono le tre caratteristiche fondamentali della Quaresima e possono aiutarci a ritrovare il Signore e il senso della vita». «L’elemosina, anche se piccola, – ha sottolineato il Presule – ci aiuta ad alzare gli occhi da noi stessi e ad avere compassione per chi stende la mano in cerca di aiuto. Facendo così ci avviciniamo alla compassione che il Signore ha per noi. Poi la preghiera, che non è moltiplicare parole e gesti, ma porsi nel silenzio e ascoltare le Sante Scritture che ci riportano alla Parola di Dio. In questo tempo ancor prima di parlare noi al Signore, ascoltiamo ogni giorno il Signore che parla a noi nella sua Parola. E finalmente – ha detto ancora l’Arcivescovo – il digiuno, che ci aiuta a rinunciare alla concentrazione su noi stessi, al nostro egocentrismo e anche alla smania del consumo che rende la nostra vita inquieta e triste. E ci insegna ad orientare la volontà e a disciplinare il desiderio».

Esercizio di ascesi in Quaresima. Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2023 ha detto che il tempo di preparazione alla Pasqua è un «mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna». Questo esercizio di ascesi che propone il Santo Padre troverà una qualche espressione comunitaria anche nella Chiesa di Spoleto-Norcia:

nel percorso di ascolto e preghiera proposto dall’Arcivescovo ogni giovedì di Quaresima alle 21.00, con il titolo “Il tuo volto, Signore, io cerco”, presso la chiesa parrocchiale di San Giovanni Paolo II in San Nicolò;

ogni venerdì di Quaresima, dalle 13.00 alle 14.00 nella Basilica di S. Gregorio Maggiore a Spoleto, mons. Boccardo invita quanti lo desiderano ad unirsi a lui nella preghiera e nel digiuno. Si tratta di una forma simbolica per esprimere un proposito di austerità ed essenzialità e come segno penitenziale che implora dal Principe della pace il dono della pace in Ucraina e nel mondo.

venerdì 10 marzo, nel pomeriggio (orario da definire), a Cascia presso la Basilica di Santa Rita, l’Arcivescovo in unione spirituale con tutte le Chiese che sono in Italia celebrerà una Messa per il dono della pace in Ucraina.

Perugia: Celebrato il Mercoledì delle Ceneri. L’arcivescovo Ivan Maffeis agli universitari: «La Quaresima è lo spirito con cui affrontare gli esami della vita…», esortandoli «ad essere anche in questo tempo una comunità cristiana che sa farsi lievito, fraternità per la vita di tutti»

«Siamo in un ambiente dove il tempo, per molti versi, è scandito dai corsi, dagli esami… e cosa c’entra tutto questo con la Quaresima?». Se lo ha chiesto l’arcivescovo Ivan Maffeis, all’inizio dell’omelia della celebrazione eucaristica del Mercoledì delle Ceneri, la sera del 22 febbraio, nella chiesa dell’Università degli Studi di Perugia; celebrazione di avvio della “Quaresima degli universitari in preparazione alla Pasqua”, animata dalla Pastorale universitaria guidata da don Riccardo Pascolini. L’arcivescovo, nel pomeriggio, come è consuetudine, aveva celebrato in cattedrale compiendo il rito della benedizione e imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli, rito che ha ripetuto nella chiesa dell’Università.

Non è un esame. «La Quaresima, che iniziamo questa sera – ha commentato monsignor Maffeis rivolgendosi ai numerosi universitari presenti –, non è un di più, non è un altro corso, un altro esame, è, piuttosto, lo spirito con cui affrontare i corsi, gli esami della vita, dai più piccoli a noi vecchietti».

Ritornare a “casa”. Commentando le letture, il presule si è rivolto ai fedeli con queste parole: «la Quaresima ci riporta a “casa” e il profeta Gioele lo ha detto con forza: “ritornate, ritornate”. Ritornare a “casa” è un’immagine che parla al cuore di ciascuno, perché noi siamo nella misura in cui noi abitiamo e sappiamo che l’abitare – questo lo sanno soprattutto gli studenti fuori sede – non è fatto da quelle quattro pareti, è fatto dai volti delle persone con cui condividi la vita quotidiana».

Alzare lo sguardo. «Oggi iniziamo questo tempo e lo iniziamo con quanto abbiamo nel cuore. Probabilmente nel cuore di ciascuno ci sono preoccupazioni, inquietudini a livello personale, familiare, di relazioni con gli altri. Se poi alziamo lo sguardo, anche senza far lunghi elenchi, ci rendiamo conto di come viviamo un tempo segnato da violenze, da guerre. Penso a cosa sta succedendo in Nicaragua, la persecuzione così dura contro il popolo sta colpendo anche la Chiesa con un vescovo che è stato condannato, venerdì scorso, al carcere, che dovrebbe uscirne nel 2049, un segno di cosa voglia dire diritti umani calpestati. In Iran, dove tanti coetanei dei presenti sono esposti ad una violenza omicida da parte di un regime che in nome di Dio arriva a togliere la vita. E l’anniversario che stiamo per celebrare dell’invasione dell’Ucraina rappresenta una guerra in cui – senza mettere tutto sullo stesso piano – nessuno parla più di pace, di negoziati, di diplomazia».

Purificare la memoria. «Quanto bisogno abbiamo, come umanità, di tornare a quella purificazione della memoria, a quel perdono, a quella riconciliazione con cui Giovanni Paolo II aveva aperto la Quaresima del 2000, dell’Anno Santo. Imparare a chiedere perdono, a tornare noi stessi e a tornare a “casa”, quindi far ritorno al Signore, a Colui che è la vita. Nella misura in cui cresciamo nel rapporto con Lui, anche la nostra vita acquista colore, sapore e diventa significativa».

Non rimandare l’esame. «Qui l’appello chiaro di San Paolo a non disperdere questo tempo – ha commentato l’arcivescovo –. Ora è il momento della salvezza, ora è il tempo opportuno. E credo, parlo da ex, ex studente, la tentazione di rimandare qualche esame, qualche appuntamento è in tutti noi. Entrare in quest’oggi di Dio, che è la nostra vita, avvertire che questa vita alla fine è davvero un soffio, siamo chiamati a restituirla non solo alla fine, quello è di natura, siamo chiamati a restituirla giorno per giorno con il nostro stare nella vita davanti al mistero di Dio e davanti al mistero dei fratelli».

No alle liturgie dei follower. Soffermandosi sul Vangelo del Mercoledì delle Ceneri, monsignor Maffeis ha posto l’accento sull’insegnamento «della semplicità, addirittura del nascondimento: “se fai l’elemosina, sei fai il digiuno, se preghi, non sappia la destra cosa fa la tua sinistra”. In un Tempo in cui tutti siamo esposti alle liturgie dei follower, del consenso, dell’approvazione, il Vangelo ci riporta a verità e a libertà, a sentire che siamo importanti non in base ai criteri del mondo, ma che la nostra vita è preziosa anche se non cade nell’ansia della visibilità, della ricerca dell’ammirazione degli altri. Iniziamo questo tempo di conversione come una grazia, un dono, un richiamo a vivere davvero… Per un gesto di carità, per un rinnovato impegno di preghiera. Ciascuno prenda il proprio impegno non come un dovere, ma come un richiamo che nella misura in cui lo facciamo nostro ci aiuterà davvero a rinnovarci interiormente, ad ascoltarci, ad incontrarci, ad essere anche in questo tempo una comunità cristiana che sa farsi lievito, fraternità per la vita di tutti».

Terni – Celebrazione delle Ceneri. Mons. Soddu: “Non potremmo mai abituarci, assuefarci a quanto di male l’uomo è capace di fare nel mondo, ma combattere con le armi dell’amore ogni forma di violenza e di sopraffazione”.

Celebrato il Mercoledì delle Ceneri nelle chiese della diocesi e nella Cattedrale di Terni, dove il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la celebrazione eucaristica concelebrata dal vicario generale mons. Salvatore Ferdinandi e dal parroco della cattedrale don Alessandro Rossini.
Nella liturgia che caratterizza il primo giorno di Quaresima, il vescovo sparge della cenere benedetta sul capo dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronare il fedele all’impegno penitenziale della Quaresima, come tempo forte in cui rigenerarsi nella fede e per vivere pienamente il sacramento della riconciliazione.
Il vescovo ha esortato i fedeli a dedicarsi intensamente alla preghiera, al digiuno, alle opere di misericordia ed essere costruttori di pace. «La Quaresima è un tempo prezioso per corrispondere al dono della salvezza e dobbiamo coglierne tutta la ricchezza in esso riposta, cercando di non trascurarla e di non sciuparne i contenuti. Iniziamo questo tempo di grazia nella consapevolezza di percorrerlo in compagnia gli uni degli altri e insieme a quanti, sparsi nel mondo, sono nostri compagni di viaggio. Siamo chiamati a ravvivare il dono del Battesimo, sorgente della nostra fede, affinché non si esaurisca in mezzo all’aridità delle strade del mondo ma, al contrario, possa essere in noi vita e, attraverso di noi, vitalità con e per quanti ci troviamo a condividere l’esistenza. L’elemosina, la preghiera e il digiuno, il criterio che le accomuna tutte è la non ipocrisia. L’ipocrisia è la caratteristica negativa terribile; talmente orribile che rende falsa ogni azione anche se buona in se stessa. Se fatta con ipocrisia, cioè con un secondo fine, quella data opera anche se buona in sé stessa risulta essere negativa per chi la fa. Mancando di cuore, è perciò priva di anima e non avendo questi si perde nell’insignificanza più totale, divenendo addirittura l’opposto, ossia male e peccato.
Il Signore Gesù, in questi casi come in tanti altri, anzi in tutti gli altri casi, ci offre una prospettiva che va molto oltre i confini personali e temporali, ci offre la prospettiva del Padre. Quando preghi, quando digiuni, quando fai l’elemosina abbi sempre dinanzi a te il Signore. Così facendo abbiamo la possibilità di mettere nelle mani e nel cuore di Dio tutto noi stessi nella certezza che nelle sue mani e nel suo cuore niente si perde».
Facendo riferimento ai drammi della storia dei nostri giorni, il vescovo ha sottolineato l’importanza di fare il bene e pregare per la pace: «Davanti alle tragedie del mondo, quelle che riguardano il conflitto in Ucraina, al terremoto in Turchia e Siria e quelle che non sono più riportate neanche dagli organi di informazione, davanti a queste tragedie, come non sentire vivo il richiamo alla conversione e alla conversione del cuore, vale a dire non soltanto delle idee o delle impressioni, delle supposizioni o delle teorie, delle linee politiche e quant’altro. Ma ritornare al Signore con tutto il cuore, ossia sinceramente e non per secondi fini. Un cuore siffatto non potrà che essere “lacerato”, ossia spezzato, infranto a causa del riconoscimento o anche dell’ammissione delle proprie responsabilità. Lacerarsi il cuore dunque significa entrare in atteggiamento penitenziale nella dimensione misterica del cuore di Cristo che ha dato sé stesso per noi. Ha però anche una dimensione sociale e chiarisce che non potremmo mai abituarci, assuefarci a quanto di male l’uomo è capace di fare nel mondo. Lacerarsi il cuore significherà pertanto combattere con le armi dell’amore ogni forma di violenza e di sopraffazione. Voglia il Signore, con il suo Spirito d’amore, toccare il cuore di tutta l’umanità, di ciascuno, di coloro che reggono le sorti dei popoli, di coloro che tendono a minarle queste sorti, di coloro che, senza andare lontano da noi, faticano ad intravvedere nel prossimo il senso vivo di un cuore pulsante».
OMELIA DEL VESCOVO SODDU

Perugia – la lettera per la Quaresima dell’arcivescovo Maffeis al Clero e alla comunità diocesana. «Una Chiesa che non cessa di farsi lievito nella comunità degli uomini”

Lettera per la Quaresima di mons. Ivan Maffeis rivolta al Clero e alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, viene diffusa oggi, 22 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, giorno di inizio del cammino quaresimale in preparazione alla Pasqua.
Monsignor Maffeis, nel suo scritto, raccoglie la preoccupazione di non pochi sacerdoti e lo fa esternando quanto gli ha confidato un parroco: «La gente ci vuol bene, vede quello che facciamo per essere disponibili, anche col nostro andare casa per casa per le benedizioni; ci fa entrare volentieri, ma si direbbe che a rimanere fuori spesso sia proprio la fede…».
Altra riflessione l’arcivescovo la dedica all’arte nell’essersi «ispirata all’esperienza cristiana e, a sua volta, abbia contribuito a plasmare il mondo spirituale di ciascuno». Maffeis lo fa nel ricordare la partecipata cerimonia dei cento anni del Museo diocesano dello scorso 17 febbraio, sottolineando che «se la pratica della fede è in crisi, alcuni edifici e contesti continuano a rappresentare eloquenti testimonianze di identità, di appartenenza, di affezione”, offrendo “con cui leggere la nostra condizione e la nostra relazione con Dio e con gli altri».
«È l’ascesi a cui ci richiama il cammino quaresimale – scrive l’arcivescovo –. Papa Francesco ci esorta a percorrerlo insieme, Chiesa pellegrina nel tempo, radicata nella tradizione e al tempo stesso aperta verso la novità. Ci indica nell’ascolto e nella fiducia due gli atteggiamenti di fondo, entrambi indispensabili nel metodo e nello stile ecclesiale: consentono di “non lasciar cadere nel vuoto la Parola di Dio, che ci viene offerta nella liturgia e nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto”; ci liberano da distrazioni, pigrizie e indifferenza; ci allargano lo sguardo, rendendoci partecipi di quanto accade: la persecuzione che colpisce la Chiesa in Nicaragua, l’intolleranza omicida del regime iraniano, la guerra d’invasione che da un anno martella il popolo ucraino, la tragedia che ha colpito Siria e Turchia (ai terremotati destineremo le offerte di domenica 26 marzo)».

«Iniziare questo tempo di conversione è grazia». È il richiamo di monsignor Maffeis nel terminare la sua lettera, sottolineando che – questa grazia – «per non disperderla, può aiutarci l’assunzione di un impegno concreto a qualche gesto di bontà nascosta, di preghiera silenziosa, di perdono gratuito, di lascito testamentario (come ci esorta la campagna della Caritas). Sono segni che ci rinnovano interiormente; sono la via di una Chiesa che, mentre coglie il messaggio delle pietre del passato, non cessa di farsi lievito nella comunità degli uomini».

Perugia: Con il Mercoledì delle Ceneri i cristiani entrano nel “tempo forte” di Quaresima. Particolare attenzione-riflessione alle fragilità della società e alle emergenze umanitarie. Il calendario delle principali celebrazioni quaresimali in cattedrale

Il 22 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, i credenti in Cristo entrano nel “tempo forte” della Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua, cuore dell’anno liturgico culminante nella Passione, Morte e Risurrezione del Signore, che la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve è chiamata a vivere con sobrietà nella vita quotidiana e nel raccogliersi maggiormente nella preghiera personale, familiare e comunitaria (parrocchie e comunità religiose). Ai gesti di penitenza, perdono e riconciliazione di ogni credente seguano anche segni di solidarietà e vicinanza ai tanti fratelli e alle tante sorelle in gravi difficoltà della porta acconto e della società intera. Basti pensare all’opportunità di non fare mancare il proprio contributo ai progetti messi in atto dalla Caritas diocesana, come “Una spesa per tutti” e “Adotta un affitto”, per le numerose famiglie sempre più in crisi a causa della perdita del lavoro e del caro-vita. Non mancano, purtroppo, le emergenze umanitarie internazionali per le quali la Caritas Italiana ha avviato progetti di prossimità di medio-lungo periodo a favore delle popolazioni terremotate della Turchia e della Siria e della martoriata Ucraina. La Quaresima, oltre ad essere tempo di rigenerazione nella fede e di riconciliazione con sé stessi e con il Signore, nel prepararsi a rivivere il mistero più grande, quello della Risurrezione di Cristo per la salvezza del mondo, è anche opportunità per dedicare particolare attenzione-riflessione alle fragilità della società e alle emergenze umanitarie. I credenti vengono esortati a vivere al meglio questo “tempo forte” partecipando con intensa devozione alle diverse celebrazioni liturgiche che lo caratterizzano, ad iniziare dal Mercoledì delle Ceneri.

Il calendario delle principali celebrazioni quaresimali. A Perugia l’arcivescovo Ivan Maffeis presiederà, mercoledì pomeriggio 22 febbraio, due celebrazioni con il rito della benedizione ed imposizione delle ceneri sul capo: la prima, in cattedrale, alle ore 18; la seconda, nella chiesa dell’Università degli Studi, alle ore 19.15, animata dalla Pastorale universitaria.

Sempre in cattedrale, ogni venerdì di Quaresima, dal 24 febbraio al 31 marzo, alle ore 17.15, si terrà la Via Crucis, e nelle cinque Domeniche di Quaresima, dal 26 febbraio al 26 marzo, alle ore 17, la Meditazione quaresimale e a seguire l’Adorazione eucaristica e la Santa Messa. Le meditazioni saranno tenute dall’arcivescovo Maffeis (domenica 5 marzo) dai canonici della cattedrale.

Città di Castello – fiaccolata per la pace

In occasione del primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina la Caritas Diocesana di Città di Castello ha organizzato una FIACCOLATA PER LA PACE che avrà luogo venerdì 24 febbraio.
Appuntamento alle ore 20.45 presso la Chiesa di San Francesco in Città di Castello. La fiaccolata raggiungerà il Monastero di Santa Veronica dove, alle ore 21, verrà animata la Via Crucis presieduta da don Andrea Czortek, vicario generale della diocesi.
L’equipe della Caritas, invitando a partecipare al momento di preghiera, sottolinea che il grido della pace non può essere soppresso. Emblematiche al riguardo alcune parole di Papa Francesco;
“Sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido silenzioso sale al Cielo. Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serietà e rispetto.”

Spoleto – Ricevuto dall’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana il riconoscimento “Terre e volti di bellezza”

A distanza di pochi mesi dall’evento di inaugurazione, le Terre di Pietra e d’Acqua, il Parco Culturale Ecclesiale dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, ottengono un importante riconoscimento nazionale.
Durante la Fiera di Vicenza – Koinè, lo scorso 14 febbraio 2023, in occasione della prima edizione dell’evento “BELLEZZA E SVILUPPO – RICONOSCIMENTO: TERRE E VOLTI DI BELLEZZA”, all’Archidiocesi di Spoleto-Norcia è stato consegnato il premio nella sezione “Organizzazione e Comunità ospitali”, proprio in virtù della natura accogliente e generativa del progetto “Parco Culturale Ecclesiale: Terre di Pietra e d’Acqua”.
L’evento intendeva attivare una riflessione sull’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale e relazionale ecclesiale in chiave educativa, sportiva e turistica, attraverso un focus sulla Bellezza che genera sviluppo, non solo economico, ma soprattutto integrale della persona. Un impegno che si fa concreto in esperienze innovative come quella del “Parco Culturale Ecclesiale: Terre di Pietra e d’Acqua” dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia.
Temi intorno ai quali la Conferenza Episcopale Italiana aveva avviato un call, rivolta alle Diocesi italiane, alle quali è stato chiesto di candidare un progetto del loro territorio, impegnato a creare Bellezza negli ambiti della cultura, dell’ospitalità e del turismo, mettendo insieme sviluppo, innovazione e inclusione. Tra tutti i progetti candidati ne sono stati scelti 6, ognuno per una differente sezione tematica, tra i quali appunto il Parco Culturale Ecclesiale delle Terre di Pietra e d’Acqua.

«Il nostro progetto – dice Anna Rita Cosso, coordinatrice del progetto – pone alla base la centralità della comunità ospitante e i concetti di stupore, bellezza e convivialità. Si intende promuovere così un turismo consapevole e partecipe, realmente interessato al territorio visitato. I nostri sono i luoghi del buon vivere, territori che hanno una fortissima vocazione per fare delle proposte importanti per i cercatori del bello, del sano e del buono. Camminare nella “Laudato si’” vuol dire fare in modo che turisti e pellegrini adottino scelte di viaggio sostenibili, che non consumino la comunità locale ma la facciano crescere e la sostengano.

Un riconoscimento che consente a tutto il gruppo di lavoro, nato e cresciuto insieme alle Terre di Pietra e d’Acqua, di proseguire nel proprio impegno con ancor più entusiasmo. Un impegno che nelle prossime settimane avrà un ulteriore esito nella presentazione del calendario di eventi ed esperienze, aperte al pubblico, che dalla primavera all’estate interesseranno tutti i territori dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia.

Terni – a San Valentino la festa delle nozze d’argento. Mons. Soddu: “possiate sempre manifestare l’amore che Dio ha avuto per voi, che voi avete l’uno per l’altro e nella vostra famiglia”

Domenica 19 febbraio nella basilica di San Valentino è stata celebrata la ricorrenza delle nozze d’argento, con la messa presieduta da mons. Francesco Antonio Soddu, concelebrata dal parroco di San Valentino padre Johnson Perumittath. Circa 20 coppie, provenienti da Terni e provincia, dall’ Umbria, da Anzio e Roma, accompagnati dai figli e in qualche caso anche dai nipoti e genitori, hanno rinnovato davanti all’urna di San Valentino gli impegni consacrati sull’altare nel giorno del matrimonio.
Un incontro che celebra l’amore sponsale e familiare, sottolineando il valore forte della famiglia per la crescita dei figli e nella trasmissione dei valori e della fede.
La tradizione della celebrazione della ricorrenza dei 25 anni di matrimonio nella basilica di San Valentino, che si rinnova da decenni, rappresenta una grande preghiera corale per le famiglie perché s’irrobustisca l’amore reciproco, l’attenzione e la tenerezza nel prendersi cura gli uni degli altri con sincerità e rispetto.
«Ricordate oggi la vostra unione sponsale – ha detto il vescovo Soddu – e in questo dobbiamo riconoscerne i tanti doni per comprenderne il vero significato. Il dono, innanzi tutto, di voi sposi, dono l’uno per l’altro, per la famiglia, ma anche per la chiesa e per la società. Poi San Valentino patrono dell’amore che abbraccia il senso profondo dell’amore, della vita e della pace. E quanto desideriamo la pace guardando al mondo in guerra. Nel momento in cui si entra in guerra è difficile venirne fuori se non si segue il criterio assoluto dell’amore. L’amore dà la vita, che deve essere salvaguardata dal suo concepimento fino al suo naturale tramonto; dalla vita si ha la pace che nasce nel cuore delle persone e poi, come una cascata e sorgente zampillante di vita, si irradia in tutto il mondo».
«Facciamo spazio a Dio nella nostra vita – ha poi aggiunto – e nella nostra persona e nell’unione sponsale Dio agirà in noi e attraverso di noi. Voi siete la prova che l’amore anche dopo 25 anni è possibile, certo ci saranno modi diversi di vivere l’amore e far crescere la famiglia con tutte le difficoltà che si sono. Ma non lasciamo tramontare questo patto nuziale che Dio ha voluto elevare a sacramento e che ha donato all’umanità attraverso il suo figlio Gesù. Con la sua donazione egli salva l’umanità e si unisce, come nelle nozze, all’umanità, infatti l’unione di Cristo all’umanità è un’unione sponsale, un’unione indissolubile. Ecco che cosa state celebrando voi: il sacramento dell’unione sponsale. A voi sposi questo è dato affinché nelle vostre attività quotidiane, nella vostra vita, possiate sempre manifestare questo amore grande che Dio ha avuto per voi e che voi avete l’uno per l’altro nella vostra famiglia e che avete sancito con l’esistenza dei vostri figli».

Perugia: Inaugurato il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale “Isola San Lorenzo”, a cento anni dalla nascita, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni e di numerosi cittadini

“La cronaca di cento anni fa testimonia le tante difficoltà incontrate nella realizzazione di questo Museo. La presenza di ciascuno di voi, oggi, esprime che quella fatica non smette di incontrare attenzione e condivisione… L’opera d’arte, in particolare, è un grande linguaggio simbolico: con le sue forme, i suoi colori, la sua storia riveste e rende accessibile la verità, esprimendo una bellezza che affascina, che riempie di stupore, che offre una ricchezza di spunti con cui leggere il significato nascosto nel segno”. Lo ha sottolineato l’arcivescovo Ivan Maffeis intervenendo, il pomeriggio del 17 febbraio, alla cerimonia inaugurale del nuovo allestimento del Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, nell’anno del centenario della sua nascita (1923-2023). Evento che ha visto una folta partecipazione di perugini insieme alla presenza delle massime autorità civili e del mondo culturale, dalla presidente della Regione Donatela Tesei al sindaco Andrea Romizi, alla presidente Ilaria Borletti Buitoni del Comitato ministeriale per le celebrazioni del V centenario della morte del Perugino (1523-2023). Sono intervenuti anche il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi, già ausiliare di Perugia con delega per i beni culturali diocesani, e la presidente della Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo, benemerita Istituzione che ha finanziato il progetto del nuovo allestimento museale, parte fondante, insieme al sottostante percorso archeologico, dell’“Isola San Lorenzo” del complesso monumentale della cattedrale.

L’alto interesse. Un caloroso saluto ai numerosi convenuti è stato espresso dall’arciprete della cattedrale Fausto Sciurpa, come fece nel 1923 il suo predecessore, Camillo Rasimelli: “La designazione che ci avete usata di accettare il nostro invito ci commuove e ci allieta. Ci commuove, perché la vostra presenza addimostra l’alto interesse che prendete alla nostra impresa, che è manifestazione e culto dell’arte e ci rassicura del vostro favore. Ci allieta, perché sentiamo di essere uniti in questo ideale che attraverso le concezioni e le forme dei grandi artisti, ispirati alla fede sincera, ci fa vedere Iddio”.

A presentare il progetto di questo allestimento è stato il curatore, l’arch. Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, mentre il dott. Luca Nulli, rappresentante diocesano nel citato Comitato ministeriale, ha coordinato gli interventi rievocando la storia dei primi cento anni del Museo con uno sguardo al futuro.

L’arcivescovo Maffeis. Sul futuro dell’arte si è soffermato l’arcivescovo Maffeis richiamandosi alla notizia riportata dai quotidiani nazionali del 17 febbraio, che hanno dato “ampio risalto alla conclusione dell’XI edizione delle campagna ‘I luoghi del cuore’ promossa dal FAI”, ha commentato il presule facendo notare che “all’invito ‘Narrate, gente, la vostra terra’, lanciato dallo scrittore Antonio Scurati, ha risposto oltre un milione e mezzo di persone”. Facendo suo il commento del Corriere della Sera, Maffeis ha detto: “Colpisce un elemento molto chiaro e omogeneo: i primi tre ‘Luoghi del cuore’ e ben 45 tra i 100 più votati in tutta Italia sono legati alla devozione religiosa popolare. È la prova che, come ha detto il presidente del FAI, ‘se la pratica della fede è in crisi, alcuni edifici e contesti continuano a rappresentare eloquenti testimonianze di identità, di appartenenza, di affezione. Un dato sul quale riflettore per comprendere i sentimenti più diffusi e condivisi’, nonché ‘il legame tra i diversi territori, i singoli cittadini e le intere comunità’. In altre parole, il nostro patrimonio testimonia quanto l’arte abbia saputo ispirarsi e veicolare tematiche legate alla fede, contribuendo a plasmare una cultura che fa parte del nostro mondo spirituale. Esperienza religiosa ed artistica sono accomunate dal tentativo di portare a parola la profondità della realtà, nel rispetto della sua dimensione trascendente e in quanto tale in ultima analisi indispensabile”.

Il vescovo Salvi. “Ho incontrato e conosciuto persone assetate di bellezza, desiderose di rispondere ad una esigenza che il cuore di ciascuno di noi ha, quello, appunto, della bellezza”. Così ha esordito, nel suo intervento, il vescovo Salvi, che ha indicato la ‘rotta’ del progetto “Isola San Lorenzo” nei quattro anni di vescovo ausiliare di Perugia; progetto che ha affidato alle ‘cure’ della società benefit Genesi. “Noi abbiamo la fortuna di avere questa bellezza sotto gli occhi e spesso non accorgersene – ha proseguito Salvi –. Quando si entra in un luogo bello, in uno spazio architettonico, in una chiesa…, si incontra sempre una vita. In un momento di grande confusione e molta fragilità dove la nostra società non ha più punti di riferimento a cui guardare, dove c’è parecchia precarietà, abbiamo bisogno di una proposta o di ipotesi che possano ridarci speranza del vivere attraverso la bellezza, che, come diceva un autore russo, può salvare il mondo. Quando abbiamo dinanzi a noi opere d’arte s’incontra l’umanità… Un artista, un architetto, attraverso le loro opere, ci raccontano chi sono, la loro proposta di vita non è qualcosa di statico. Difronte ad ogni espressione artistica si può dialogare. Sulla bellezza, anche nella mia Diocesi di Civita Castellana, si può trovare un sentiero comune da percorrere insieme tra Istituzioni, perché siamo tutti impegnati affinché il bene dell’umano possa realizzarsi. Sono energie buone che possono dare una speranza nuova a questa caotica società”.

La presidente Colaiacovo. Ha espresso viva soddisfazione per l’opera del nuovo allestimento ricordando che “il 2023 è un anno importante per l’arte e la cultura di Perugia, perché le celebrazioni del cinquecentenario della morte del Perugino hanno attivato diverse iniziative per la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio storico e artistico. Siamo orgogliosi di aver potuto dare il nostro sostegno a queste iniziative, a partire da quelle che danno lustro alla nostra città e che sono anche occasione di rinnovamento… Un panorama così ampio di proposte culturali contribuisce a rendere più attrattivo il nostro territorio in una chiave anche turistica e quindi di sviluppo economico. Di questo siamo consapevoli, motivo per cui l’arte e la cultura rivestono per noi una grandissima importanza e continuano ad essere uno dei settori di intervento più rilevanti della nostra attività. Questo progetto è una delle tappe di un accordo di collaborazione di qualche anno fa tra la Fondazione e l’Archidiocesi dal titolo “Verso il Perugino ma oltre”, perché le attività che stiamo inaugurando lasceranno traccia anche dopo il V centenario. A questo accordo si aggiungono altre collaborazioni con l’Archidiocesi, che riguardano anche la chiesa della Santissima Annunziata a Fontignano dove è custodita la tomba del Perugino. Abbiamo sposato la visione e la narrazione dell’Archidiocesi che vuole valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico per comunicare l’antico, il nuovo, il sacro e il bello e per unire idealmente tutti gli uomini nel linguaggio universale dell’arte”.

Il direttore Polidori. “Capita raramente di celebrare i cento anni di un museo e averlo potuto fare così da vicino per la propria città, lo ritengo un grande privilegio”. Ha detto l’architetto Polidori all’inizio del suo intervento di presentazione del nuovo allestimento, aggiungendo: “Mi fa piacere che siano stati richiamati tanti riferimenti storici di questo museo, perché l’operazione che abbiamo condotto non ha stravolto il lavoro compiuto da chi ci ha preceduto. Abbiamo pensato ad un progetto che realizzasse un qualcosa di bello, di importante e sostenibile dal punto di vista economico”, perché l’“‘Isola San Lorenzo’ è anche questo. Importante è stata la valorizzazione di questo luogo identitario per Perugia e per il territorio circostante. Basti pensare che sotto la cattedrale c’è un percorso archeologico che racchiude le origini della nostra città fin dal VII secolo a.C. e nel riemergere dal sottosuolo, le sale del Museo contengono e sono in grado di raccontarci le tante storie vissute da coloro che ci hanno preceduto”. Nel progettare la valorizzazione dell’“Isola San Lorenzo” per renderla più fruibile a livello turistico, l’architetto Polidori ha sottolineato che “era sotto gli occhi di tutti che le diverse anime del complesso monumentale della cattedrale fossero l’una imprescindibile dalle altre, perché non si può parlare del museo senza citare la cattedrale, non si può comprendere il percorso archeologico, la Perugia sotterranea, senza aver passeggiato nel chiostro superiore della cattedrale e non si può non raccontare la presenza secolare dei canonici senza aver ammirato i loggiati sovrapposti del chiostro inferiore. C’è una storia che si interseca in tutte le direzioni”.

Il vescovo Sorrentino nominato assistente ecclesiastico del collegamento nazionale santuari

Il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, arcivescovo monsignor Domenico Sorrentino, è stato nominato, ad quinquennium, assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari.

Il decreto dell’11 febbraio 2023, Memoria della Beata Vergine Maria Vergine di Lourdes, è stato sottoscritto da monsignor Rino Fisichella, pro–prefetto della sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, del Dicastero per l’evangelizzazione, e da monsignor Graham Bell, sottosegretario dello stesso dicastero.

Nel decreto di nomina è scritto: “nutrendo ferma speranza che, attese le Sue ben note qualità, [monsignor Sorrentino] contribuirà notevolmente allo sviluppo della pastorale dei Santuari in Italia, quali centri propulsori dell’evangelizzazione permanente”.

La nomina è stata ufficializzata nel corso della riunione del Consiglio Direttivo invernale del Collegamento Nazionale Santuari tenutosi dal 14 al 16 febbraio nel Santuario della Santa Casa di Loreto.