Natale 2022 – il pranzo in fraternità con il vescovo Soddu alla parrocchia Immacolata Concezione

Il Natale di solidarietà vuole portare la gioia della festa e la speranza alle persone sole e bisognose, soprattutto in un questo difficile periodo di crisi sociale ed economica.
Segno di solidarietà con i più poveri è il tradizionale appuntamento natalizio del pranzo di Natale in fraternità del 25 dicembre, che si è tenuto nella parrocchia Immacolata Concezione alla Polymer e che è stato offerto alle persone in particolari situazioni di disagio, difficoltà e solitudine, dall’associazione “Terni col cuore” presieduta da Paolo Tagliavento, che ha interamente finanziato il pranzo, preparato con monoporzioni confezionate, dall’antipasto, due primi, secondo e contorni, dolce.
A fare gli onori di casa il vescovo Francesco Antonio Soddu al suo primo Natale in diocesi e al suo primo pranzo in fraternità, che ha accolto i 120 ospiti, insieme al sindaco Leonardo Latini, all’assessore al welfare del Comune di Terni Cristiano Ceccotti e a Paolo Tagliavento che hanno salutato i presenti e formulato gli auguri di buone feste.
«Il Natale è un momento di familiarità – ha detto il vescovo – come stiamo vivendo oggi qui tutti insieme nella pace e amore. Un saluto di benvenuto a tutti in questo giorno così bello in cui, come veri amici che si incontrano e si vogliono bene, condividiamo il pasto in fraternità come in una grande famiglia».
A sedersi ai tavoli, preparati con cura dai volontari delle parrocchie di Terni e Narni, tante famiglie con bambini, di varia nazionalità, assistite dalle associazioni caritative della diocesi, altre della parrocchia di Santa Maria del Rivo e delle case di accoglienza, famiglie seguite dall’Emporio Bimbi della San Vincenzo de’ Paoli che vivono particolari situazioni di bisogno, immigrati e anziani, persone sole ed anche coloro per i quali è divenuta ormai una tradizione essendo presenti dal 2000 anno in cui in diocesi ha avuto inizio la tradizione del pranzo di Natale, e alcune famiglie che hanno deciso di trascorrere la festa non a casa propria, ma insieme ai più bisognosi della città.
Un bel momento di festa allietato dalla musica e dalla tombolata finale e animato da don Luca Andreani con canti e indovinelli. Il vescovo Soddu ha salutato i presenti passando tra i tavoli e in particolare i numerosi bambini ai quali si è simpaticamente presentato.
Al pranzo di Natale hanno contribuito, inoltre, l’Ast che ha offerto i pacchi natalizi da donare alle famiglie presenti al pranzo, e il Lions Club San Valentino che ha donato i regali natalizi per tutti i bambini.
Anche il sindaco di Terni, Leonardo Latini ha salutato i presenti ed ha ricordato quanto sia importante questa tradizione di ritrovarsi insieme per il Natale e di cercare di rendere le feste il momento più bello per tutti: “E’ bello ritrovarsi nei momenti di festa ed è importante che la speranza guidi le persone. Tutti hanno bisogno di sentire il calore della solidarietà e della vicinanza degli altri per trascorrere un Natale sereno”.

Perugia – omelia dell’arcivescovo Maffeis alla Messa della Notte di Natale nella cattedrale di S. Lorenzo. «L’incontro con Cristo ci permette di non lasciarci inghiottire dalle tenebre e dalle paure…, ci apre alla compassione e alla fraternità, alla responsabilità e alla condivisione»

Il mese scorso un giornalista, dopo aver partecipato al funerale di un ragazzo di 18 anni, morto in un incidente stradale, ha scritto un commento che non smette di farmi pensare. Dopo aver ammesso di non essere un assiduo frequentatore di chiese, ha confessato tutto il suo stupore di fronte a un messaggio che, scrive “quella mattina ci ha cambiato tutti, ha alleviato il peso dal nostro cuore, ha asciugato le lacrime dai nostri occhi, di credenti e non credenti, ci ha trasformato in una comunità”. E concludeva: “Che guaio che il messaggio cristiano si sia così indebolito nella nostra Italia. Che forza ci darebbe per affrontare un tempo sempre più tumultuoso e inquieto. È nei deserti della secolarizzazione che abbiamo più bisogno della promessa di vita eterna”.

Sono parole di un laico, di un uomo come tanti, parole che interpellano a fondo la nostra fede e la nostra responsabilità di credenti, la nostra disponibilità – come Chiesa – a essere aperti – come i pastori – a portare a tutti l’annuncio del Natale, della salvezza. Questa Santa Notte ci consegna un Dio che non si impone; il suo non è il giorno della vendetta, ma della speranza: “Il popolo che camminava nelle tenebre – canta il profeta Isaia – ha visto una grande luce… Davanti a te si gioisce come quando si miete…”.

La fonte inesauribile di questa “grande gioia, destinata a tutto il popolo” scaturisce da Colui che è nato a Betlemme. Dio mostra il suo volto nella fragilità di un bambino, che – come ogni nostro figlio – è bisognoso di tutto: richiede di essere avvolto, prima ancora che in fasce, nella tenerezza e nello sguardo d’amore della Madre. Nel presepe, Dio – Lui, il Grande, l’Onnipotente – per amore si fa piccolo; deposto in una mangiatoia, si fa pane per la nostra fame di vita. Vuoi sapere chi sei? Vuoi conoscere qualcosa del mistero di cui sei impastato? Fermati davanti a questo Dio Bambino.

Nella misura in cui lo contempli e ti lasci coinvolgere, diventa spontaneo – come scrive San Paolo – “rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà”.

L’incontro con Cristo dà un senso a ciò che siamo, una direzione al nostro andare; ci permette di non lasciarci inghiottire dalle tenebre di questo mondo e dalle paure che queste suscitano; ci rende capaci di dare alle cose il loro giusto valore, mentre ci apre alla compassione e alla fraternità, alla responsabilità e alla condivisione.

Che sia un buon Natale per ciascuno.

Don Ivan, vescovo

Natale 2022 – celebrazione nella Cattedrale di Terni. Mons. Soddu: “La luce del Signore Gesù non si spegne e non si affievolisce mai. Abbiamo fede in questo e non saremo mai colti impreparati negli inverni bui e freddi delle nostre esperienze personali, familiari e sociali”.

Celebrata nella cattedrale di Terni la santa messa della Notte di Natale, presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu che ha rivolto il suo augurio alla comunità diocesana e alle tante persone presenti in chiesa, che ha salutato singolarmente al termine della celebrazione.
Un Natale illuminato dalla luce di Gesù, che dona gioia, speranza e rinnovamento, ha ricordato mons. Soddu: «la luce è l’elemento che in questo tempo di Natale viene messo in particolare risalto, la grande luce di Gesù. Alle tenebre, nelle quali siamo continuamente immersi, si contrappone il fulgore di una luce singolare, che dilegua le tenebre, anzi le distrugge. Le tenebre sono quelle generate dalla cecità di quanti se le procurano; di quanti si rinchiudono a riccio; sono le tenebre di coloro che, ignorando la vasta immensità degli orizzonti disvelati dalla luce, si barricano nel buio del proprio piccolo mondo ed hanno anche la presunzione di inglobare, in questo piccolo mondo, tutta la realtà circostante. Un popolo che continua a camminare nelle tenebre, che persiste nel permanere in questo stato, non vedendo e non potendo orientarsi, inevitabilmente rischia di smarrire la strada del proprio percorso; oltretutto, non riconoscendo i volti dei suoi simili va incontro alla dissoluzione di sé ealla propria autodistruzione. In pratica si riduce a non essere più un popolo ma una “cozzaglia” di individui non meglio definiti, in continuo contrasto ora con una parte ora con l’altra. Oggi le tenebre sembra abbiano preso il sopravvento su tutto, e l’umanità sembra stia andando incontro a una catastrofe senza ritorno. La luce di Cristo ci svela le coltri che dovremmo rimuovere dal nostro essere, dalla società, dal mondo; ci fornisce i criteri e ci concede i doni attraverso i quali operare un autentico rinnovamento».
L’esortazione quindi a fare proprio il messaggio del Natale e della sua forza rinnovatrice che si esplicita nella carità operosa «a partire dalla nostra persona e, a cerchi concentrici, si sviluppa fino all’incontro con quanti riconoscono ed accolgono la medesima forza rinnovatrice di questa luce. Il popolo inondato da una tale luce non può chiudere gli occhi davanti a tanta grazia; non può rinchiudersi in un prolungato inverno privo di vita, tra gli eterni freddi ghiacciai che, ibernando l’esistente, lo consegnano a un futuro senza data. Al contrario, sciogliendo la durezza dei cuori, li apre a una prospettiva primaverile di promettenti germogli di bene, che già profumano e si realizzanoin abbondanti frutti di grazia. Gesù è il sole di giustizia, facciamo in modo che questa grande luce, a causa della nostra negligenza, della nostra mancanza di desiderio di luce, non si affievolisca mai nei nostri rapporti interpersonali, ma sia accolta ed alimentata dalla carità operosa».
Un riferimento, quindi, al cammino sinodale della Chiesa, “popolo di Dio in cammino”,come definita dal Concilio Vaticano II: «Cristo è dato all’umanità attraverso la Chiesa – ha proseguito mons. Soddu – che, nel tempo di grazia in cui ci troviamo ad esistere nella storia, ha l’opportunità di assimilare meglio e in pienezza i tratti caratteristici del proprio essere e del proprio itinerario, attraverso il percorso sinodale inaugurato ed affidatoci da papa Francesco. La luce che è Cristo, risplende sul volto della Chiesa; e perciò la Chiesa dev’essere più che mai impegnata, affinché contrastando le tenebre del mondo, mediante l’accoglienza continuata di questa luce divina, tutti possiamo godere sia dell’universo, della creazione che ci circonda, come delle persone checamminano con noi; con le quali abbiamo la possibilità, anzi direi di più, abbiamo l’obbligo morale di stringere legami di fraternità, di amicizia, di concordia e di pace. La luce Divina del Signore Gesù non viene mai meno, non si spegne e non si affievolisce mai. Abbiamo fede in questo e non saremo mai colti impreparati negli inverni bui e freddi delle nostre esperienze personali, familiari e sociali. L’accoglienza di questa luce, di questo dono di luce, produce gioia e letizia. Queste non sono circoscritte in un particolare momentoo speciale circostanza ma, tale gioia e letizia, illuminate da Cristo hanno la capacità di generare ulteriore gioia e letizia. “Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. Anche noi, insieme ai pastori, primi depositari di questo grande annuncio, mettiamoci in cammino fino all’incontro con la carne viva del Signore. Maria Santissima e san Giuseppe ci accolgano e soprattutto ci indichino come contemplare ed adorare nel nostro tempo e nella nostra società le fragili membra del bambino Gesù nei poveri del nostro tempo. È questa la luce di salvezza, l’unica capace di generare in noi speranza e gioia».

Perugia – Gli auguri di Natale dell’arcivescovo Maffeis alla comunità diocesana a cento giorni dal suo arrivo.

Per il suo primo Natale da vescovo, mons. Ivan Maffeis fa giungere gli auguri alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, che guida dall’11 settembre, attraverso il settimanale La Voce e Umbria Radio InBlu.
Le due redazioni hanno curato un’intervista video pubblicata sul canale Youtube del settimanale e trasmessa anche dall’emittente radiofonica; intervista che si conclude con l’auguri di «buon Natale» e «buon anno» che mons. Maffeis ha voluto formulare prendendo lo spunto da «quel verbo impegnativo che accompagna la vita di san Giuseppe. San Giuseppe – ha detto – è una bella figura perché è uno che non parla, è uno che opera nel silenzio, che c’è. Il verbo è quel “prese con sé”. Io auguro a me stesso e a tutti di sapere avvertire come questo prendere con sé consegna non solo la responsabilità per le persone che la vita ci ha affidato, ma ci consegna anche la bellezza della nostra vita, perché alla fine noi siamo le persone incontrate, siamo quel pezzo di vita che siamo riusciti a costruire insieme e a condividere. Nella misura in cui questo cresce sarà un buon Natale e un buon anno per tutti».

Il paesaggio, il volto di tante persone. L’intervista di mons. Maffeis rilasciata ai due media umbri è avvenuta cento giorni dopo la sua ordinazione episcopale e contestuale presa di possesso dell’Archidiocesi. Non ha voluto tracciare “bilanci” e con tono scherzoso ha commentato: «Io con i numeri faccio anche fatica. Non riesco a quantificare le persone incontrate, le disponibilità ricevute e anche la bellezza di tante esperienze che ho potuto se non altro intuire e iniziare a toccare con mano». Il pastore trentino ha ancora molto da ascoltare e conoscere. Per rompere il ghiaccio gli è stato chiesto se ha nostalgia delle vette del suo Trentino. Mons. Maffeis non ha esitato a rispondere: «Mi mancano le montagne, ma soprattutto mi mancano alcune persone e alcune comunità della montagna… Sono contento della mia storia, son contento di essere a Perugia. Qui, più che il paesaggio, in questo periodo ho imparato a incontrare le persone. Il paesaggio, per me, ha il volto di tante persone». Un volto, ha sottolineato, «di tante persone molto belle, conosciute in ambiti anche problematici, ma dove vedi una disponibilità, una voglia di riscatto, dove trovi anche motivo di speranza su cui lavorare».

Diversi sono stati i temi affrontati nell’intervista, spazianti dal mondo dei giovani a quello del lavoro, dalla povertà alla carità, dalla Chiesa in uscita e in dialogo con il mondo laico e delle Istituzioni alla crisi delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Non è stato pessimista, ma realista, soprattutto ottimista nel trasmettere speranza. Sulla crisi del lavoro ha precisato: «Trovo un mondo preoccupato, ma anche sanamente orgoglioso di una competenza, di una capacità, di una voglia di riscatto, di mettersi in piedi e ripartire». Sul fronte povertà-carità non ha esitato a dire: «Io mi auguro che la Chiesa contribuisca a far cultura attorno a questo tema. E far cultura vuol dire sicuramente collaborare con i servizi sociali, con le Istituzioni per cercare le risposte». Sul dialogo con il mondo laico si è augurato di «non essere frainteso, ma credo che oggi – ha evidenziato – i confini siano davvero saltati… Oggi ci è chiesto di andare al di là, e dove c’è la disponibilità ad incontrarsi, dove c’è la disponibilità ad ascoltarsi, a portare ciascuno il proprio contributo di vita e a camminare insieme, be’, io penso che ci siano delle ottime opportunità per ricostruire comunità». Ricordando i suoi incontri con le autorità civili, mons. Maffeis ha commentato: «ho trovato persone attente, non tanto a costruire un rapporto col vescovo, attente ai problemi della nostra gente, del territorio…».

Soffermandosi sui giovani e sulla crisi delle vocazioni, l’arcivescovo è convinto che «i prossimi anni cambieranno il volto di tante nostre comunità… Ho trovato tanti sacerdoti splendidi per dedizione ma anche molto anziani ed io mi auguro che non ci fermiamo solo a piangere per quello che non c’è più, ma riusciamo a interpretare questo tempo come un’occasione per ridisegnare anche un voto nuovo di Chiesa… Io sogno davvero una Chiesa di popolo, una Chiesa in cui come battezzati abbiamo la stessa dignità. All’interno di questo cammino di Chiesa, il poter valorizzare la disponibilità, la chiamata, la vocazione di ciascuno, credo che serva non solo per il servizio che poi ciascuno rende, ma anche per dare un volto bello, un volto giovane alla Chiesa di domani». I giovani, ha commentato mons. Maffeis, «ci stanno consegnando il volto di una Chiesa giovane rispetto alla quale, credo, noi non possiamo semplicemente ergerci a maestri, ma dobbiamo davvero camminare insieme e ascoltarli, perché ci restituiscono quello che forse oggi serve di più a loro e anche a noi».

Terni – gli auguri del vescovo Soddu e le celebrazioni del Natale

Un Natale che porti speranza, che faccia partecipi tutti, in modo particolare le persone sole, sofferenti, malate e bisognose, i giovani e le famiglie della gioia e dell’amore di Dio.
È il Natale che la chiesa diocesana si appresta a vivere nella fraternità e solidarietà con diversi e significativi eventi religiosi, dalle celebrazioni prenatalizie in fabbrica, alla visita del vescovo Soddu ai malati e operatori sanitari in ospedale a Terni, alla visita ai detenuti della Casa Circondariale di Terni, all’incontro con associazioni e movimenti ecclesiali per condividere un momento di preparazione al Natale e per uno scambio augurale.
«Il messaggio di pace, fraternità, solidarietà, condivisione, accoglienza che scaturisce dal Natale del Signore Gesù – ricorda il vescovo Francesco Antonio Soddu nel messaggio augurale – lungi dall’essere una nenia che si ripete puntuale ogni anno, trova nei singoli, nelle famiglie, nei gruppi e nelle associazioni un luogo visibile e tangibile in cui la Buona Notizia possa tradursi in presenza reale nella quotidianità, nelle nostre città, nella nostra Diocesi, promuovendo il bene e il benessere di tutti, specie dei poveri nei quali Gesù si identifica con maggiore verità. La luce di Gesù bambino sia segno per scorgere nuovi orizzonti, sostenere lo spirito per andare avanti e dare speranza».

Le celebrazioni del Natale:
Sabato 24 dicembre alle ore 23.30 nella Cattedrale di Terni il vescovo Soddu presiederà la celebrazione della Notte di Natale,
Domenica 25 dicembre la solenne concelebrazione eucaristica del Natale del Signore alle ore 11 la nella Concattedrale di Narni e alle ore 17.30 la concelebrazione della solennità del Natale nella Concattedrale di Amelia
Nel periodo delle festività dopo Natale, la Chiesa diocesana celebra la conclusione dell’anno venerdì 31 dicembre alle ore 17.30 in cattedrale con il tradizionale Te Deum di ringraziamento presieduto dal vescovo Soddu alla presenza delle autorità cittadine.

Il pranzo di Natale e la solidarietà alle parrocchie
Segno di solidarietà con i bisognosi e le persone sole è il tradizionale appuntamento natalizio del pranzo di Natale in fraternità del 25 dicembre offerto alle persone in situazioni di disagio, difficoltà e solitudine, che si terrà presso la parrocchia Immacolata Concezione alla Polymer.
Con il vescovo Francesco Soddu siederanno a tavola circa 120 invitati, assistiti dalle associazioni caritative della diocesi, in gran parte coloro che frequentano ogni giorno la mensa diocesana “San Valentino”, altri ospiti delle case di accoglienza delle parrocchie cittadine, le famiglie seguite dall’Emporio della San Vincenzo de’ Paoli e alcune famiglie che hanno deciso di trascorrere la festa non a casa propria, ma insieme ai più bisognosi della città. I volontari si occuperanno della buona riuscita della giornata, dall’allestimento all’accoglienza, al servizio ai tavoli del cibo che è offerto interamente dall’associazione “Terni col cuore” presieduta da Paolo Tagliavento.
Hanno contribuito, inoltre, l’Ast che ha offerto i pacchi natalizi da donare alle famiglie presenti al pranzo, e il Lions Club San Valentino che ha donato i regali natalizi per tutti i bambini, oltre ad avere donato la spesa alimentare per 100 famiglie bisognose delle parrocchie di San Valentino, San Giovanni, Santa Maria del Rivo, Santa Croce, Santa Maria della Pace di Valenza.
Una solidarietà estesa che si avvale del contributo di tanti benefattori che anche quest’anno per il Natale hanno effettuato raccolte alimentari come gli studenti universitari, quelli del liceo Artistico di Terni per gli Empori solidali.

La celebrazione nella Casa Circondariale di Terni
Vicini e attenti al mondo del carcere, la Caritas diocesana e l’associazione di volontariato San Martino, in occasione del Natale, hanno donato 250 panettoni per i detenuti per il pranzo di Natale. La consegna è avvenuta il 23 dicembre nella Casa Circondariale di Terni, in occasione della celebrazione prenatalizia, che il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto all’interno della Casa Circondariale di Terni, alla presenza del direttore Luca Sardella, del magistrato di sorveglianza Fabio Sanfilippi, del comandante della Polizia Penitenziaria Fabio Gallo, del direttore della Caritas diocesana padre Stefano Tondelli, del cappellano del carcere padre Massimo Lelli, del presidente dell’associazione di volontariato San Martino Francesco Venturini, della responsabile del settore carcere della Caritas Nadia Agostini, di altri volontari e dei giovani della parrocchia di San Pietro di Terni che hanno portato in dono ai carcerati la lampada della pace di Betlemme, quale segno di speranza e di solidarietà.
“Sono contento di essere qui e di poter augurare a voi un felice Natale – ha detto il vescovo -. Il Natale ci ricorda la nascita di Gesù che si è fatto uomo, è segno di speranza. Di Dio bisogna fidarsi anche quando ci chiede cose che sono, umanamente parlando, incomprensibili. Di fronte alla realtà dei nostri fatti, qualunque essi siano, cerchiamo di accogliere ciò che il Signore vuole da noi: la libertà interiore, che nessuno ci potrà mai togliere. Quella libertà che Gesù è venuto a darci. Egli ha provato tutta la situazione dell’uomo, in meno di ventiquattro ore è stato arrestato, giudicato e giustiziato, egli è la persona più vicina a noi, egli è anche Dio e quindi conosce le nostre infermità. Affidiamoci a lui e chiediamo a lui tutta la luce e tutta la forza per poter sempre rispondere a Dio con disponibilità piena”.
Al termine un detenuto originario dell’Ucraina ha donato al vescovo una cornice di legno da lui realizzata a mano e da parte dell’amministrazione penitenziaria una bottiglia di olio prodotto in carcere e dei biscotti realizzati dalla panetteria all’interno della Casa Circondariale.
Il vescovo si è soffermato ad ammirare il grande presepe realizzato dai detenuti, con la caratteristica ambientazione marina raffigurata dalle coste della Calabria e della Sicilia ed ha poi concluso la mattinata con la visita ai detenuti in regime speciale del 41bis.
Nel periodo di Natale il cappellano padre Massimo Lelli, celebrerà le messe all’interno dei vari padiglioni, mentre i volontari della Caritas organizzano momenti di festa insieme con le tombolate nei giorni 29 dicembre e 4 gennaio.

Assisi e Foligno – gli auguri di mons. Sorrentino: “Sia un Natale di bontà perchè tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri”

“Sia un Natale di gioia, di speranza e di bontà”. È questo l’auspicio del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, nel tradizionale messaggio di auguri natalizio. “Il Natale viene a darci gioia e speranza: siamo in un tempo difficile, abbiamo il cuore triste per quello che succede in Ucraina e in tante parti del mondo, senza dimenticare i nostri problemi. Tutto questo – le parole di monsignor Sorrentino nel messaggio diffuso sul canale Youtube e sulle pagine social della diocesi di Assisi – Nocera – Gualdo – non può affliggerci: siamo fatti per affrontare i problemi e costruire insieme una vita più giusta e solidale. Il Natale viene per questo, Dio entra nella nostra vita, nella maniera più tenera e semplice, quella di un bambino. Siamo per questo invitati alla realtà con fiducia, a rimboccarci le maniche e a diventare più buoni: un messaggio che vorrei arrivasse ai fedeli delle due diocesi, ma anche a tutti gli altri fratelli e sorelle e a chi ha una fede un po’ meno attiva, ma possiede il senso del mistero della vita e vuole porsi con intraprendenza, coraggio e fiducia di fronte a questo mistero”.

“Abbiamo bisogno gli uni degli altri e tutti abbiamo bisogno di Dio – prosegue monsignor Sorrentino – e auguro di passare un Natale bello sereno, in famiglia, gli uni accanto agli altri e gli uni per gli altri, aiutandoci. Sarà bello riuscire a fare un passo verso chi ha meno fortuna di noi e ha bisogno di noi: io stesso a Natale mangerò con i poveri e con i rifugiati dell’Ucraina del Centro Fratelli Tutti di Foligno, ma vorrei che in ogni casa ci fosse un gesto di bontà. Se noi apriamo il cuore se guardiamo il bambino di Betlemme ci verrà dal cuore il diventare più buoni e la capacità di essere gli uni accanto agli altri”.

Per quanto riguarda le celebrazioni diocesane, nella cattedrale di San Rufino, la sera del 24 alle 23.30 è in programma il pontificale del Vescovo, mentre il giorno di Natale oltre alle sante messe delle 8 e delle 18 alle 10.30 ci sarà la messa solenne animata dalla Cappella musicale San Rufino. Nella Concattedrale di San Benedetto a Gualdo Tadino sabato 24 dicembre la santa messa della notte di Natale si terrà alle 23.30. Il 25 dicembre le messe saranno celebrate alle 8.30, alle 10, alle 11.15 e alle 18. Nella Concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra il 24 dicembre celebrazione della notte alle 23.30, il 25 dicembre la santa messa presieduta dal vescovo alle 11.15 sarà allietata dal Coro parrocchiale diretto dal Maestro Angelo Gubbini.

Perugia – In 800 alla Veglia di Avvento dei giovani con l’arcivescovo Ivan Maffeis. Il gesto dello slacciarsi e togliersi le scarpe davanti al mistero di Dio, nel camminare verso l’altro, compiuto dal vescovo e da cinque giovani prima di testimoniare la propria fede

La Veglia di preghiera di Avvento dei giovani perugino-pievesi con il loro pastore Ivan, l’arcivescovo Maffeis, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, la sera del 15 dicembre, è culminata con il gesto compiuto dallo stesso presule e da cinque giovani, Adriana, Assia, Daniele, Giulia e Michele, quello dello slacciarsi e togliersi le scarpe prima di testimoniare la loro esperienza di vita e di fede davanti al mistero di Dio, nel camminare verso l’altro. «Sono state testimonianze vere, dalle parole semplici, non troppo virtuose, ma che hanno dimostrato la sincerità di chi si è messo in cammino con tutte le insicurezze e preoccupazioni di un giovane per conoscere se stesso, per riconoscere gli altri e per incontrare, con maggior verità, il Signore nella propria vita». A sottolinearlo è don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile di Perugia-Città della Pieve, servizio che, insieme al Coordinamento Oratori Perugini e all’Ufficio diocesano di pastorale universitaria, ha promosso la Veglia di Avvento in cattedrale, evento che non accadeva dal 2019, a causa della pandemia, e che ha visto la partecipazione di 800 giovani provenienti dalle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi. A tutti loro mons. Maffeis ha dato il benvenuto in San Lorenzo con queste parole che riassumano la portata dell’incontro il cui esito poteva essere compromesso dalle avverse condizioni meteo: «Grazie per la vostra partecipazione così numerosa in una serata così piovosa».

La cattedrale così gremita di ragazzi e ragazzi, ma anche di adulti e di sacerdoti, religiosi e religiose, non si vedeva da prima della pandemia. A ciascuno degli 800 partecipanti, al termine della Veglia, è stato consegnato un laccio di scarpa come segno-richiamo costante, spiega don Luca Delunghi, «della possibilità che abbiamo di toglierci i sandali, le scarpe davanti a coloro che possiamo incontrare lungo le vie della nostra vita», perché, aggiunge il sacerdote, «è li che avremo modo di scoprire dove siamo chiamati ad andare, a servire, ad amare, a contemplare l’opera che Dio porta avanti dove a noi sembra impossibile, sterile, e inutile come ha fatto Maria con la cugina Elisabetta». E il tema della Veglia è stato il “Si alzò e andò” della Beata Vergine dopo aver ricevuto l’annuncio dall’arcangelo Gabriele, l’icona biblica scelta da Papa Francesco per la GMG 2023, a Lisbona, a cui parteciperanno numerosi giovani perugino-pievesi dal 24 luglio all’8 agosto.

Il vero nemico di Dio è chi calpesta la dignità del fratello. L’arcivescovo Maffeis è rimasto particolarmente compito dalle testimonianze di vita dei cinque giovani, commentandole con queste parole: «Ragazzi siete davvero grandi…, e mentre vi ascoltavo mi sentivo davvero piccolo. Ed è con questa piccolezza che parlo a tutti voi questa sera». Nel commentare il tema della Veglia, “Si alzò e andò”, mons. Maffeis ha detto: «Il nostro primo pensiero non può che andare a chi oggi non può più alzarsi, non può più camminare. Va a tanti giovani come voi, ai 500 uccisi in questa settimana in Iran, ai 18mila che sono stati arrestati, alle prime esecuzioni di giovani di venti anni, veri e propri omicidi di Stato con l’accusa di essere nemici di Dio. Il vero nemico di Dio è chi calpesta la dignità del fratello. E penso anche ad altri giovani, incontrati in questi giorni, poco lontani da qui, nel Carcere di Capanne. Giovani che ti dicono: “padre non mi abbandoni perché io con quello che ho fatto (nessuno da me ascoltato mi ha detto “io non ho fatto, io non voglio pagare”) non ho più nessuno, mi dia la possibilità di alzarmi e di camminare ancora. Mi aiuti, appena sarà possibile, a lavorare perché il vuoto che c’è qui dentro mi sta facendo impazzire, mi mette davanti tutti i giorni quello che ho fatto e qui non conosco la possibilità di perdono”».

Non stare nella vita a metà. L’arcivescovo ha poi invitato i giovani a guardarsi attorno, «impariamo a dare un nome a chi ci vuole bene, impariamo a guardare alle figure di prete, suora, papà, mamma, animatore, a chi ha tempo per noi con gratuità, a chi si interessa a quanto abbiamo nel cuore e seguiamoli portando il nostro contribuito. Ne ha bisogno questa nostra Chiesa così stanca, così vecchia». E per aiutare la Chiesa a ringiovanirsi, c’è bisogno di giovani, ha detto mons. Maffeis, che non stiano «nella vita a metà, perché la vita appartiene a chi sa mettersi in gioco. Dei tanti giovani che incontro, gli infelici sono quelli che stanno a metà, quelli che non decidono, che continuano a rinviare. Mettetevi in gioco, credeteci davvero perché questa vita è un soffio ed è troppo bella per essere sciupata. Provate a chiedervi chi vi dà gioia, date un nome a questo “Chi”. Maria non canta il suo “Magnificat” dopo l’annuncio dell’angelo, come avrei fatto io, e nemmeno quando si mette in viaggio per andare dalla cugina; Maria lo canta quando Elisabetta l’accoglie».

C’è bisogno della gioia vera, concreta dei giovani. La Chiesa, la comunità tutta, ha sottolineato mons. Maffeis avviandosi alla conclusione della sua riflessione, «ha bisogno del “Si” di voi giovani, della vostra vocazione, del vostro amore casto, gioioso, perché il cristiano non è frustrato. Abbiamo bisogno della vostra gioia vera, concreta, che sappia farsi mano aperta, cuore aperto che ci porta davvero a camminare insieme». Un grazie sincero mons. Maffeis l’ha poi riservato a tutti i sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, animatori parrocchiali e di oratorio nel dire: «Io non finirò mai di ringraziarvi per quello che con semplicità e con verità testimoniate a questi giovani. Sono ragazzi forti e quello che ci stanno testimoniando, noi, un po’ alla volta, impareremo ad accoglierlo e a farlo nostro».

L’ordinazione sacerdotale. Prima di impartire la benedizione finale, l’arcivescovo ha annunciato con immensa gioia che il prossimo 29 gennaio, festa del Santo patrono Costanzo, nella cattedrale di San Lorenzo, ordinerà sacerdote il giovane seminarista perugino Claudio Faina, sarà la sua prima ordinazione sacerdotale da quando è stato ordinato vescovo lo scorso 11 settembre.

Perugia: Le celebrazioni nel tempo di Natale presiedute dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis. Particolare attenzione a giovani e famiglie in gravi difficoltà, persone sole e luoghi di sofferenza

Con la tradizionale Veglia di preghiera d’Avvento dei giovani con il loro pastore, in programma nella cattedrale di San Lorenzo, giovedì 15 dicembre (ore 21), l’intera comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si prepara al Santo Natale, esortata a rivolgere particolare attenzione a giovani e famiglie, soprattutto in gravi difficoltà, a persone che vivono in solitudine e a luoghi di sofferenza nel corpo e nello spirito.

A dare l’esempio sono sacerdoti, religiosi, religiose, laici impegnati a vario titolo e l’arcivescovo Ivan Maffeis, che, in continuità con i suoi predecessori, nel periodo natalizio, visiterà (in forma privata) alcuni luoghi di sofferenza recandosi presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia, l’Hospice-Centro residenziale di cure palliative “La Casa nel Parco” dell’Usl Umbria 1, e il Carcere di Capanne. Per tutte le persone che incontrerà avrà parole di conforto, incoraggiamento e speranza nel commentare l’annuncio “rivoluzionario” dell’angelo ai pastori di Betlemme: “Non temete…, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi…, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,8-12).

A pranzo con gli “ultimi”. Mons. Maffeis, il 25 dicembre, sarà a pranzo con gli ospiti della “Mensa don Gualtiero” della Caritas diocesana al “Villaggio della Carità” di Perugia, per condividere la gioia del Natale, della venuta del Figlio di Dio tra gli “ultimi”, quelli che papa Francesco chiama gli “scarti” della società. Una consuetudine che si rinnova dal 2001, anno del primo pranzo di Natale in cattedrale voluto dall’allora arcivescovo Giuseppe Chiaretti e proseguita con il cardinale Gualtiero Bassetti, interrotta soltanto durante la fase acuta della pandemia. Un segno di condivisione e solidarietà che la Chiesa dà alla comunità diocesana da venti anni a questa parte, accolto da diverse parrocchie, case religiose e famiglie che aprono la loro porta alla persona sola della porta accanto.

Il calendario delle celebrazioni natalizie presiedute dall’arcivescovo Maffeis.

Veglia di Avvento. Dopo il primo incontro di preghiera e conoscenza della gioventù perugino-pievese nel giorno dell’inizio del suo episcopato, l’11 settembre, mons. Maffeis accoglierà in cattedrale una folta rappresentanza di ragazzi e ragazzi delle realtà parrocchiali e oratoriali per riflettere sul passo del Vangelo di Luca “Si alzò e andò…” (Lc 1,39), tema della Giornata Mondiale della Gioventù 2023 indetta da papa Francesco a Lisbona.

Celebrazioni in cattedrale. Nel periodo natalizio l’arcivescovo presiederà le celebrazioni eucaristiche nella cattedrale di San Lorenzo con il seguente calendario: Veglia di Natale, sabato 24 dicembre, ore 21; Messa di Natale, domenica 25 dicembre, ore 11; Te Deum, sabato 31 dicembre, ore 18; Veni Creator, domenica 1 gennaio, ore 18.

Epifania del Signore. Mons. Maffeis presiederà la celebrazione eucaristica dell’Epifania del Signore, venerdì 6 gennaio, alle ore 17, nella concattedrale dei Santi Gervasio e Protasio di Città della Pieve, preceduta dalla Sacra rappresentazione dell’arrivo Magi (ore 16), con ritrovo nel chiostro del palazzo del Vescovado. A seguire la sfilata dei figuranti in costume lungo via Vannucci fino alla concattedrale dove terminerà la Sacra rappresentazione con il saluto di mons. Maffeis ai bambini che l’hanno animata e agli organizzatori, i giovani dell’Oratorio parrocchiale e della Confraternita dei Ss. Sebastiano e Rocco.

Perugia – la “Giornata della Carità” dedicata alle tante famiglie in difficoltà a reperire alimenti e generi di prima necessità. L’arcivescovo Ivan Maffeis: «Al compito di Governo, Regione e Comuni, è indispensabile che si unisca anche la nostra solidarietà».

La Chiesa che è in Perugia-Città della Pieve si appresta a vivere la sua “Giornata della Carità”, nella III Domenica di Avvento, domani 11 dicembre, sensibilizzando comunità parrocchiali e non solo, a sostenere le emergenze più acute, come le tante famiglie che incontrano serie difficoltà a reperire alimenti e generi di prima necessità. La Caritas diocesana promuove nel periodo d’Avvento-Natale la campagna di raccolta fondi denominata “Una Spesa per Tutti”, incoraggiata e sostenuta dall’arcivescovo Ivan Maffeis a cui ha dedicato una sua lettera-messaggio inviata nel fine settimana a parroci e loro comunità parrocchiali (il testo è consultabile sul sito: www.diocesi.perugia.it (“sezione arcivescovo-lettere”).

Le ferite di una pandemia economica e sociale. Mons. Maffeis ha preso lo spunto dalla visita al Santuario della Madonna della Carraia e all’adiacente Centro di ascolto della Caritas zonale, nel comune di Castiglione del Lago, per offrire una riflessione attualizzando la storia dell’evento miracoloso che portò alla costruzione del seicentesco luogo di culto mariano, raccontata da don Leonardo Romizi, parroco e vicario episcopale della VII Zona pastorale, quello della boccia scagliata con rabbia contro l’affresco raffigurante la Vergine Maria da cui ne sarebbero sgorgate lacrime abbondanti. «Tante famiglie – scrive l’arcivescovo – oggi si trovano ferite da una pandemia economica e sociale, che – proprio come è stato per il volto della Madonna – colpisce al pari di una boccia, scagliata con ira. E mentre don Marco (Briziarelli, direttore Caritas diocesana, n.d.r.) racconta che sono circa 1800 quelle in fila alla Caritas per essere aiutate a mangiare, pagare le bollette e l’affitto, il pensiero va a quante, forse per pudore, restano ancora invisibili ai nostri occhi…».

Il senso della raccolta fondi. «È doveroso incalzare le Istituzioni – prosegue mons. Maffeis nella lettera –, perché facciano ogni sforzo per contrastare le distorsioni che generano diseguaglianze e miseria; doveroso, ma non sufficiente. Al compito di Governo, Regione e Comuni, è indispensabile che si unisca anche la nostra solidarietà. È questo il senso della raccolta fondi che, in questa terza domenica d’Avvento, mira ad assicurare a tutti la possibilità di fare la spesa: a noi di donarla, ad altri di riceverla. L’obiettivo che ci diamo è quello di raggiungere la cifra di 200mila euro, pari a quella che quest’anno la nostra Caritas ha destinato all’acquisto di oltre 360 tonnellate di cibo e generi di prima necessità. La condivisione consentirà anche ai poveri di cantare il loro “gloria a Dio nell’alto dei cieli”; anzi, potremo finalmente cantarlo insieme».

Solo la carità ci fa essere creduti. L’arcivescovo conclude il suo messaggio scrivendo: «Se avessi avuto bisogno di conferme, nel rientrare in sagrestia sbatto contro le parole di don Tonino Bello, che si affacciano dal cartellone, appeso alla parete del Santuario della Carraia: “Se la fede ci fa essere credenti e la speranza ci fa essere credibili, è solo la carità che ci fa essere creduti”».

Come contribuire alla raccolta fondi. Quanti desiderano sostenere la campagna “Una Spesa per Tutti”, possono farlo inviando un contributo in denaro a: Fondazione di Carità San Lorenzo – Iban: IT30P0344003000000000161500 – causale: Empori della Solidarietà.

Spoleto – Luca Gentili e Salvatore Ficarra sono preti. L’omelia dell’Arcivescovo: «La Chiesa vi attende; gli uomini, vicini o lontani, vi aspettano ed hanno bisogno di voi».

Giovedì 8 dicembre 2022, solennità dell’Immacolata Concezione, nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha ordinato presbiteri i diaconi Salvatore Ficarra e Luca Gentili. Davvero un bel momento di grazia per la Chiesa di Spoleto-Norcia. Una liturgia solenne, molto partecipata, di ringraziamento a Dio per aver mandato nuovi operai nella sua messa. E non è mancata la commozione: del Vescovo e di Luca e Salvatore, dei familiari e dei preti che hanno accompagnato il loro percorso fin da ragazzi (don Luigi Galli per Luca e don Edoardo Rossi per Salvatore). La Messa è stata animata dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con l’aggiunta di strumenti a corda e a fiato. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi del Pontificio seminario regionale “Pio” XI di Assisi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La presentazione al Vescovo dei due novelli preti, all’inizio della celebrazione, è stata fatta dal rettore del Seminario regionale don Andrea Andreozzi. Luca e Salvatore sono stati accompagnati dai familiari, commossi per questo importante evento, e dagli amici di sempre.

La liturgia di ordinazione. Vescovo e preti hanno indossato i paramenti sacri nel Palazzo Arcivescovile e processionalmente sono scesi verso il Duomo. Sono entrati in chiesa attraversando la Porta Santa che è stata aperta lo scorso 16 ottobre per l’825° anniversario di dedicazione della Cattedrale. Dopo la liturgia della Parola c’è stata quella dell’ordinazione: la presentazione degli eletti, l’omelia dell’Arcivescovo, gli impegni di Luca e Salvatore ad esercitare per tutta la vita il ministero sacerdotale, le litanie dei Santi con gli eletti prostrati a terra, l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo e dei presbiteri sugli eletti e la grande preghiera di ordinazione. Poi, si sono svolti i riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali (Luca è stato coadiuvato da don Samy Abu Eideh della diocesi di Perugia-Città della Pieve e suo compagno di studi e Salvatore da don Edoardo Rossi, attuale parroco di S. Venanzo, il prete che è stato suo punto di riferimento per l’ingresso in seminario), l’unzione crismale, la consegna del pane e del vino per il sacrificio eucaristico, l’abbraccio di pace col Vescovo e i confratelli presbiteri. A questo punto, la Messa è proseguita con liturgia eucaristica. Al termine della celebrazione, don Luca e don Salvatore sono rimasti in chiesa per ricevere il bacio delle mani e per la benedizione al popolo.

L’omelia dell’Arcivescovo. «Carissimi Luca e Salvatore – ha detto mons. Boccardo – compirete un passo che segnerà tutta la vostra vita. Per sempre. La Chiesa vi attende; gli uomini, vicini o lontani, vi aspettano ed hanno bisogno di voi. Come Gesù nel Vangelo, non potete rimandarli digiuni: hanno fame e sete di Dio, hanno bisogno della sua parola e del suo pane che salva (cf Mc 6, 35-44). Andate loro incontro con cuore sereno e fiducioso: come servi, come amici, come ministri di Cristo e dispensatori dei suoi misteri». «Il gesto di Luca e Salvatore – ha proseguito il Presule – conferma e corrobora la nostra fede, forse titubante e incerta, dà alla nostra speranza un palpito nuovo; il loro esempio, la loro gioia, la loro serenità sia testimonianza che ci scuote, perché questo evento non ci trovi soltanto spettatori, ma ci veda personalmente coinvolti nell’impegno della fedeltà alla vocazione battesimale. E allora permettetemi di rivolgermi specialmente ai giovani qui presenti: la nostra Chiesa – quella che vi ha generato alla vita di Dio e alla fede – ha bisogno di voi e tende con fiducia la mano: nessuno avrà il coraggio di impegnarsi per il Vangelo e per il servizio dei fratelli scegliendo la via del sacerdozio? Ripeto: c’è qualcuno che voglia interrogarsi seriamente circa la possibilità di diventare prete? Credetemi: “Chi fa entrare Cristo nella sua vita non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che la rende libera, bella e grande… Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo” (cf Benedetto XVI, Omelia, 24 aprile 2005).

Nel sito dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia è stata pubblicata un’ampia intervista per conoscere meglio Luca e Salvatore: https://www.spoletonorcia.it/11152-2/.